II Meridiano presenta tutte le raccolte poetiche della Spaziani. Dopo la raccolta d'esordio, "Le acque del sabato" (1954), caratterizzata da una spiccata tensione lirico autobiografica e dalle suggestioni delle avanguardie europee, in "Luna lombarda" (1959), "Il gong" (1962), "Utilità della memoria" (1966), "L'occhio del ciclone" (1970) nel dettato poetico della Spaziani si stagliano passioni costanti; le cose concrete, i volti e i paesaggi del mondo, la gioia dei sensi e dei sentimenti, degli amori e dei disamori si fondono in un impasto caldo e affabile con le tessere della sua prolifica memoria letteraria - che attinge sia alla letteratura classica che a quella moderna, alla grande poesia europea (Montale su tutti), al teatro francese dal Rinascimento al Novecento. Le ultime raccolte - da "Geometria del disordine" (1981, Premio Viareggio) a "La stella del libero arbitrio" (1986) alle recenti "Poesie della mano sinistra" - testimoniano il passaggio a una scrittura via via più diaristica, "impura" e aforistica, il lato insomma più sapienziale e ironico della sua ispirazione
Una volta ancora Maria Luisa Spaziani sa attrarci irresistibilmente nei suoi labirinti di pensieri e immagini, di viva presenza inquieta nelle cose e nel mondo, mentre la trama del tempo si espande e divora, ma non sa cancellare l'ansia di esistere e la meraviglia d'esserci del poeta. C'è una luce preziosa che rende cangianti questi gioielli poetici di cui la Spaziani ci fa dono nel suo nuovo libro. Una luce lunare, naturalmente, ma anche la luce di una grazia ispiratrice che alimenta il linguaggio e rinnova la speranza, come al ritorno della primavera, quando marzo diviene una "gemma tutta da esplodere".
Le storie più universalmente conosciute, i terreni più dissodati possono nascondere sorprese e tesori. E' il caso di Giovanna d'Arco sulle cui vicende si sono accumulati nei secoli migliaia di libri in tutte le lingue e in tutte le forme. Questa visione in cui la Spaziani la fa rivivere ha i colori della leggenda, un'adesione al mondo rurale, magico, militare, diplomatico e ardentemente religioso della sua eroina, ma insieme esplora zone non note o respinte dalla storiografia ufficiale. Il testo della "Giovanna d'Arco" di Maria Luisa Spaziani, tradotto e rappresentato in molti paesi, è andato in scena in uno spettacolo allestito dal Teatro Stabile del Veneto e verrà presentato anche nella prossima stagione.