Nella comunicazione vestimentaria a una relativa stabilità di significati, ad esempio la distinzione individuale e l'appartenenza sociale, corrisponde una molteplicità di significanti costituiti, nel tempo e nello spazio, da una gran varietà di capi d'abbigliamento - oggi segnati da una più rapida usura comunicativa e da una crescente omogeneità estetica. Con questo scritto l'Autore offre uno strumento di approccio critico a questo affascinante fenomeno di superficie, ponendo in risalto i risvolti di carattere interdisciplinare che si celano nell'abbigliamento e che lo legittimano nella sua dignità culturale.
Attraverso un approccio interdisciplinare questo scritto - ricco di immagini intese esse stesse come testo - ricostruisce nei tratti essenziali la storia, gli interessi e le conseguenze della Great Exhibition organizzata a Londra nel 1851. Di tale prima esposizione internazionale, che fu anche il primo grande e significativo evento di comunicazione visiva e di massa, vengono evidenziate in particolare le implicazioni socioeconomiche e culturali che, insieme alle innovazioni tecniche ed estetiche introdotte nella produzione industriale ed in architettura, segnarono l'inizio di una nuova era.
La prima esposizione internazionale di Londra nel 1851 pose in evidenza la necessità di uno stretto legame fra l'utile ed il bello al fine di garantire un futuro all'arte che rischiava di soccombere dinanzi alla crescente affermazione della tecnica. Tale sensibilità e testimoniata dall'opera di Gootfried Semper, figura di spicco dell'architettura tedesca del XIX secolo ed antisegnano dell'industrial design.