Due libri, nella seconda metà dell'Ottocento, hanno scoperchiato la pentola dei rapporti sessuali e sentimentali con una immediatezza inaudita: "La sonata a Kreutzer" di Tolstoj e "L'arringa di un pazzo" di Strindberg, cronaca surriscaldata, irta, lacerante dell'attrazione-repulsione fra un uomo, Strindberg stesso, e sua moglie Siri von Essen. È l'autore, del resto, ad affermare "Questo è un libro atroce" sin dalla prima riga della sua Prefazione, che concluderà chiedendo al lettore di essere lui a emettere la sentenza, una volta che avrà acquisito una esatta "conoscenza dei fatti" quella che gli sarà fornita dalle pagine che seguiranno: una fervida arringa, appunto, che è insieme feroce atto di accusa e veemente autodifesa. I "fatti" esposti sono una esaltata passione amorosa, prima, e un inferno matrimoniale, poi, indagati e ricostruiti con ossessiva precisione, e con furibonda impudicizia. Questo libro, in cui il rapporto fra i sessi viene narrato e anatomizzato come una lotta a morte per la sopraffazione - e la cui prima edizione a stampa, per quanto edulcorata e smussata dal traduttore tedesco, subì un processo per oscenità -, non ha perso un grammo del suo carattere estremo, urtante, angosciosamente veritiero.
"Leggete le mie semplici fiabe del 1903 e rendetevi conto voi stessi di dove ho fatto il mio apprendistato." Così, in un articolo del 1905, Strindberg ricorda la prima edizione della sua raccolta di fiabe, Sagor, in occasione del centenario della nascita di H.C. Andersen. Questa raccolta, scritta nel 1903 e presentata qui per la prima volta al pubblico italiano, appartiene alla piena maturità artistica di Strindberg e rappresenta l'unica incursione dell'autore in questo genere. "Strindberg riprende il suo gioco segreto di scrittore confessato nel romanzo," come scrive Alda Castagnoli Manghi nella sua introduzione, "e lo fa con tutta la libertà della fiaba, ma anche con sovrana indipendenza nei riguardi del genere. Non dissimula la realtà sotto il velo della fiaba, ma scompone, ricompone, separa e accosta ricordi, sensazioni, sogni e presentimenti 'come pezzi di una scatola di costruzioni'. Queste fiabe, a distanza di un secolo, conservano in ogni modo la loro efficacia di stile, colpiscono ancora l'immaginazione per la loro ricchezza inventiva e, soprattutto, restano a lungo nella memoria per la suggestione delle immagini visive."
Una meditazione sulla vanita' e il dolore di esistere, di profondo taglia esistenzialista.