Questo è il libro che ha inventato la nazione germanica, sia nella percezione dei Romani, sia in quella degli stessi Germani, che prima non si consideravano un popolo solo destinato ad unificarsi, ma un insieme vasto ed eterogeneo di tribù sparse nel nord est dell'Europa, spesso in guerra tra loro, alcune in pace con Roma, altre ostili. La Germania è un trattato etnografico scritto attorno al 98 d.C., con usi, costumi, cibi, vestiari, culti, stanziamenti, spostamenti di queste variegate e selvagge popolazioni, guardate anche da Tacito con ammirazione per le loro primitive virtù, ormai dai Romani perdute; saranno poi i Germani che, dopo aver imparato dai Romani l'arte della guerra e un po' di civiltà, avrebbero determinato il crollo dell'impero, o forse semplicemente lo spostamento del suo centro più a nord. Anche le vicende del terribile XX secolo e dell'Europa d'oggi discendono probabilmente da ciò che inizia in questo libro. Dino Baldi, che ha tradotto il testo, lo ha corredato di un commento che segue passo passo il testo; nonché delle altre descrizioni dei popoli nordici che ci vengono dall'antichità greco-latina precedente: Ippocrate, Polibio, Cesare, Diodoro Siculo, Vitruvio, Strabone, Plinio il Vecchio e altri.
Attraverso l'"Agricola", scritto nei primi anni di impero di Traiano (98 d.C), Tacito intende proporre la figura del suocero, valoroso generale a cui si deve la definitiva sottomissione della Britannia, quale esempio e modello etico per la nuova classe dirigente dell'impero. Ma l'autore latino non si limita a tracciare una biografia secondo gli schemi convenzionali: la vicenda umana e politica di Agricola si intreccia con l'ampio excursus etno-antropologico della Britannia, in cui sono illustrati i costumi delle varie popolazioni dell'isola, e con riflessioni di penetrante attualità sull'imperialismo romano, di cui si mette in luce, nel celebre discorso del comandante britanno Calgaco, la natura violenta e criminale.
Opera fondamentale della latinità e di tutta la storiografia occidentale, "Le storie" di Tacito furono scritte intorno al 110 d.C. e narrano - nella parte a noi pervenuta - i fatti del 69-70 d. C., dal famoso "anno dei quattro imperatori" succeduti a Nerone alla prima guerra giudaica con l'assedio di Gerusalemme. Benché incomplete, "Le storie" costituiscono un prezioso documento per conoscere la storia del I secolo dell'Impero e un raffinato documento letterario, di straordinaria densità e forza espressiva. Severo, solenne, Tacito scava nel profondo degli animi degli uomini per dipingere senza infingimenti la brama di potere di chi regna, l'ipocrisia dei cortigiani, la volubilità degli eserciti, l'insensatezza del volgo. Con un'analisi lucida e un giudizio acuto, innalza il contingente - la vicenda del principatus romano - a categoria storica universale, mostrando come la corruzione dei valori, il benessere e l'avidità abbiano portato alla fine di quella libertas mai sufficientemente rimpianta. Ancora oggi le sue parole permettono di penetrare nei disegni nascosti dei governanti, mostrando "di che lacrime grondi e di che sangue" la facciata del potere.
Le prime due monografie storiche di Tacito sono "Agricola" e "Germania": una commossa biografia del suocero caduto vittima della gelosia di Domiziano, la prima; una ricca e rigorosa descrizione etnico-geografica di popoli e luoghi tra il Danubio e il Reno la seconda, arricchita da intenti etico-politici. Nel "Dialogo sull'oratoria" si confronta l'eloquenza del passato con quella contemporanea e si individuano le cause della decadenza dell'oratoria nella mancanza di libertà civili e nella degenerazione politica e sociale di Roma.
Opera di primo piano della storiografia romana, gli Annali di Tacito, in 18 libri, era divisa in tre esadi dedicate la prima a Tiberio, la seconda a Claudio e Caligola e la terza a Nerone. Attraverso le pagine del grande scrittore prendono vita le vicende dei primi imperatori, i loro scandali, i delitti e le sanguinose congiure dinastiche della famiglia Giulio-Claudia.
Opera di primo piano della storiografia romana, gli Annali di Tacito narrano le vicende di Roma dalla salita al potere di Tiberio (14 a.C.) alla morte di Nerone (68 d.C.). Attraverso le pagine del grande scrittore prendono vita le vicende dei primi imperatori, i loro scandali, gli orrendi delitti e le sanguinose congiure dinastiche della famiglia Giulio-Claudia.