"Pavel Aleksandrovic? Florenskij è il pensatore che incarna, interpreta ed esprime come nessun altro sia la complessità e la varietà della cultura del XX secolo, sia l'anima del popolo russo nei suoi aspetti più profondi e specifici; è veramente una figura la cui esistenza può essere legittimamente considerata emblema degli splendori e delle miserie del Novecento." L'esegesi del pensiero di Florenskij ha rappresentato una tappa essenziale nelle riflessioni di Silvano Tagliagambe sul ruolo dell'arte e sulla relazione tra visibile e invisibile. In questo volume, il filosofo che fu allievo di Geymonat - specializzatosi in Fisica quantistica all'Università di Mosca - ci introduce all'opera di un personaggio dalla sorprendente versatilità che, prima di trovare la morte nel gulag, fu capace, per dirla con parole di Tagliagambe, di "frantumare ogni barriera tra filosofia, teologia, matematica, fisica, biologia, storia e critica dell'arte, muovendosi con rigore e competenza all'interno di ciascuno di questi campi".
Il periodo tra la fine degli anni Novanta dell'Ottocento e la Rivoluzione del 1917 fu per la Russia uno straordinario laboratorio di sperimentazione e di creatività in ogni settore, da quello economico a quello politico, da quello scientifico-culturale a quello artistico-letterario. Questo incanto si spezzò allorché il controllo dello Stato-Partito, tra il 1920 e il 1940, divenne totale e asfissiante. Alcuni artefici di quella grande stagione furono costretti a emigrare (continuando a sviluppare in esilio il loro lavoro creativo). Altri scelsero di restare nel loro Paese e furono spesso oggetto di una dura repressione che portò anche alla loro eliminazione fisica. Tra queste linee di "pensiero divergente" tre fenomeni di genialità spiccano per il loro perdurante influsso sulla cultura contemporanea: la scienza dell'organizzazione di Bogdanov, la teoria della biosfera e della noosfera di Vernadskij e il pensiero filosofico, teologico e scientifico di Florenskij. Questo libro racconta l'avventura, umana e culturale, di questi grandi personaggi. Storie che in parte si intrecciano, dando luogo a una trama che racconta il destino, a un tempo grandioso e tragico, di un popolo.
Le proposte di Florenskij sull'epistemologia del simbolo e del confine costituiscono una chiave di lettura interessante e tuttora attuale per inquadrare correttamente e affrontare alcuni dei temi più rilevanti del dibattito epistemologico contemporaneo. Il problema della verità e del rapporto tra "oggetto reale" e "oggetto della conoscenza", la relazione tra scienza e tecnica, la questione del nesso tra pensiero e azione, il legame tra conoscenza e volontà, la qualità dell'ambiente in cui viviamo e la via da seguire per salvaguardarla sono solo alcuni esempi di questi temi. L'originalità e la forza di Florenskij sta nel cimentarsi con essi a partire da una prospettiva che ignora e frantuma ogni barriera tra filosofia, teologia, matematica, fisica, biologia, storia e critica dell'arte, tecnologia, e nel muoversi con rigore e competenza all'interno di ciascuno di questi campi disciplinari. Un altro tratto distintivo dell'opera di questo autore è la profonda sintonia tra il pensiero e la vita, tra la parola e l'azione. Florenskij è stato certamente un maestro esistito in ciò che ha insegnato e nella situazione della realtà.
Dai mille sogni che Wolfgang Pauli, uno dei fisici più creativi del Novecento, portò in dote a Carl Gustav Jung, lo psicologo che, insieme a Freud, avviò l’esplorazione dell’inconscio, scaturì un’eccezionale avventura intellettuale e umana. Tale incontro produsse l’affacciarsi di una fruttuosa alleanza tra fisica e psicologia, tra materia e psiche.
Questo libro racconta il sodalizio tra due personalità eccezionali e gli straordinari effetti che esso ebbe sulla cultura, aprendo prospettive di cui solo oggi cominciamo a comprendere le potenzialità.
Silvano Tagliagambe ha insegnato Filosofia della scienza presso le Università di Cagliari, Pisa, Sassari e Roma “La Sapienza”. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Il sogno di Dostoevskij. Come la mente emerge dal cervello (2002).
Angelo Malinconico, psichiatra e psicologo analista, insegna all’Università Statale del Molise ed è membro didatta dell’Associazione italiana di psicologia analitica.
Pavel Aleksandrovic Florenskij è un pensatore che incarna, interpreta ed esprime sia la complessità e la varietà della cultura del XX secolo, sia l'anima del popolo russo nei suoi aspetti più profondi. Filosofo della scienza, fisico, ingegnere elettronico, teorico dell'arte e di filosofia del linguaggio, studioso di estetica, di simbologia e semiotica, filosofo della religione e teologo, è veramente una figura la cui esistenza può essere legittimamente considerata emblema degli splendori e delle miserie del Novecento.