I Cigni neri si sono moltiplicati e hanno oscurato il cielo. L'uccello simbolo dell'«evento imprevedibile di grande impatto» teorizzato da Nassim Nicholas Taleb negli anni è stato usato per legittimare i buchi di bilancio lasciati da banchieri premiati con buonuscite milionarie, giustificare i mercati di schiavi nati dalle ceneri degli interventi militari occidentali o autoassolversi di fronte a votazioni dagli esiti clamorosi come il referendum sulla Brexit. Ma davvero tutto questo era - è - inevitabile? E se invece si trattasse solo di una diffusa mancata assunzione di responsabilità? Se l'antidoto al Cigno nero fosse correre sul serio dei rischi? «Non conta ciò che si possiede ma ciò che si rischia di perdere.» Che si tratti di decidere se cambiare lavoro, lasciare il vecchio fidanzato o concorrere per diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti, spiega Taleb, avvicinarsi alla fiamma (e rischiare di scottarsi) è sempre più fruttuoso che rimanere immobili (e congelare). E anche più etico. Ogni rischio è infatti una scelta di fronte a un burrone: l'unico modo per andare avanti è saltare, ma se si fallisce non ci sarà nessun altro a pagarne le conseguenze. Con Rischiare grosso Taleb torna a interrogarsi sulle dinamiche della società contemporanea e offre nuove soluzioni radicali ai problemi della vita di tutti i giorni così come alle storture di politica, economia e informazione. Con il suo consueto stile provocatorio, che unisce l'ironia ad argomentazioni sempre pragmatiche e dirette, e attraversando la storia con riletture iconoclaste e innovative - dal codice di Hammurabi a Immanuel Kant, da Annibale a Donald Trump, da Gesù Cristo fino agli estremisti religiosi di oggi -, Taleb riflette sull'asimmetria nascosta tra la decisione di correre un rischio e la reale capacità di affrontarne le conseguenze, risponde agli interrogativi emersi dopo la crisi economica e anticipa gli scenari di domani. "Rischiare grosso" è un'opera spaventosa e illuminante che, come una nuova rivoluzione copernicana, ribalta ogni paradigma nella nostra gestione della quotidianità e degli affari. Che l'obiettivo sia migliorare la nostra vita o evitare la prossima crisi globale, rischiare grosso non è solo un'opzione percorribile: è l'unica strada.
Tre anni dopo la pubblicazione del "Cigno nero", un "racconto filosofico" acclamato in tutto il mondo, Nassim Nicholas Taleb fa il bilancio della vita del suo libro. L'idea talebiana del Cigno nero ha conquistato milioni di lettori e fecondato la ricerca in campi molto diversi, dalla filosofia alla statistica, dalla sociologia alla psicologia, agli studi sul clima, alla medicina. Meno feconda questa idea si è rivelata invece in economia, l'area più immediatamente vicina agli interessi dell'autore. Sulla crisi del 2008, e sugli economisti che dovrebbero analizzarla e curarla, Taleb si sofferma in questo nuovo libro, con annotazioni che hanno il sapore dell'ironia e dello scetticismo. E, ancora una volta, ribalta i sedicenti "esperti di rischi" che in questi tre anni hanno risposto all'autore con ostilità, dimostrando la loro inguaribile cecità ai Cigni neri. "Robustezza e fragilità" riassume tre anni di vita di un'idea forte, in grado di modificare i nostri paradigmi mentali; tre anni che hanno anche trasformato, in meglio, la vita dell'autore. Taleb ha incontrato filosofi, scrittori, scienziati, uomini di stato, lettori comuni e persino buoni economisti, si è confrontato con loro, ne ha ascoltato conferme e obiezioni, ha visto crescere e svilupparsi la sua idea nel mondo. Da questi incontri è nato "Robustezza e fragilità", il suo nuovo racconto filosofico dove, fornendoci una carta topografica dell'Estremistan, Taleb ci insegna come muoverci in un mondo dominato dal caso e dall'incertezza.