Nel corso della sua vita Togliatti coniugò l'attività di dirigente di partito con un'intensa riflessione sulla politica e sulla storia del Novecento, sulla cultura e la filosofia italiana e europea. Il volume raccoglie un'ampia scelta degli scritti e dei discorsi di preminente valore culturale dal 1917 al 1964: dagli esordi giornalistici negli anni della Grande guerra al celebre "Memoriale" di Jalta. L'antologia - la più ampia pubblicata in un unico volume - è costituita da sei sezioni tematiche ordinate cronologicamente e dedicate alla storia d'Italia, al fascismo in Italia e in Europa, alla democrazia repubblicana, al comunismo internazionale, all'eredità di Gramsci, alle polemiche culturali.
La svolta di Salerno, la questione di Trieste, la costituzionalizzazione dei Patti Lateranensi, l'attentato del 14 luglio 1948, il caso Vittorini, la rivolta di Budapest. Sono solo alcuni degli argomenti affrontati da Palmiro Togliatti nelle sue lettere, di cui questo volume - un'assoluta novità raccoglie un'ampia selezione, dal suo rientro in Italia alla morte. Grazie al profilo e ai ruoli d'eccezione dei suoi corrispondenti (da Pietro Badoglio a Benedetto Croce, da Alcide De Gasperi a Romano Bilenchi, da Pietro Nenni a Vittorio Valletta, da Stalin a Giuseppe Dossetti) e alle caratteristiche delle lettere prescelte, l'Epistolario costituisce una lettura piacevole e vivace. Ogni lettera, corredata da un apparato di note brevi ed essenziali, è accompagnata da un'introduzione che la inquadra storicamente. Nella loro sequenza, le lettere e le introduzioni dei curatori compongono il racconto straordinario di un ventennio di vita italiana, fra cronaca e storia, vent'anni di lotta per l'egemonia nell'Italia della guerra fredda. Prefazione di Giuseppe Vacca.
Una delle piú elevate riflessioni sull'affermarsi dei movimenti di massa, sulle classi dirigenti italiane e sulla possibilità della democrazia in Italia.
L'edizione piú ampia e documentata delle «lezioni sul fascismo» che Palmiro Togliatti tenne a Mosca nel 1935.
Il "Corso sugli avversari" è un ciclo di conferenze tenuto da Togliatti a Mosca tra il gennaio e l'aprile 1935, presso una scuola quadri della Terza Internazionale, rivolto soprattutto a giovani comunisti italiani.
Dopo la vittoria nazionalsocialista in Germania, che apriva nuove tensioni nel già fragile equilibrio europeo, e dinanzi alla minaccia di un'ulteriore espansione dei fascismi, il Corso di Togliatti riflette sulle origini italiane del movimento fascista, la crisi liberale, il rapporto tra fascismo e storia d'Italia. In particolare le lezioni si soffermano sull'edificazione del regime mussoliniano in relazione agli sviluppi della società di massa e, allo stesso tempo, sulle opportunità di lotta che, non solo in Italia, si aprivano sulla base delle prospettive antifasciste unitarie che stavano maturando in Europa e che anche l'Internazionale stava facendo proprie.
Questa edizione, la piú completa in base alla documentazione disponibile, comprende anche due lezioni rinvenute negli anni Novanta ed è corredata da apparati di note, da quanto reperito del materiale didattico predisposto dallo stesso Togliatti per il Corso e da un saggio storico-critico del curatore.
Palmiro Togliatti è stato uno dei più acuti interpreti del fascismo. I suoi scritti principali sul tema, 'A proposito del fascismo' del 1928 e 'Lezioni sul fascismo' del 1935, rappresentano secondo Renzo De Felice, rispettivamente, "l'analisi più compiuta e più matura del fascismo italiano elaborata fra le due guerre mondiali da un autorevole esponente comunista" e "un modello metodologico che può benissimo essere applicato anche ad una ricerca di tipo storiografico e non solo ad una analisi politico-pratica". Giuseppe Vacca - con un'ampia introduzione - inquadra storicamente gli scritti di Togliatti nello svolgimento degli avvenimenti e nel dibattito internazionale sul fascismo, sviluppando un confronto con i testi di Gramsci.