La progressiva ascesa dell'India a protagonista della scena mondiale, in termini che solo qualche decennio fa sarebbero stati impensabili, ci costringe a riconsiderare l'immagine in cui l'Occidente l'ha rinchiusa da più di due millenni. Immagine prestigiosa, forse, ma anche duramente unilaterale, di luogo privilegiato di saperi occulti, di estasi e ascesi o per converso di favolose ricchezze e morbidi piaceri. Più che dedicarsi alla conoscenza dell'India, l'Occidente ha preferito sognarla: una conseguenza fra le tante è che al pensiero dell'India, pur unanimente celebrato come la sede della più alta sapienza, non è stato concesso nemmeno un posticino d'angolo nel gran teatro delle storie della filosofia. Questo libro si propone di presentare il pensiero dell'India premoderna innanzitutto delineando i parametri culturali in cui si è sviluppato e all'interno dei quali deve essere letto, associato spesso con l'esperienza religiosa ma anche essenzialmente autonomo da essa, talvolta diverso nelle forme e negli esiti ma più spesso strettamente affiancato al pensiero occidentale.