Se fino a qualche anno fa era concezione comune parlare di crisi del settimo anno riferendosi al matrimonio, ora le crisi – ci dicono le statistiche – arrivano prima e le unioni, anziché durare una vita, non vanno oltre i tre anni. Sono cambiati i rapporti familiari e i ruoli nella famiglia e nella coppia.
I cambiamenti sociali ed economici degli ultimi decenni fotografano realtà diverse tra loro e differenti dal passato.
Affidarsi alla nostalgia di ciò che fu o recriminare ciò che non è, non aiuta le coppie ad attraversare le crisi e a maturare nel sentimento che le ha portate a scegliersi.
La vita di coppia che gli autori narrano in questo libro è ben lontana da quella lineare e semplice che abitualmente viene rappresentata, per questo l’analisi proposta avviene secondo molteplici angoli visuali.
Il risultato complessivo è un’opera piena di suggestioni e provocazioni, seria e insieme vivace, apparentemente lieve, ma piena di riflessioni profonde. Gli autori affrontano l’argomento da più punti di vista: quello individuale e di coppia, quello dei gruppi e della collettività, sia in chiave di lettura positiva, con particolare riguardo al “romanzo dei sentimenti”, che nelle manifestazioni patologiche. Discutono con chiarezza e competenza di temi in genere di pertinenza di linguisti, sociologi ed etno-psicologi, aiutando il lettore a riflettere sulla differenza esistente tra parole come “fedeltà” e “lealtà”, “sincerità” e “segreto”, “libertà” “post-freudiana” e “post-moderna”, se non addirittura “post-umana”, soffermandosi anche a riflettere su cosa vuol dire essere genitori oggi.
Un libro intriso di una morale laica, reso prezioso dalla leggerezza delle vignette di Giuliana Maldini e dalle citazioni tratte dalla letteratura, dalla musica leggera e dai film.
Le statistiche dicono che è sempre più difficile fare famiglia e sempre più facile separarsi anche in età matura. Ci vuole molto poco perché le cose, a un certo punto di una storia, non vadano più bene. A volte l'illusione di una felicità coniugale si sgretola giorno dopo giorno, rovesciandosi in una realtà cupa e oppressiva. Quella che un tempo era l'anima gemella", appare come il mostro da evitare o sconfiggere. A complicare le cose, spesso di mezzo c'è un bambino. Di fronte alla separazione dei genitori il bambino rimane disorientato, confuso, depresso, rischia di essere segnato da un dolore difficilmente domabile. Spesso, una buona separazione può rappresentare per tutto il nucleo familiare una "chance creativa", quando un eccessivo impoverimento sentimentale e comportamentale, nella relazione marito-moglie, rischia di produrre anche nei figli una pericolosa sterilità esistenziale. Coniugi che riescono a separarsi in tranquillità, rimanendo uniti e collaborativi come genitori, possono individualmente ritrovare la vitalità che un tempo possedevano, rinforzata, semmai, anche da nuovi legami sentimentali. Per riuscirci può essere necessario servirsi di una persona qualificata che aiuti i futuri coniugi o conviventi ad affrontare la vita a due con più consapevolezza. La proposta di queste pagine è innovativa: anticipare l'intervento mediativo prima possibile. Ossia, spingere i mediatori familiari verso una funzione "preventiva" rispetto ai conflitti coniugali.