I trenta denari sono il simbolo del tradimento per la transazione più famosa e iniqua della storia. Per trenta denari Giuda vendette Cristo, consegnandolo alla morte. Giuda si pentì, restituì i denari ai sacerdoti e si impiccò. Ormai sporche di sangue innocente, le monete non potevano essere depositate nel tesoro del Tempio e i sacerdoti le spesero per comprare un terreno. La storia dei trenta denari dovrebbe chiudersi con quella compravendita immobiliare, ma, imprevedibilmente, molti (presunti) esemplari furono venerati tra gli strumenti della Passione in chiese e monasteri di tutta Europa nel tardo medioevo e nell'età moderna. Erano parte del "corredo" di reliquie che permetteva di ricreare la Terrasanta in Occidente, e in gran parte furono dispersi quando se ne riconobbe la falsità. Pellegrini e leggende agiografiche, reliquie vere e false, immagini della Passione e indulgenze, antigiudaismo e devozione, ricerca antiquaria e pensiero economico: molti temi sono qui uniti dal filo d'argento della riflessione sulla moneta come misura in tutte le società.
Alcune chiese conservano come reliquie della Passione presunti esemplari dei trenta denari ricevuti da Giuda per tradire Gesù. Ma si ha notizia anche di scudi d'oro macchiati del sangue di san Giovanni Battista e di "medaglie di sant'Elena" la cui iconografia è stata interpretata e travisata con gli occhi della devozione.
Manufatti altamente simbolici il cui significato va ben oltre l'ambito economico, le monete sono state utilizzate in modo rituale nel medioevo e nella prima età moderna. Associate alla ricchezza materiale, esse erano considerate nemiche dell'anima, ma quelle di poco valore godevano di un diverso statuto perché venivano date in elemosina, collocate nelle tombe, inserite nelle fondamenta degli edifici oppure offerte dai pellegrini che raggiungevano Roma, la Terra Santa o Santiago di Compostela. La "bontà" di quelle monete non dipendeva solo dalla loro "povertà", ma anche dalla purezza d'animo di chi le offriva e dall'onestà con cui erano state guadagnate.
Sommario
Introduzione. I. Memoria. II. Monete «buone». III. Pellegrini. IV. Monete miracolose e sanguinanti. V. Le «santalene» o medaglie di sant'Elena. Conclusione. Note.
Note sull'autrice
LUCIA TRAVAINI insegna Numismatica medievale e moderna all'Università degli Studi di Milano. È stata ricercatrice all'Università di Cambridge e ha lavorato per il Ministero dei beni culturali. Autrice di numerose pubblicazioni, ha curato per l'Istituto Poligrafico dello Stato Le zecche italiane fino all'Unità (Roma 2011) e ha ricevuto riconoscimenti in Italia e all'estero (Annual medal 2012 of the Royal Numismatic Society).