Dopo essere scampate per due volte all'incendio andarono perdute intorno al 1536 - come conseguenza della Riforma - le reliquie di Sunniva - unica santa della chiesa norvegese, di cui Sigrid Undset nel 1934 delineò un mirabile, struggente ritratto in prosa. Era innamorata di Gesù, la giovanissima regina irlandese del X secolo costretta a fuggire in Norvegia. Oggi la sede ufficiale del suo culto è Bergen, ma è l'affascinante isola di Selje il luogo dove lei approdò e lodò Dio fino al martirio. Pari per importanza ai più noti sant'Olav e sant'Halvard, questa santa che si nascose in una caverna all'arrivo dei pagani ha la grazia di giungere a noi per consegnarci il pathos immacolato di una trepidazione femminile che non conosce mode né epoche. Purezza per purezza, la cattolica novecentesca Undset doppiò la sua memoria, mirò alla quintessenza della descrizione del paesaggio nordico e di una parola fortemente pittorica pur di svelarci come in fondo la grande letteratura è la gemella oggi dimenticata dell'ascesi.
La trabajadora e incansable Ida Elisabeth ha de afrontar la vida que ha elegido, a causa de un error del pasado y que le ha llevado a casarse con Frithjof, su novio de juventud: encantador, alegre, fanfarrón... pero incapaz de sacar adelante una familia; un personaje inmaduro al que le superan las responsabilidades.
Una historia de personajes recios, de una grandiosa humanidad, marcados por pasiones con mayúsculas. Ambientada en la Noruega de los años 30, ilustra de un modo conmovedor cómo las malas decisiones pueden afectar el curso de una vida y cómo el sufrimiento padecido a causa de nuestros errores puede ser precisamente entendido desde el amor.
"Ritengo che la mia comprensione del tempo in cui viviamo provenga dal fatto che, sin dall'infanzia, ho avuto un ricordo vivo di tempi precedenti," scrisse la Undset a un'amica. Infatti appare quasi incredibile: la "Vita di sant'Halvard", ambientata nella Norvegia dell'anno Mille, può schiudere una visione profondamente folgorante anche negli animi d'oggi. Di colui che diverrà il santo patrono di Oslo ci vengono illustrate le prove a cui dovette sottoporsi la sua passionalità umana - prima fra tutte, quand'era bambino, quella offerta dal rapporto con il padre Vebjörn. Impari la lotta contro l'ingiustizia e le sopraffazioni? Eppure lo spirito di una presenza divina, nella natura attorno, non resta certo indifferente... Per la Undset, convertitasi al cattolicesimo un anno prima della pubblicazione di Sant'Halvard, lo spirito, il mondo di Dio, è essenzialmente realismo, percezione non dimidiata della complessità e della pienezza della vita, trepidante ascolto del mistero e intrepido rifiuto delle rimozioni. È bagnata da una luce di grazia, la scrittura vichinga della Undset: quella letteratura e quel popolo, finalmente sono redenti...
Norvegia, XIV secolo. Unica figlia di un ricco e devoto possidente, Kristin viene promessa in sposa a quindici anni; durante un viaggio a Oslo si innamora però di Erlend, giovane affascinante dalla dubbia fama, e cede alla passione. Nonostante la ferma opposizione della famiglia, Kristin rompe il fidanzamento e sposa Erlend, per iniziare con lui il cammino verso l'età adulta. La vita travagliata della protagonista - il matrimonio, le nascite, i lutti, il rapporto con i figli, i tradimenti del marito, la solitudine e il convento - e la sua faticosa ma costante ricerca di Dio sono il fulcro di questo racconto, mentre sullo sfondo si staglia vivido e toccante l'affresco del Medioevo scandinavo, diviso tra le tradizioni pagane e l'affermarsi della nuova concezione cristiana dell'esistenza. Introduzione di Davide Rondoni.
Obra cumbre de la escritora noruega Sigrid Undset (1882-1949), Cristina, hija de Lavrans está considerada la mejor novela histórica del siglo XX. Narra la vida de Cristina, una joven inmersa en un mundo de pasiones y desesperanzas. Ambientada en la Noruega del siglo XIV, la obra recoge a través de un variado elenco de personajes un paisaje donde la fe aún convive con los restos de las costumbres paganas.
Sigrid Undset recibió el Premio Nobel de Literatura en 1928.