Harry "Coniglio" Angstrom, ex campione di basket del liceo, abbandona la moglie e il figlio piccolo spinto da un impulso improvviso. Harry ha ventisei anni, è immaturo ed egoista, un adulto bambino incapace di prendersi le sue responsabilità. Ma, nella sua erratica fuga da una vita mediocre, lo guida un profondo desiderio di libertà. E la sensazione, radicata e perturbante come una fede, di essere nel giusto, che qualcosa di piú grande vigili su di lui, destinandolo alla salvezza. E sono questo desiderio e questa certezza a farcelo sentire simile come un fratello e a fare di lui un simbolo dell'America. Torna, in una nuova versione, il capolavoro che ha rivelato John Updike come uno dei piú importanti scrittori del XX secolo. Con una postfazione inedita dell'autore.
Il ritorno di coniglio è un romanzo del 1971 di John Updike. E’ la seconda opera dell’autore statunitense avente per protagonista Harry Angstrom, soprannominato coniglio. Il ritorno di coniglio rappresenta quindi il seguito del romanzo precedente, dal tiolo Corri, coniglio. Con la serie dedicata a coniglio, Updike intende descrivere la vita di un uomo mentre attraversa diverse età, dall’età adulta fino alla morte. Nel romanzo ritroviamo Harry “Coniglio” Angstrom, vecchia stella del basket universitario, mentre si accinge ad affrontare una nuova crisi coniugale, mentre si avvicina a un’età in cui non può più considerarsi giovane. Ormai da tempo è tornato a Brewer, in Pennsylvania, la città dove è nato e lavora come linotipista presso un’azienda del luogo. Quando la moglie lo lascia per andare con un altro uomo, Harry e il figlio di tredici anni si sentono perduti. Come farà coniglio a superare le nuove difficoltà? Nel romanzo tornano i temi ricorrenti di Updike, la colpa, il sesso e la morte. Nel romanzo emerge anche il tema del razzismo, argomento dibattuto attraverso la figura di Skeeter, un afroamericano che ha combattuto in Vietnam e ora è un cinico spacciatore di droga. John Updike, con Il ritorno di coniglio, racconta un nuovo capitolo della vita.
George Caldwell è un insegnante che non sopporta più la scuola e i suoi studenti, suo figlio Peter non ha amici, ama Vermeer e soffre di psoriasi. Entrambi sognano di andarsene via dalla cittadina della Pennsylvania in cui vivono. Il sacrificio di uno salverà l'altro, come Chirone con Prometeo? Con "II centauro" Updike dimostrò che con la scrittura sapeva fare tutto. Un'onnipotenza virtuosistica che riesce ancora oggi a incantare il lettore. Basta prendere l'incipit del romanzo o la lunga scena della lezione di astronomia per capire come il minimo dettaglio realistico riesca a caricarsi di significati che lo trascendono, ogni infelicità individuale si proietti nel pulsare di una ferita cosmica. Con i suoi piani narrativi cangianti e l'alternanza (o la mescolanza) tra personaggi realistici e mitologici, è il romanzo più ardito di Updike, forse il più affascinante. Prefazione di Luca Briasco.
Harry "Coniglio" Angstrom, il più irriducibile rappresentante dell'americano-medio, è approdato a una prospera e appagante mezza età. L'America alla fine degli anni Settanta è in un periodo di inflazione galoppante e fiducia molto bassa, ma Coniglio si sente in gran forma e pronto, finalmente, a godersi la vita. Ha ottenuto la rappresentanza della Toyota per la città di Brewer, in Pennsylvania, e dopo ventitré anni di matrimonio è riuscito anche a farsi una ragione della presenza della moglie Janice accanto a sé. Tutto procederebbe dunque per il meglio se all'improvviso non ripiombassero nella sua vita prima il figlio ventenne Nelson, poi l'immagine di un'antica amante ricomparsa dal passato. Due eventi che costringono Coniglio a rimettersi in cerca, con il consueto modo un po' riluttante e ondivago, della sua quieta felicità. E noi a seguirlo, leggendo in tralice, nelle sue peripezie apparentemente banali e borghesi, le irrequietudini, i vizi e le virtù di un'intera nazione. Con un saggio introduttivo di Julian Barnes.
Hanno nomi e professioni diversi gli uomini che popolano questi racconti di John Updike, ma condividono una storia comune: l’infanzia da figli unici in una cittadina di campagna della Pennsylvania, al centro degli affetti e delle tensioni di una famiglia travolta dalla Grande depressione, la fuga verso un’università della costa orientale, il matrimonio, i figli, la vita nei quartieri borghesi, tra feste e tradimenti, il divorzio, un nuovo matrimonio, una vecchiaia fatta di viaggi all’estero e goffi tentativi di mantenere i rapporti con figli di mezza età molto indaffarati e nipoti che oppongono loro una cortese indifferenza. Tormentati dal crescente isolamento, persi nei luoghi stessi in cui sono nati e cresciuti, ossessionati dal pensiero della morte imminente ma ancora percorsi dal desiderio e divisi tra voglia di libertà e doveri familiari, i protagonisti di questo libro bramano un ultimo contatto con la vita, come Fairchild in L’espansione accelerata dell’universo, stranamente rivitalizzato da uno scippo subito durante un viaggio in Spagna, o inseguono occasioni perdute, come Les in Mogli delicate, ossessionato da un amore ormai finito. Dal loro punto di vista distante e straniato Updike disegna un’ultima, commovente mappa di quella fetta di mondo che ha saputo descrivere e raccontare come nessun altro, affidando alle proprie parole, precise e appassionate, il compito di preservare ciò che ormai è cancellato.