"'Bisogna discernere come Roma sia succeduta a Roma, e non soltanto la nuova sopra l'antica, ma le varie epoche della nuova e dell'antica l'una sull'altra'. Cosi scriveva nel 1786 un turista illustre come Johann Wolfang Goethe che aveva intuito come la cultura figurativa del suo presente non potesse prescindere da quella passata e quella passata da quella ancora più remota. Roma con le sue infinite possibilità di lettura ha un filo rosso che tutto contiene e tutto collega: l'antico. È la classicità in tutte le sue forme a rappresentare l'elemento di riferimento costante della cultura figurativa romana. Roma possiede alcuni luoghi nei quali il tempo pare essersi fermato ed è possibile passeggiare o sostare ammirati di fronte ai monumenti antichi o alle rovine ancora imponenti cercando di rivivere la dimensione del passato. Nella straordinaria continuità di vita della "città eterna", il trascorrere dei secoli e l'avvicendarsi degli eventi e degli uomini hanno trasformato lo spazio urbano. Di alcune costruzioni antiche non si è mai persa memoria, anche se a volte il loro significato è stato a lungo frainteso o modificato, come nel caso dei templi trasformati in chiese cristiane; altri edifici sono stati abbandonati e con il tempo sommersi dall'accumularsi degli strati archeologici, fino a che non sono stati riportati alla luce dagli scavi, mirati sotto la guida degli indizi contenuti nelle fonti antiche o semplicemente finalizzati a lavori di manutenzione..." (dall'introduzione)