Il volume si presenta come un suggestivo percorso attraverso protagonisti, dibattiti e riflessioni che precedono, accompagnano e seguono la svolta liturgica voluta dal Vaticano II. Un affresco realizzato da un testimone insigne di quella stagione ecclesiale e insieme un ragionato ripensamento di uno studioso che da sempre si propone di approfondire la relazione della liturgia con la complessiva riflessione teologica e con il fenomeno artistico, nel quadro di una crescente valorizzazione della dimensione estetica che è propria della liturgia rinnovata.
Il testo è costituito di quattro sezioni, secondo una progressione di ordine cronologico. Nella I parte si delinea il profilo di sei protagonisti degli studi liturgici prima del Concilio (Vagaggini, Marsili, Nocent, Neunheuser, Schmidt e Pinell) e si evidenzia il rapporto che questi ebbero con l’istituzione a Roma del Pontificio Istituto Liturgico. Nella II parte vengono prese in esame la storia e le idee della Sacrosanctum Concilium, considerata in tutta la sua vicenda, dalla fase preparatoria alla stesura definitiva, attraverso i numerosi interventi in aula, tra l’11 ottobre 1962 e il 4 dicembre 1963. Nella III parte si rende disponibile una serie di articoli scritti per L’Osservatore Romano, volti a commemorare i 40 anni della Sacrosanctum Concilium attraverso un riesame di quelli che furono temi guida nella stesura del documento conciliare. Nella IV parte l’autore propone dodici interrogativi su altrettanti passaggi emblematici della nuova edizione tipica del Messale romano. Una chiave di lettura del volume offrono sia la prefazione di Cettina Militello che la postfazione di Juan Javier Flores.
Sommario
Prefazione (C. Militello). 4-6 gennaio 2004. I. Prima: da movimento liturgico a scienza teologica. II. Tra l’11 ottobre 1962 e il 4 dicembre 1963: messaggi di un testo. III. A quarant’anni: stessi e diversi.
IV. Dopo: contrappunto sull’oggi e sul domani. Postfazione (J.J. Flores).
Note sull'autore
Crispino Valenziano, laureatosi in filosofia all’Università Gregoriana e presso l’Università di Genova, con F.M. Sciacca di cui fu assistente, ha perfezionato gli studi teologici all’Università di Strasburgo e alla Sorbona, dove ha studiato, ponendosi in maniera critica, lo strutturalismo di C. Lévi-Strauss. Dopo il Vaticano II, ha introdotto per primo l’insegnamento dell’antropologia culturale in contesto teologico presso i centri accademici romani dell’Alphonsianum, dell’Angelicum, dell’Anselmianum, del Claretianum e del Marianum. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: L’anello della sposa. La celebrazione dell’eucaristia, Qiqajon 1993; Vegliando sul gregge. «Senso del pastore» e piani pastorali, Qiqajon 1994; Liturgia e antropologia, EDB 1997; Scritti di estetica e di poietica. Su l’arte di qualità liturgica e i beni culturali di qualità ecclesiale, EDB 2000.
L’autore propone quella che potrebbe definirsi una teologia estetica: non si tratta di un trattato sistematico, ma di un excursus sulla percezione e realizzazione del bello. Il volume è articolato in due parti: la prima, più specifica, sull’arte di qualità liturgica, la seconda, più generale, sui beni culturali di qualità ecclesiale. Rispetto alla vecchia categoria di "arte sacra" è infatti oggi preferibile distinguere un’arte di contenuto genericamente religioso e un’arte di destinazione intrinsecamente liturgica. Per Valenziano l’arte liturgica è come la "calligrafia di Dio", che si esprime nelle forme di immagini liturgiche, musica, parola, ornamento (in particolare i fiori), paramenti sacri, tempo e spazio liturgici. Sin dalle origini i cristiani hanno parlato con espressioni d’arte e la Chiesa non ha mai cessato di produrre cultura, anche se oggi fatica a comunicarla. La sfida del presente è quella di restituire all’arte contemporanea il suo ruolo insostituibile nella costruzione della cultura cristiana.
Sommario. Prefazione. Arte di qualità liturgica. Sei tesi per l’arte cristiana 1. Icone e "calligrafia di Dio".
2. Riflessi antropologici dell’iconografia e dell’iconologia teologica. 3. Eco antropologica della musica liturgica.
4. "Vedere la Parola". Liturgia e ineffabile. 5. Florete flores! Tra simbolizzazioni e allegorizzazioni. 6. Usi e invenzione, reinvenzioni e senso della casula. 7. Tempo e tempio non-ritagliato. L’oggi pasquale e l’edificio chiesa. Beni culturali di qualità ecclesiale. Di Caos e di Kosmos. Ad Amica Teosofa. 8. Estetica e poietica sacramentali. 9. Prospettive spirituali e pastorali. 10. Mixtum vel merum? Tra conservazione e fruizione, memoria e sviluppo.
11. Formazione ecclesiale dei produttori e dei prodotti. 12. Verso un "umanesimo culturale" cristiano.
Destinatari. Il testo proviene dall’esperienza didattica e ha come destinatari privilegiati studiosi, docenti e studenti di liturgia e antropologia; mira tuttavia a interessare anche sacerdoti e altri operatori soprattutto della pastorale liturgica.
Autore. Crispino Valenziano, laureatosi in filosofia all’Università Gregoriana e presso l’Università di Genova, con F.M. Sciacca di cui fu assistente, ha perfezionato gli studi teologici all’Università di Strasburgo e alla Sorbona, dove ha studiato e criticato lo strutturalismo di C. Lévi-Strauss. Dopo il Vaticano II, ha introdotto per primo l’insegnamento dell'antropologia culturale in contesto teologico presso i centri accademici romani dell’Alphonsianum, dell’Angelicum, dell’Anselmianum, del Claretianum e del Marianum. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo L’anello della sposa. La celebrazione dell’eucaristia, Qiqajon 1993; Vegliando sul gregge. "Senso del pastore" e piani pastorali, Qiqajon 1994; Liturgia e Antropologia, EDB 1997.
Liturgia e antropologia, scienza teologica l'una, scienza umana l'altra: il problema, il loro rapporto. L'autore presenta il suo studio affermando che esso "ha genesi bizzarra" e tuttavia "d'origine controllata", dove il "controllo" è da intendere come parte della sua esperienza personale anche, e non solo, di docente presso il Pontificio istituto liturgico romano.
Decretando gli onori liturgici a fra' Giovanni da Fiesole, ho inteso riconoscere la perfezione cristiana al sommo pittore, innovatore efficace e sincero della spiritualità artistica, ma ho voluto anche testimoniare il profondo interesse della Chiesa al progresso della cultura e dell'arte e al dialogo con esse. Giovanni Paolo II
L'apostolo e evangelista Luca e il discepolo Nicodemo sono ricordati come il primo iconografo e il primo scultore cristiani: questo prova l'esistenza di una Tradizione di Arte Sacra che fa capo all'insegnamento diretto di Gesù Cristo.