Ogni giorno Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca, annota in un diario gli avvenimenti della sua vita e della vita della sua famiglia. Naturalmente, poiché è stato educato a non mentire mai, dice sempre la verità, anche quella che non dovrebbe o potrebbe dire, o che le sorelle e i loro fidanzati, poi mariti, non vorrebbero si sapesse. E, certo, combina un sacco di guai per merito dei quali viene chiuso nel collegio Pierpaoli dove non solo non si educa, bensì diviene l'anima di una ribellione contro la falsa e tirannica disciplina che vi è imposta da una ridicola ma prepotente coppia di proprietari direttori. Il diario diviene così la protesta e la rivolta di un ragazzo contro il mondo conformista e soffocante dei "grandi". Non per nulla Vamba dedicò il Giornalino "ai ragazzi d'Italia perché lo facciano leggere ai loro genitori". Diffusa in ogni pagina del diario c'è una scintillante comicità tutta toscana. Età di lettura: da 9 anni.
Scritto sotto forma di diario, "Il giornalino di Gian Burrasca" è ambientato in Toscana. Giannino Stoppani, soprannominato Gian Burrasca per la sua indole indisciplinata e ribelle, ne è il protagonista. È il quarto figlio (unico maschio) di una famiglia benestante; al suo ottavo compleanno riceve in dono dalla madre il giornalino, su cui annota le avventure e le marachelle che combina ai danni di famigliari e conoscenti. Icona della "simpatica canaglia", Gian Burrasca, con la sua candida sincerità e l'insofferenza verso le convenzioni, è un antieroe che sovverte l'ordine costituito. In perenne antagonismo con il mondo degli adulti, viene bombardato da richieste contraddittorie che ne mettono in luce tutte le ipocrisie: deve dire la verità, ma quando lo fa viene rimproverato, i grandi a parole difendono dei valori, ma poi nei fatti si comportano diversamente... Gian Burrasca, alla fine, diviene il paladino dell'onestà e della sincerità, e non si può fare a meno di sentirsi solidali con lui leggendone le esilaranti avventure. Età di lettura: da 7 anni.
Tra il 1907 e il 1908 Gian Burrasca appare a puntate su "Il Giornalino della domenica". Nel 1920, l'autore raccoglie la serie e ne fa un libro, siglandolo con lo pseudonimo di Vamba. Protagonista della storia è Gian Burrasca che, con l'ingenuità propria dei suoi nove anni, combina sempre guai e scherzi, sorvegliando le azioni dei familiari, dei maestri e degli amici di casa. L'indiavolato monello vede ciò che i grandi credono che i bambini non possano vedere e, sincero fino in fondo, si fa giudice delle azioni dei suoi familiari, smascherando l'ipocrisia del mondo borghese di fine secolo, il perbenismo dell'educazione e il malcostume politico.
Giannino Stoppani, soprannominato dai genitori Gian Burrasca per via dei guai che combina, annota in un diario gli avvenimenti della sua vita. Dice sempre la verità, anche quando non dovrebbe, creando situazioni imbarazzanti per le sorelle e i rispettivi fidanzati, e fa dispetti a chiunque gli capiti a tiro. Così il padre decide di mandarlo in collegio. Qui, però, invece di migliorare, Giannino entra a far parte della società segreta "Uno per tutti e tutti per uno" e, insieme ai suoi compagni, insorge contro la tirannia dei direttori. Il diario diventa così il simbolo della rivolta di un ragazzo contro il mondo degli adulti e, dopo cent'anni dalla sua pubblicazione, continua a far divertire grandi e piccini. Introduzione di Dario Fo. Età di lettura: da 10 anni.
Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca dai familiari per le sue monellerie, è un bambino che si caccia continuamente nei pasticci. Finisce regolarmente punito e sgridato perché porta alle estreme conseguenze, con tutta la carica di irrefrenabile entusiasmo della sua giovane età e del suo “buon cuore”, quelle massime di sincerità, onestà e rispetto per “chi ne sa più di lui” che gli adulti gli hanno insegnato.
Il diario dello scatenato Gian Burrasca continua a divertire, a un secolo di distanza, lettori grandi e piccini.
L'Autore
Luigi Bertelli (Firenze 1860 - Firenze 1920), noto con lo pseudonimo di Vamba, è stato uno scrittore e giornalista italiano. Ispirato da idee mazziniane e repubblicane, si distinse per uno stile pungente e satirico che lasciò un segno nella storia della pubblicistica italiana. Da commentatore e giornalista politico finì per dedicarsi alla letteratura per ragazzi fondando il «Giornalino della Domenica», un innovativo periodico del settore. Su questo settimanale, a partire dal 1907, comparve a puntate la sua opera più celebre, «Il giornalino di Gian Burrasca», pubblicata in volume nel 1912 e considerata ormai un classico.
Una ne fa e cento ne pensa quella peste di Giannino Stoppani! E così, per tutti i disastri che ha combinato, le sue innumerevoli vittime gli hanno appioppato l'azzeccatissimo soprannome di Gian Burrasca. Quando, per il suo compleanno, Giannino riceve in dono un bel diario, decide di raccontare, dal suo personalissimo punto di vista, i fatti e i misfatti che lo vedono protagonista. Ed è così che, da un fatidico mercoledì 20 settembre, ci rivela giorno per giorno i suoi pensieri e le sue avventure, con grande scorno di parenti, maestri e compagni di scuola, che sono i suoi bersagli preferiti, e per il puro divertimento dei suoi lettori. Età di lettura: da 10 anni.
Un soprannome diventato ormai proverbiale, sinonimo di piccola peste: Gian Burrasca. Così in famiglia è chiamato il piccolo Giannino Stoppani. Lui, nove anni e una vivacità incontenibile, si diverte a creare scompiglio, a combinare un guaio dopo l'altro, a mettere a soqquadro il collegio Pierpaoli, e riporta nel suo diario ogni marachella e ogni castigo. Ingenuo, spensierato e fin troppo sincero, Gian ha una naturale predisposizione a sovvertire, a contestare l'autorità degli adulti, a irriderne le regole noiose. Pubblicato a puntate su "Il giornalino della domenica" tra il febbraio 1907 e il maggio 1908, "Il giornalino di Gian Burrasca" uscì poi in volume nel 1912. Introduzione di Lina Wertmüller.
Inizialmente pubblicato a puntate sul "Giornalino della Domenica" tra il 1907 e il 1908, il libro è scritto in forma di diario: il diario di Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca. Questo soprannome, datogli in famiglia a causa del suo comportamento molto irrequieto, è divenuto col tempo un nuovo modo di definire tutti i ragazzini "discoli". E Giannino di guai ne combina davvero tanti: fa scappare i fidanzati delle sorelle, rompe vasi, allaga la casa, strappa l'unico dente di Zio Venanzio, dipinge di rosso il cane di Zia Bettina, tira l'allarme di un treno... Alla fine i genitori decidono di mandarlo in collegio. Anche qui, tuttavia, riuscirà a combinarne di tutti i colori, ottenendo anche di sostituire la solita minestra di riso con la pappa col pomodoro. Età di lettura: da 10 anni.
Ogni giorno Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca, annota in un diario gli avvenimenti della sua vita e della vita della sua famiglia. Naturalmente, poiché è stato educato a non mentire mai, dice sempre la verità, anche quella che non dovrebbe o potrebbe dire, o che le sorelle e i loro fidanzati, poi mariti, non vorrebbero si sapesse. E, certo, combina un sacco di guai per merito dei quali viene chiuso nel collegio Pierpaoli dove non solo non si educa, bensì diviene l'anima di una ribellione contro la falsa e tirannica disciplina che vi è imposta da una ridicola ma prepotente coppia di proprietari-direttori. Il diario diviene così la protesta e la rivolta di un ragazzo contro il mondo conformista e soffocante dei ''grandi''. Non per nulla Vamba dedicò il Giornalino ''ai ragazzi d'Italia perché lo facciano leggere ai loro genitori''. Diffusa in ogni pagina del diario c'è una scintillante comicità tutta toscana.