Chi ha inventato la posizione eretta? L'homo sapiens o la femmina ludens? La nostra storia inizia quando Lei, femmina ludens, per darsi un nuovo portamento libera le mani, non le usa più per muoversi, sta ritta su due piedi. La biologia ci dice che nel mondo animale è il maschio a sedurre. E lui che si pavoneggia mostrando brillanti colori, eseguendo danze sinuose, offrendo cibo alla compagna: il fine è la procreazione. Nella specie umana è invece la femmina che, ispirandosi al mondo naturale e a quello celeste, inventa differenti canali di comunicazione seduttiva. Per affrancarsi dai vincoli dell'estro e dagli sguardi predatori dei maschi ansiosi di inseminarle, le femmine erectae inventeranno tutta una serie di trucchi che le porteranno a differenziarsi dagli altri mammiferi. Dalle caverne ai giorni nostri, il libro percorre simboli e riti che tracciano un percorso originale. Conversando con dee, tradizioni ancora vive, immagini scolpite nella pietra o dipinte sui corpi, interrogando i simboli e i sogni, saremo condotte a ritrovare nel trucco l'arte magica di consacrare il corpo. Per portare la mente lontano dalle preoccupazioni del quotidiano verso un mondo di bellezza divina, di autenticità, di creatività. Luisella Vèroli immagina la vita delle nostre antenate, i progressi che facevano nella ricerca del bello e del sacro. A questi racconti, uno per capitolo, affianca le conoscenze che ha acquisito nello studio di archeologia, mitologia, antropologia; i reportages dei suoi "scavi" in India, Turchia, Kurdistan, Cipro; schede sulle dee che via via hanno incarnato "la Signora del Cosmo" e sui simboli della bellezza femminile: il seno, le mani, la bocca, gli occhi le orecchie i piedi. Ricette e divagazioni di Maria Luisa Parazzini.
Miti, riti del divino ancestrale e simboli dell'eros vengono rievocati da Luisella Veroli per dialogare con l'immaginario. Per rivivere la storia delle nostre origini, l'autrice intraprende un viaggio alla ricerca di luoghi di culto preistorici che la porterà a ritrovare, in Dordogna, il più antico santuario dimenticato della Dea Luna e, nel greto abbandonato di un fiume, una neolitica "'pietra della vita", come preannunciato da un sogno. Ci si addentra così in un percorso iniziatico al femminile. Mentre gli itinerari spirituali al maschile vanno da un perdersi iniziale nella materia, nell'oscuro, nelle tenebre (Apuleio nell'Animalità, Dante nell'Inferno, Goethe nella Magia) a un tendere verso la luce, verso l'ascesi, qui il percorso è inverso: dalla solarità di Afrodite alla discesa nell'ombra, nell'utero della Madre Terra, sino a sfiorare la materia incandescente da cui proveniamo. L'opera è corredata da un itinerario iconografico che aiuta ad avvicinarsi alle opere d'arte delle origini e agli archetipi del femminile, alla maniera degli antichi iniziati che si lasciavano fecondare dall'ambivalenza dei simboli custodendone il segreto. La prefazione di Alda Merini, gli "autografi alla luna" di Vivian Lamarque, la veste grafica di Paola Varani, e il dialogo sull'enigma della bellezza di Lella Ravasi Bellocchio rendono questo libro simile a un magico vaso di terracotta.