Della tragedia che ha decimato gli armeni nell'Impero Ottomano durante la Grande Guerra molto è stato scritto; ma diversi aspetti restano ancora in ombra, come il ruolo svolto dalla Santa Sede. Le carte dell'Archivio Segreto Vaticano e di quello storico della Segreteria di Stato, qui selezionate, non offrono solo l'ennesima testimonianza della strage, ma rivelano, con i tre appelli di Benedetto XV al Sultano, le lettere del Segretario di Stato Gasparri, i rapporti del delegato apostolico a Costantinopoli Dolci e quelli inviati dai Nunzi, tra cui Eugenio Pacelli, futuro Pio XII, l'incessante opera della Chiesa a favore degli armeni e dei cristiani, presi allora nel vortice di una tremenda persecuzione a cui il mondo dapprima ha voltato le spalle, per poi dimenticarla per lungo tempo. Prefazione di Antonia Arslan
La storia di Pierino Clemente Maino, nato nel 1920, che è stato religioso dei Figli dell'Immacolata Concezione, infermiere e missionario in un villaggio di lebbrosi nel Camerun (dal 1970 al 1974). Tra quei malati ha realizzato il suo sogno. In suo onore è nata l'Associazione Volontari Dokita onlus formata da volontari e operatori, laici e religiosi, impegnati in progetti di solidarietà e di promozione umana in Italia eall'estero. "Nella vicenda narrata da Viganò, nei quattro anni passati da Clemente Maino a Sangmélima, c'è la scelta radicale per un contesto piagato e "scartato - direbbe Bauman - quale quelloafricano. [...] Una storia che meritava di essere scritta, una storia che ci parla di due mondi che diventano uno, di un'Eurafrica grande e bella, da scoprire e costruire di più" (dalla prefazione di Andrea Riccardi)
La storia del mondo non è altro che la biografia di grandi uomini, ed è grande colui che persegue l'ideale e lo rende partecipe agli altri con la propria vita. Nato in un paese del Trentino, per alcuni mesi dell'anno all'oscuro del sole, padre Emilio Maroni ha attraversato il secolo delle grandi guerre, della crescita e delle riforme ricercando con una gioia caritatevole e un animo innovativo lo splendore della libertà. Quella propria, contrastata da incertezze e fatiche; e quella di coloro che gli erano affidati dalla Congregazione a cui aveva fatto voto. Maestro e sacerdote, Mili, come era chiamato, ha lavorato al riscatto di esistenze adombrate da fragilità e impedimenti: in particolare quelle dei disabili, a partire dagli anni '60, prima a Erba e poi a Cantù. E proprio qui ha svolto il suo ultimo impegno: promuovere la Cooperativa Il Gabbiano, con cui vedeva compiersi l'ideale di vite finalmente rischiarate dall'amore, sollevate oltre le barriere della paura e del pregiudizio.
Leggere oltre il tempo è profezia, leggere il presente è scienza. Dopo circa trent’anni dalla diffusione pandemica dell’AIDS, la vita apre spiragli non più a malati isolati dalla società, ma a persone in lotta per il futuro. Il libro presenta un sentiero di carità umanamente arricchente per tutti, sani e malati; una strada al termine della quale si scopre che solo l’uomo spirituale sa rispondere appieno alle esigenze, alle povertà, alle ferite, alle domande dell’uomo malato.