La questione dell'intercultura e dell'immigrazione è e sarà sempre attuale nel panorama culturale, sociale e clinico nel nostro paese. Questo lavoro intende, a partire dalla nostra esperienza pratica e dalla prospettiva della psicoanalisi, provare a costruire un ragionamento sul tema che vada al di là delle due posizioni semplicistiche che vanno per la maggiore: da un lato la chiusura allo straniero, vissuto come presenza intrusiva e destabilizzante per la nostra cultura di appartenenza; dall'altro il vuoto moralismo che incentiva a incontrare la diversità senza tenere conto delle reali difficoltà culturali che questo comporta. Cosa significa incontrare lo "straniero"? Come incontrare quella stessa alterità che alberga in noi stessi, quella parte di noi che sfugge alla nostra consapevolezza e al nostro controllo e che prende il nome di inconscio?
Un pamphlet-saggio, scritto con linguaggio giornalistico, ricco di riferimenti a slogan, canzoni, film, libri dell’epoca. Per dimostrare che la vera rivoluzione il Sessantotto l’ha compiuta non nel pubblico, ma nel privato. E al centro di questo mutamento è stata proprio la “questione del padre”, la contestazione della sua figura e del suo ruolo, ma anche la ricerca di un interlocutore, di un “qualcuno” che rispondesse alle domande di chi si affacciava alla vita “adulta” scontento di ciò che vedeva intorno a sé.