pubblica dopo alcuni anni di silenzio. Gli aggettivi: globale, creativa, innovativa si sono sprecati nel sostituire i vecchi epiteti di parassitaria, sprecona, arretrata. È possibile sottrarsi al rumore della propaganda per tracciare la direzione del mutamento di Roma? È possibile farne un caso urbano che si confronta col panorama del cambiamento globale senza perdere la sua specificità? Riprendere il filo dell'analisi lì dove si era interrotto è il proposito che il libro si pone. Per capire come sia possibile la trasformazione da "Capitale infetta" a metafora del successo urbano, e se questo successo non nasconda comunque dietro di sé la versione romana della crisi che attanaglia il paese. Questo volume tenta di costruire Roma come caso di città mediterranea utilizzando sociologicamente i contributi acquisiti di storia urbana, urbanistica, ecc., ed unendoli all'analisi dei dati secondari per arrivare ad un utile approccio di sociologia urbana che si confronti con tre fratture. La prima è quella fra Roma e la sua provincia, che comincia a funzionare da periferia. La seconda è quella fra le varie periferie di Roma, con percorsi e destini diversi tra loro. La terza, quella che le sintetizza tutte, è quella tra centro e periferia. Il risultato è che la crescita di Roma è diversa nella continuità e assume un altro significato, perché nuovo è il contesto in cui avviene.