Per millenni filosofi, teologi e scienziati non sono riusciti a trovare risposte verificabili alle domande che definiscono il significato stesso dell'esistenza umana: che cosa siamo e che cosa ci ha resi quello che siamo. Nel suo esame della storia evolutiva, Wilson si spinge qui più indietro di quanto abbia mai fatto, consegnandoci un testo che mette in luce le origini profonde delle società animali e di quella umana. L'unico modo per comprendere il comportamento umano è cercare di conoscere le storie evolutive, lunghe e complesse, delle specie non umane. Tra queste almeno diciassette specie (roditori e gamberi tra gli altri) hanno sviluppato società avanzate e basate su livelli di altruismo e cooperazione simili a quelli che osserviamo tra gli esseri umani. Sulla scia di Darwin, che suggerì di studiare le origini dell'umanità tenendo conto del comportamento delle scimmie antropomorfe, Wilson sintetizza le più aggiornate ricerche svolte nel campo delle scienze dell'evoluzione, realizzando un'opera concisa ma rivoluzionaria sulla genesi della società umana. Prefazione all'edizione italiana di Telmo Pievani.
“La creatività è il carattere distintivo della nostra specie e ha come fine ultimo la comprensione di noi stessi.” Così Wilson avvia la sua analisi delle discipline umanistiche e dei rapporti che le legano a quelle scientifiche. Ripercorrendo l’evoluzione della creatività dai nostri antenati primati fino ai moderni esseri umani, l’autore spiega come le discipline umanistiche, spronate dall’invenzione
del linguaggio, abbiano giocato un ruolo cruciale nel definire la nostra specie. Passando in rassegna un’ampia varietà di attività creative – dall’istinto di realizzare giardini all’uso delle metafore e dell’ironia nel parlare fino alla forza della musica e delle canzoni –, Wilson auspica la nascita di un “Terzo Illuminismo”, nel quale l’amalgama dell’ambito scientifico e di quello umanistico ci garantirà una conoscenza più approfondita della condizione umana, chiarendo quale sia stata la sua origine.
Uno dei maggiori biologi viventi affronta le domande più ambiziose che l'uomo, unica specie animale capace di riflettere su di sé e sul senso della propria vita, si pone da sempre. Oggi, ci dice Edward Wilson, gli enormi progressi fatti dalla scienza ci offrono gli strumenti concettuali per inquadrare in un discorso credibile fenomeni come la religione, la fede in un'entità sovrannaturale, l'idea di una finalità e la presenza di altre forme di vita nell'universo. La spiegazione di tutti questi aspetti, che rimandano al più generale significato dell'esistenza umana, secondo Wilson risiede nella storia biologica ed evolutiva dell'uomo: quell'epopea, cominciata con i primi passi mossi da Homo Sapiens nell'Africa orientale duecentomila anni fa, in grado di gettare luce sul motivo per cui su questo pianeta esiste una specie come la nostra.
Ispirandosi alle "Lettere a un giovane poeta" di Rilke, Edward Wilson, il creatore delia sociobiologia, condensa qui sessant'anni di ricerca e didattica. Ci offre ventun lettere, ognuna arricchita di belle illustrazioni, dense di aneddoti autobiografici che illuminano la sua carriera e le sue profonde motivazioni a diventare un biologo. Il successo nella scienza dipende non tanto da abilità matematiche o da un elevato quoziente d'intelligenza quanto dalla passione che spinge a individuare un problema e a impegnarsi nella sua soluzione. Dal collasso delle stelle all'esplorazione delle foreste pluviali, dalla struttura dei fondi oceanici alla "società delle formiche", Wilson instilla nel lettore l'amore per le infinite meraviglie della natura e il rispetto per l'umile posto che l'essere umano occupa nell'ecosistema del pianeta.
La conquista sociale della Terra è un’innovativa storia dell’evoluzione, resa in una prosa raffinata e stimolante. L’autore delinea lo sviluppo di Homo sapiens dallo stadio iniziale alle più importanti conquiste creative. Nel rielaborare la storia dell’evoluzione umana, attinge alla sua straordinaria conoscenza della biologia e del comportamento sociale per illustrare l’origine della nostra condizione attraverso una limpida e incalzante narrazione. Wilson mostra come, dagli insetti sociali all’uomo, l’evoluzione non sia stata sospinta solo dall’egoismo genetico e dalla competizione individuale, ma anche dallo sviluppo di comportamenti sociali e cooperativi sempre più elaborati all’interno dei gruppi. È stata una forza evolutiva a guidare la “conquista sociale della Terra” da parte dell’uomo. Ora però abbiamo accelerato a tal punto, attraverso una crescita non regolamentata e incondizionata, da minacciare il pianeta così come lo conosciamo. La conquista sociale della Terra presenta una provocatoria teoria delle nostre origini che delinea l’evoluzione del vivente “da un inizio tanto semplice” all’attuale e pericolosa “civiltà delle Guerre Stellari”. Il risultato è la più importante storia dell’evoluzione sociale, animale e umana di questi ultimi anni.
L'idea di una società coesa e solidale, retta da regole inflessibili, dove ciascuno ha un compito ben definito e nulla è lasciato al caso - simile dunque a un meccanismo perfetto che si muova sulla scena globale come un tutt'uno -, ha sempre affascinato i filosofi, e spesso gli insetti sociali sono stati assunti come modello anche per gli umani. Saggiamente, nel celebrare "la bellezza, l'eleganza e la stranezza delle società degli insetti", Hölldobler e Wilson si astengono da arbitrarie, quanto scontate, estrapolazioni sociopolitiche e restano saldamente ancorati all'ambito che è loro più congeniale, quello della natural history, la biologia sul campo. A differenza dei biologi di orientamento teorico-sperimentale, condividono infatti il gusto per l'osservazione della natura e la minuziosa raccolta di dettagli, unicamente motivati dalla passione per il proprio soggetto. E di questa indagine è frutto "Il superorganismo", destinato a modificare radicalmente il nostro modo di guardare le società degli insetti. Protagoniste sono, ancora una volta, le formiche. Presso questi animali prodigiosi - come presso gli altri insetti "eusociali", api e termiti - la divisione del lavoro è così rigorosa da non risparmiare neppure i neonati o la funzione riproduttiva: da un lato la regina madre e gli inoffensivi maschi addetti all'inseminazione, dall'altro la casta delle operaie sterili dedite alla cura della prole regale o impiegate in missioni ad alto rischio.
Da un grande studioso, due volte premio Pulitzer, un'opera fondamentale capace di guidarci lungo il processo evolutivo e le sue brusche interruzioni, per farci aprire gli occhi sul futuro del nostro pianeta.