La relazione tra vita famigliare e vita lavorativa è, oggi, estremamente complessa. Con la rivoluzione industriale e il processo di emancipazione femminile, i rapporti e gli equilibri fra le due parti sono cambiati profondamente. Oggi prevalgono forme di famiglia diversificate nelle quali l’accento è posto sull’autorealizzazione; tuttavia, anche da un punto di vista economico, solo la gratuità e la reciprocità nella relazione possono favorire l’armonia tra lavoro e famiglia, base necessaria per la costruzione di una corretta vita sociale. Ambedue economisti, i coniugi Zamagni mettono a disposizione del lettore la loro conoscenza professionale ed esperienza di vita.
Destinatari
Coniugi, professionisti, sacerdoti.
Autori
Stefano e Vera Zamagni, coniugi, ambedue economisti e professori universitari, da tempo collaborano con la CEI per i temi connessi al rapporto tra lavoro e famiglia. I campi di ricerca coltivati in comune includono l’economia civile, la cooperazione e lo sviluppo economico, con un approccio teorico e di storia del pensiero (Stefano) e storico-quantitativo (Vera). Genitori e nonni felici, trovano nella vita famigliare la spinta per il loro lavoro. Tra i volumi di Stefano Zamagni ricordiamo: Economia ed etica. La crisi e la sfida dell’economia civile (La Scuola, 2009) e Avarizia. La passione dell’avere. I 7 vizi capitali (Il Mulino, 2009), invece tra i volumi di Vera Zamagni: Dalla rivoluzione industriale all’integrazione europea. Breve storia economica dell’Europa contemporanea (Il Mulino, 1999) e Dalla periferia al centro. La seconda rinascita economica dell’Italia (1861-1990) (Il Mulino, 2003). Insieme hanno pubblicato La cooperazione (Il Mulino, 2008)
A cinque anni dall'uscita del primo "Libro bianco", l'Agenzia per il Terzo settore propone al pubblico - specialistico e no - ai "policy makers", agli addetti ai lavori e alla società civile nel suo complesso, una nuova edizione del "Libro bianco sul Terzo settore". Frutto di un lungo e articolato lavoro di ricerca e di studio intersettoriale condotto da un'equipe di economisti, giuristi, dottori commercialisti, politologi, sociologi, protagonisti del volontariato e della cooperazione, questo volume vuole offrire una chiave di lettura del complesso e sfaccettato mondo del non profit italiano. Ancor di più, il "Libro bianco" intende fornire ai diversi "stakeholders" preziosi e innovativi strumenti di progettazione, di programmazione e per la risoluzione delle problematiche ancora aperte. Partendo da un'attenta analisi intorno al passato e al presente del Terzo settore italiano, dai suoi punti di forza e dai nodi ancora da sciogliere (dalle questioni tributarie, ai problemi iden-titari, del finanziamento, della governance e della rendicontazione degli enti, fino all'urgenza di una riforma della legislazione di riferimento), e neppure trascurando un raffronto con il panorama internazionale, il "Libro bianco sul Terzo settore" si pone l'obiettivo di "slegare il Terzo settore italiano", permettendogli così di "contribuire ad assecondare il progresso morale e civile del paese".
«La Dottrina Sociale non è una premessa di carattere moralistico, entra nel vivo dei problemi che sono in questione e porta un orizzonte, un occhio, una preoccupazione che rende più concreta la lettura dei fenomeni e la loro eventuale soluzione (…) occorre recuperare il protagonismo della perso- na in tutte le sue articolazioni, anche la vita delle società è una articolazione della persona per la Dottrina Sociale, perché la società nasce dall’esercizio che le persone e i gruppi fanno dei loro diritti fondamentali quindi la società non è un dato meccanico che precede la persona, la società è il frutto dell’esercizio che la persona fa dei suoi diritti fondamentali a capo dei quali sta la libertà».
S.E. Mons. Luigi Negri (tratto dalle Conclusioni)
La crisi eccezionale che dal mondo della finanza è giunta fino all'economia reale spinge a rivalutare la validità dei principi teorici e delle metodologie di studio applicate ad oggi in questo settore. Questo volume vuole riprendere l'antica questione alla base della scienza economica: la dimensione etica delle scelte legate al mondo dell'economia. Il passaggio dall'utilitarismo individualista all'economia civile lascia i confini dell'utopia per disegnare nuove possibilità di sviluppo globale, che non lascino esclusi milioni di persone.
Indossando di volta in volta i panni dell'avidità, della cupidigia, dell'usura, della concupiscenza, della taccagneria o della grettezza, la vocazione camaleontica dell'avarizia è tale che essa può talvolta assumere anche le sembianze della virtù. E' il vizio più "economico" dei sette ed è un economista ad indagare le ragioni per le quali nel corso del tempo, a partire dalla tarda antichità, esso sia andato soggetto ad una pluralità di slittamenti semantici, secondo un'alternanza che non trova riscontro in nessuno degli altri vizi capitali. Da radice di tutti i mali e quindi primo dei vizi, l'avarizia diverrà seconda alla superbia durante l'alto Medioevo, per ritornare al primo posto all'epoca della Rivoluzione commerciale, e trasformarsi poi nell'Umanesimo civile - con un altro mutamento di prospettiva - in impulso alla prosperità. Nell'ultimo quarto di secolo, l'avarizia è tornata ad essere vizio, quello che più di ogni altro è cresciuto in maniera spettacolare. L'avaro di oggi è posseduto dalle cose, accumula e conserva ma non usa, possiede ma non condivide. La sua infelicità è un fallimento della volontà o della ragione?
Stefano Zamagni insegna Economia politica nell'Università di Bologna e alla Johns Hopkins University di Bologna. E' presidente dell'Agenzia per le Onlus. Tra le sue pubblicazioni per il Mulino "Economia civile" (con L. Bruni, 2004), "Teoria economica e relazioni interpersonali" (con P.L. Sacco, 2006), "La cooperazione" (con V. Zamagni, 2008), "Laicità e relativismo nella società post-secolare" (con A. Guarnieri, 2009).
Attraverso tre direttrici - voci teoriche, esperienze e personaggi (studiosi, operatori e imprenditori) - il Dizionario intende dare "voce" alla dimensione civile dell'economia. Partendo dalla convinzione che il mercato, l'impresa e l'economico sono in sé luoghi anche di gratuità e fraternità, l'economia civile propone un umanesimo a più dimensioni, in cui il mercato non è combattuto, ma vissuto come luogo aperto anche ai principi di reciprocità e di solidarietà e perciò capace di costruire la città. Una scienza e prassi economica che fanno posto al principio del dono dentro (non a latere) la teoria economica.
È possibile umanizzare l'economia? È possibile coniugare mercato e bene comune? E se sì, quale via percorrere? Tale domanda, oggi ricorrente in economia, guida la ricerca dell'Autore. Ciò che caratterizza il bene comune è il fatto che in esso l'interesse di ogni individuo si realizza assieme a quello degli altri, non già contro (come accade nel bene privato) né a prescindere dall'interesse degli altri (come nel bene pubblico). Partendo da questa analisi Zamagni individua nel principio di reciprocità - per cui "io ti do liberamente qualcosa affinché tu possa a tua volta dare, secondo le tue capacità, ad altri o eventualmente a me "- la chiave di volta di un nuovo sistema economico, basato sulla cultura della fraternità, capace di porre al centro e come fine dell'attività produttiva l'uomo, ed essere garanzia di una convivenza armoniosa e capace di futuro.
Sottolineando la natura strategica delle decisioni economiche e il carattere politico che esse assumono, il manuale affronta gli aspetti fondamentali dell'economia politica. Le dimensioni micro e macro sono valutate sia in riferimento alle economie di mercato perfette, sia a economie che funzionano con mercati imperfetti, concentrando l'analisi sull'Europa e sull'area dell'euro.
Questo Profilo di storia del pensiero economico non è una rassegna cronologica delle scoperte scientifiche in economia politica, nè una galleria di ritratti dei principali autori. Tratto caratteristico di questa opera è quello di presentare le antiche teorie non come qualcosa del passato, ma come attualità; e le teorie contemporanee - quelle dell'ultimo cinquantennio - non come verità acquisite una volta per tutte, ma esse stesse come storia. Questo secondo volume abbraccia gli sviluppi contemporanei del pensiero economico dal secondo dopoguerra ad oggi. Il capitolo finale, dedicato alla situazione attuale della scienza economica, chiarisce il senso in cui va vista la fase critica che la disciplina sta attraversando: e cioè positivamente, come una crisi salutare.
Questo Profilo di storia del pensiero economico non è una rassegna cronologica delle scoperte scientifiche in economia politica, nè una galleria di ritratti dei principali autori. Tratto caratteristico di questa opera è quello di presentare le antiche teorie non come qualcosa del passato, ma come attualità; e le teorie contemporanee - quelle dell'ultimo cinquantennio - non come verità acquisite una volta per tutte, ma esse stesse come storia. Questo primo volume si occupa degli sviluppi del pensiero economico dalle origini, dall'umanesimo civile, fino a J. M. Keynes. Il libro si rivolge a studenti e studiosi interessati a conoscere le radici prossime e remote del discorso economico, così come oggi viene inteso.