Questo studio affronta uno dei temi più spinosi e discussi nella storia dell'Italia repubblicana: il rapporto tra il PCI e l'URSS durante la guerra e il primo dopoguerra. Il libro si avvale di un'importante documentazione di parte sovietica; da questa, e soprattutto dai resoconti degli incontri di Togliatti e degli altri dirigenti del PCI con l'ambasciatore sovietico a Roma, emerge un quadro stupefacente dell'allineamento del partito italiano agli obiettivi della politica estera sovietica. Pubblicato con grande successo nel 1997, premio Acqui Storia nel 1998, il libro viene ripresentato oggi in un'edizione profondamente rivista e ampliata.
A seguito dell'alleanza tedesco-sovietica siglata in agosto, nel settembre 1939 i tedeschi invadevano la Polonia, scatenando la seconda guerra mondiale. In pari tempo l'Urss entrava in Polonia da est; durante quel periodo di occupazione, i sovietici catturarono migliaia di soldati dell'esercito polacco, e nell'aprile 1940 a Katyn fucilarono circa quindicimila tra ufficiali e "nemici di classe". Il massacro venne poi scoperto dai nazisti allorché a loro volta occuparono quelle aree dopo l'attacco all'Urss. Quella scoperta fu l'inizio di una guerra di propaganda e disinformazione destinata a durare decenni.
Il crollo improvviso dell'impero sovietico è stato forse l'unico caso di collasso di una superpotenza e del suo sistema mondiale, verificatosi in tempo di pace e per ragioni essenzialmente interne. Questo libro ricostruisce le fasi di ascesa, maturazione e successiva degenerazione della società sovietica, tracciando un affresco di settant'anni di storia comunista.