Questo volume raccoglie i frutti di un lungo e intenso lavoro di ricerca e di riflessione attorno a una vicenda particolarmente densa di significato nella cultura medioevale: quel complesso di scontri e incontri teologici che ebbero rispettivamente in Pietro Abelardo e Bernardo di Chiaravalle le personalità simbolo, incarnazione di due diversissimi modi di intendere la filosofia e la teologia. Abelardo esponente di una linea di pensiero che privilegiava la logica e la dialettica, Bernardo maestro di una retorica imbevuta di Sacra Scrittura. Sullo sfondo sta la problematica dei differenti e talora contrastanti modi in cui la nuova cultura delle scuole e la tradizione monastica avevano riproposto il messaggio cristiano in forme di pensiero filosofiche e teologiche, in modelli di vita spirituale, in strutture scolastiche. Da un lato la teologia monastica, concreta e inserita nella realtà, mirava alla costruzione di un itinerario personale verso Dio fatto di preghiera e contemplazione; dall’altro la teologia scolastica ricercava, nel rigore astratto del sillogismo, risultati impersonali e universali, che potessero imporsi grazie alla ragione. Due atteggiamenti antitetici, a prima vista, oggetto di scontri accesi, ripensamenti, controversie e opposte valutazioni. O forse, come mette in luce l’acuta e paziente ricostruzione di Pietro Zerbi, semplicemente due voci, distinte ma complementari, dello stesso spirito alla ricerca di Dio, ciascuna con una propria validità e una propria funzione all’interno della Chiesa. Così, il conflitto che storicamente si produsse tra i due approcci di Bernardo e di Abelardo, nel momento culminante e cruciale del Concilio di Sens, avrebbe trovato soluzione e sintesi a Cluny, nella sapienza di Pietro il Venerabile, fondata sulla carità che tutto compone e di tutto sa cogliere l’autentico valore: dell’ascesa a Dio secondo la tradizione monastica, e del libero e audace sforzo del pensiero.
Pietro Zerbi (1922) è stato titolare della cattedra di Storia medioevale dal 1964 al 1997 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nella stessa Università ha ricoperto gli incarichi di Storia della Chiesa e Teoria e storia della storiografia. È membro dell’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: "Papato, Impero e ‘respublica christiana’ dal 1187 al 1198", Vita e Pensiero, Milano 1955 (2a edizione 1980); "Tra Milano e Cluny. Momenti di vita e cultura ecclesiastica nel secolo XII", Roma 1991 seconda edizione; "«Ecclesia in hoc mundo posita». Studi di storia e storiografia medioevale", Vita e Pensiero, Milano 1993.
I rapporti tra la Chiesa "in hoc mundo posita" (Cassiodoro, Exp. in Ps. 28,1) e la società nelle varie epoche che scandiscono i lunghi periodi del fluire della storia, sono tra i problemi più avvincenti che lo storico possa affrontare nella sua indagine, specialmente se affidata a metodo rigorosamente scientifico. I saggi raccolti in questa miscellanea sono dedicati al confronto tra la Chiesa e le istituzioni politiche al vertice della 'Respublica Christiana', nonché ai massimi esponenti della cultura della piena età medioevale, attratti dall'ideale della vita evangelica. La sezione finale del volume contiene i profili di alcune eminenti figure della medievistica contemporanea, maestri ed amici dell'Autore.