Sulle cause della fine dell'Impero romano sorse già in età antica un acceso dibattito che non ha tuttora trovato una soluzione condivisa da tutti gli studiosi. Tra le molte storie scritte da coloro che di quegli avvenimenti furono testimoni oculari e assistettero alla fine di un mondo, un particolare interesse suscita la "Storia nuova" di Zosimo. Pagano e ostile al cristianesimo trionfante, Zosimo individua la ragione del crollo nell'abbandono dei culti e delle tradizioni che avevano reso grande Roma: e quando uno stato smarrisce, insieme al favore degli dèi, etica e morale, non può che sprofondare nel caos e nella guerra civile. Una lezione che, nonostante la faziosità dello storico, conserva ancora oggi il suo valore. L'introduzione di Fabrizio Conca guida alla lettura dell'opera e ai presupposti ideologici che la animano.
Personaggi misteriosi, mostri crudeli, sacrifici rituali e "riti terribili" popolano questo testo complesso e affascinante che con la violenza delle sue visioni ha sedotto lo stesso Jung, a cui si deve il merito di averlo sottratto a un oblio millenario. Scritto agli inizi del IV secolo, Visioni e risvegli raccoglie quattro brevi trattati di alchimia, il più famoso dei quali, Sulla virtù, descrive con toni onirici e fantasiosi i diversi gradi di un rito di iniziazione. Dell'antica storia di questi testi, ricchi di aneliti mistici ed echi religiosi, parla nell'introduzione Angelo Tonelli, che analizza anche i legami tra l'alchimia greca e la psicologia dell'inconscio di Jung.