Appare ora in lingua italiana questa mia presentazione sistematica delle fonti del Diritto canonico che poco fa è stata pubblicata in lingua tedesca per i tipi della Casa editrice Peter Lang di Francoforte. Questo testo è il frutto di anni di insegnamento delle fonti del Diritto della Chiesa nei corsi ordinari per la Licenza in Diritto canonico presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Sono, dunque, particolarmente lieto che il mio lavoro sia adesso accessibile anche agli studenti di Diritto Canonico di lingua italiana, paese in cui a più riprese ho sviluppato organicamente i contenuti che il libro propone. Il presente manuale segue sostanzialmente l'opera edita in lingua tedesca con alcuni aggiornamenti bibliografici. La sola rilevante novità riguarda la struttura del libro: sei i capitoli della presente edizione. Introduzione, Le fonti del diritto canonico; Capitolo I. Il periodo dello ius antiquum (fino al 1140); Capitolo II. Il periodo dello ius antiquum (fino al 1140); Capitolo III. Il periodo dello ius antiquum (fino al 1140); III. La riforma carolingia; Capitolo IV. Il periodo del diritto canonico classico (1140-1563); Capitolo V. Il periodo del diritto canonico tridentino (1563-1917); Capitolo VI. Il periodo della codificazione (dal 1917).
La situazione dei fedeli orientali che vivono fuori dal territorio della propria Chiesa di appartenenza. Le Chiese orientali cattoliche stanno sperimentando dei profondi cambiamenti nel loro stile di vita ecclesiale, in modo particolare, a causa dei continui flussi migratori, i quali ridisegnano la geografia religiosa. Attraverso questi cambiamenti, le Chiese orientali gradualmente prendono coscienza di una loro nuova fisionomia. Questa situazione rivela il bisogno di provvedere all'assistenza pastorale dei fedeli orientali in diaspora nei modi più adeguati possibili, anche attraverso la creazione eventuale di nuove strutture ecclesiali.
In questo volume sono raccolti, tradotti per la prima volta in italiano, i piu' rilevanti scritti di Morsdorf Klaus, che affrontano questioni fondamentali del diritto canonico.
“Il principio della salus animarum influenza in maniera determinante l’applicazione del Diritto nella Chiesa. La dottrina canonistica ha riconosciuto nella salus animarum la condizione di regola fondante del particolare ordine giuridico della Chiesa, ritenendola come la ratio ultima rinchiusa in modo latente all’interno delle sue diverse espressioni normative in grado di rivelare una dimensione più profonda, della giuridicità e della giustizia. L’intera problematica è stata esaminata in forma di seminario di studio nei giorni 3-4 maggio 2007 nell’Istituto di Diritto Canonico San Pio X di Venezia. Il presente volume raccoglie ordinatamente i vari interventi.
Studi: Il diritto missionario nel CIC: la dialettica tra universale e particolare (Vincenzo Mosca)Il rispetto dei riti orientali nell'evangelizzazione delle genti: attualità dell'enciclica Allatae sunt di Benedetto XIV (Lorenzo Lorusso) La dimensione ecumenica ed interreligiosa dell'attività missionaria nella Chiesa (Dimitrios Salachas) La circolare ai Nunzi comunica la fondazione di Propaganda Fide, 15 gennaio 1622 (Eutimio Sastre Santos) Lo scioglimento del matrimonio in favorem fidei. Aspetti storico-dottrinali e giuridici (Erasmo Napolitano). Note: L'Archivio Storico di Propaganda Fide: fonti per la storia delle missioni e per il diritto missionario (Luis Manuel Cuña Ramos) La prassi amministrativa della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli come fonte del diritto particolare (Joseph Koonamparampil) Communicatio in sacris: understanding can. 844 (Elias Frank). Documenti: Le Facoltà speciali della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (Andrea D'Auria) Le convenzioni per il servizio pastorale in Italia dei presbiteri provenienti dai territori di missione e la convenzione per il servizio in missione dei fedeli laici (Mauro Rivella). Tesi: di dottorato in diritto missionario. Recensioni a cura di Andrea D'Auria.
Il volume affronta le varie tematiche e problematiche che la materia del processo penale canonico pone all'interprete. In particolare vengono esaminate anche questioni poco approfondite dalla dottrina canonica - come, ad esempio, gli elementi che debbono caratterizzare il contenuto della notitia criminis, il diritto a difendersi dell'imputato, specie in relazione alla necessaria assistenza di questi ad opera di un avvocato difensore, l'esercizio dell'azione criminale da parte del promotore di giustizia e la successiva rinuncia ad essa, nonché la figura della pars laesa, unica legittimata a promuovere l'azione per il risarcimento dei danni subiti a seguito del delitto, e la distinzione tra la stessa e la persona offesa dal delitto (o vittima di esso) - cercando di trovare per esse una soluzione che si accordi con i principi canonici vigenti in materia. Il lavoro è suddiviso in sei capitoli. Dopo aver chiarito alcuni concetti generali, indispensabili per una retta comprensione della materia, tra cui quelli di "processo penale" e di "delitto" (capitolo I), si passa ad esaminare la fase pre-processuale dell'indagine previa (capitolo II), per poi analizzare le due forme processuali penali canoniche, e cioè il processo amministrativo, nella cui trattazione vengono considerati anche i canoni riguardanti l'applicazione delle pene (capitolo III), e quello giudiziale, contenente ampi cenni dedicati allo svolgimento delle varie fasi del giudizio contenzioso ordinario (capitolo IV). Gli ultimi due capitoli sono rispettivamente dedicati all'azione per il risarcimento del danno (capitolo V) e all'esame, sia di diritto sostanziale che procedurale, dei delitti riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede (capitolo VI). Nell'esaminare la materia processuale sopra descritta non ci si limita alla sola analisi del diritto canonico vigente, ma si procede altresì ad un sia pur breve excursus storico concernente il diritto canonico ante codicem nonché quello del codex Pio-Benedettino.
Il 1° maggio 2004 ha segnato una data significativa per la disciplina dei beni culturali e del paesaggio. È entrato infatti in vigore il "Codice dei beni culturali e del paesaggio", varato il 22 gennaio 2004 sulla base della delega conferita dall'art.10 della legge 6 luglio 2002, n.137, la quale è valsa ad autorizzare anche l'adozione dei decreti legislativi 24 marzo 2006, nn.156 e 157. Tali decreti hanno introdotto correttivi ed integrazioni alle disposizioni del Codice, sia per la parte relativa ai beni culturali sia per quella concernente i beni paesaggistici e il paesaggio. Nel volume che qui si presenta, aggiornato alla luce dell'evoluzione normativa e giurisprudenziale intervenuta, il gruppo di studiosi a cui già si deve il commentario precedente, nonché il Commento al Testo unico del 29 ottobre 1999, offre una lettura approfondita del Codice. Partendo dall'esame dei singoli articoli sono sottolineati i collegamenti, le innovazioni, gli aspetti problematici e i criteri interpretativi più affidabili per risolverli. Nel delineare il regime che, complessivamente, ne scaturisce, gli autori non mancano di considerarne criticamente i risultati.
Tutte le volte che si oscura la 'giustizia' o la si corrompe come ideologia al servizio del potere, si è in pericolo. Tuttavia la giustizia assoluta, con l'iniziale maiuscola, è un'utopia irraggiungibile per il genere umano. Chi crede di possedere la verità, come i giusnaturalisti di ogni specie, o chi crede in una legge eterna dello sviluppo umano, è particolarmente esposto al rischio del fanatismo e del dogmatismo. Chi oggi rivendica la rappresentanza di una presunta 'legge naturale', e sulla base di tale rivendicazione pretende di controllare, dall'alto di una cattedra 'pontificale', il gioco democratico, prepara solo nuovi conflitti estremi e odiose prevaricazioni. Si tratta di prendere atto del fatto che nelle società pluraliste convivono numerose concezioni della vita 'giusta', continuamente in confronto le une con le altre. Questa è la loro ricchezza. Come dimostrano i problemi posti dalla bioetica e dal multiculturalismo, che richiedono l'elaborazione di un diritto delle diversità e una cultura costituzionale aperta, fatta di rispetto, interazione, sensibilità, il diritto deve farsi mite per essere strumento di convivenza delle diversità, unica alternativa alla logica dello scontro di civiltà. Dalla giustizia assoluta alla 'mitezza' del diritto, dal valore della Costituzione al potere come mero comando, dalla cultura delle regole a quella della verità imposta, le risposte di un giurista, all'insegna della virtù del dubbio.
Il Garante dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza è una figura istituzionale presente nella maggior parte dei paesi europei, fuorché in Italia, dove sono operanti solo tre Garanti regionali. Si tratta di un'autorità indipendente che ha soprattutto il compito di verificare e vigilare sull'effettiva applicazione nazionale e locale dei diritti di tutela e di promozione dell'infanzia sanciti dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 19H9. Un obiettivo, questo, da perseguire non attraverso vuoti proclami o denunce allarmistiche e nemmeno assumendo atteggiamenti giudicanti o censori verso coloro che quotidianamente sono a contatto con bambini e ragazzi (famiglie, scuola, tribunali, servizi sociali e sanitari, strutture per il tempo libero, il gioco, lo sport, ecc.), bensì praticando l'ascolto, la persuasione e tutti gli strumenti eli un diritto "amichevole", "mite", ma non cedevole. Per questo appare oggi indispensabile costruire anche in Italia un sistema nazionale e regionale di garanzie che possano sviluppare i diritti delle bambine e dei bambini che vivono nel nostro paese.