Nell'Ottocento le capacità di leggere, scrivere e far di conto si diffusero come mai prima e in Italia l'alfabeto finì per essere proposto, attraverso la scuola, come cemento dell'unificazione nazionale. Non furono solo gli sforzi di intellettuali e autorità illuminate a portare sempre più bambini sui banchi: scuola, alfabeto e nazione si saldarono al calore del conflitto fra progetti di riforma e resistenze di ogni sorta, mentre tecnologia e mercato si adattavano dando forma a nuove didattiche, preparando e assecondando nuovi lettori. La professione degli insegnanti elementari prese forma nell'arco di un secolo e li proiettò nel vivo di aspri confronti. L'istituzione scolastica affermò la sua autorità mostrandosi depositaria di saperi fondamentali che la vita fuori dalle aule non bastava a fornire. L'analfabetismo divenne, così, un tratto patologico delle periferie della nazione e gli analfabeti un oggetto di attenzione sociale.
I nostri allievi sono abituati a esercitare liberamente la volontà e il giudizio, guidati dalla fantasia e dall'entusiasmo.
"Come educare il potenziale umano" viene pubblicato per la prima volta nel 1948 ad Adyar, in India. Qui Maria Montessori ha inaugurato numerose scuole dedicate ai bambini figli sia di indiani sia di inglesi, ed è per questo conosciuta come «la Madre» per antonomasia. In questo libro viene innanzitutto rivelato il segreto del successo del suo metodo educativo, ovvero la capacità di stimolare con intelligenza l'immaginazione creatrice del fanciullo per risvegliarne l'interesse, e di far germogliare in lui i semi della scienza. Viene poi esposto il suo programma di Educazione Cosmica, attraverso l'idea centrale e ispiratrice del Piano Cosmico. L'autrice suggerisce come insegnarlo al fanciullo attraverso la storia emozionante della Terra e delle sue trasformazioni, della comparsa dei primi uomini e delle più antiche civiltà. Perché all'interno di questo Piano tutto e tutti si riconoscono e si ritrovano, obbedendo al grande scopo della vita: lavorare insieme.
In Maria Montessori, pedagogista e scienziata, personaggio complesso e sui generis, si intersecano positivamente interesse e pratica della scienza, ispirata allo "spirito scientifico" e aperta ai più moderni sviluppi del sapere; spiritualità, legata a un cattolicesimo interpretato a suo modo e alle posizioni della teosofia; azione sociale: a difesa dei carcerati, dei bambini disabili, della donna, dell'infanzia mortificata. Tutto ciò raccordato nella centralità della fiducia nelle infinite potenzialità del bambino, all'insegna dell'ottimismo e della libertà e sostenuto da un'educazione discreta, con un ambiente e materiali appositi, che ne sviluppi l'autonomia.
La pedagogia interculturale è strettamente collegata ai flussi migratori odierni. È la scuola per prima, infatti, a dover far fronte ai grandi cambiamenti della popolazione scolastica dotandosi di strumenti per accogliere adeguatamente i ragazzi con patrimoni culturali e linguistici ricchi e diversi. A questo fine, l'autrice fornisce il nuovo quadro teorico della pedagogia interculturale e al contempo propone laboratori e metodi di didattica interculturale che docenti ed educatori possono utilmente adottare nel loro lavoro in classe.
Il volume raccoglie interventi, ricerche, esperienze e riflessioni sulla proposta, ormai diffusa nel mondo, di filosofare con i bambini, in un contesto educativo trasformato in "comunità di ricerca". La prima sezione discute i fondamenti della Philosophy for Children, la seconda presenta invece contributi critici al dibattito sulla filosofia con i bambini, la terza è dedicata alla presentazione delle ricerche empiriche sul tema svolte in Italia in ambiente scolastico.
Il volume nasce da un'attività di ricerca riguardante l'approccio pedagogico del Service Learning (o Apprendimento Servizio), strategia molto diffusa a livello internazionale, specie negli Stati Uniti e nell'America Latina, che ora sta prendendo piede anche in Europa, ma che è scarsamente conosciuta in Italia. La proposta pedagogica del Service Learning sembra particolarmente interessante sotto il profilo formativo, per la sua capacità di collegare l'apprendimento scolastico alla vita reale, favorendo lo sviluppo delle competenze che la scuola o l'università richiedono, e, al tempo stesso, indirizzandole verso interventi socialmente significativi, sviluppando così responsabilità sociale. Nella prima parte del lavoro viene delineato lo scenario culturale e pedagogico che è a fondamento del Service Learning, mentre la seconda parte fornisce le linee progettuali e metodologiche della proposta e numerose esemplificazioni di esperienze realizzate nei diversi contesti dell'apprendimento scolastico e accademico italiano, dalla scuola dell'infanzia fino all'università. Chiude il volume una sezione antologica, che consente di approfondire alcune idee che stanno alla base del Service Learning e di inquadrare tale proposta in un quadro teorico e valoriale coerente.
Il romanzo, scritto nel 1913 e pubblicato nel 1919, è la storia di un amore tormentato e di chiara ispirazione autobiografica: il protagonista, Pietro Rosi, è un giovane sognatore e riflette le passioni dello stesso scrittore; il padre di Pietro, Domenico, non è altro che la trasfigurazione letteraria del vero padre di Tozzi; Anna, affetta da turbepsichiche, donna fragile e morta in giovane età, si ispira alla madre; e infine Ghìsola prende vita da Isola, una ragazza amata dallo scrittore. Pietro affronta con totale dedizione questo amore, "con gli occhi chiusi" appunto, ma si scontrerà presto con l'amara realtà: con il disincanto finirà la sua gioventù. "Il personaggio femminile è la grande riuscita del romanzo. Ghìsola è un autentico polo di attrazione sessuale" (Carlo Cassola).
Che cosa chiediamo alla scuola? Che semplicemente riproduca la cultura, ovvero la condivisione sociale del gusto e dei saperi, e uniformi i giovani a uno stesso stile? Oppure le chiediamo di dedicarsi all'ideale di preparare i giovani ad affrontare il mondo in evoluzione che dovranno abitare, senza sapere come esso sarà e cosa richiederà loro? Nell'affrontare il problema del'educazione oggi, Bruner parte dalla questione fondamentale del funzionamento della mente, con i suoi vari modelli, poiché l'educazione non riguarda solo problemi scolastici tradizionali, ma è invece strettamente connessa con il particolare contesto culturale.
Come nella sua prima edizione, il manuale è pensato per studiosi di scienze umane che necessitino di una introduzione all'informatica. La seconda edizione di Informatica Umanistica ha una nuova struttura: la Parte I Fondamenti di Informatica, che introduce hardware, software, reti, Internet, Web e Web 2.0. La Parte II, invece, tratta le applicazioni dell'informatica a uso delle scienze umane. Oltre all'uso del calcolatore nel trattamento del linguaggio naturale e dei testi, i beni culturali e i musei sul Web, la ricerca delle informazioni in Internet e la biblioteconomia, temi già presenti nella scorsa edizione, abbiamo aggiunto capitoli e argomenti completamente nuovi: le tecnologie digitali per l'apprendimento; l'impiego di strumenti informatici nel campo dello spettacolo; la qualità dei siti Web; i sistemi digitali per la comunicazione turistica. L'auspicio è che il testo permetta ai nostri lettori di avvicinare il calcolatore senza diffidenza e di sfruttare al meglio i sistemi e i servizi del mondo digitale per lo studio, il lavoro e il divertimento.
Il volume affronta l'ampiezza e multiformità che caratterizza la "stagione" dei bisogni educativi speciali degli allievi nella scuola - entro il panorama internazionale e nel paese - su uno sfondo in evoluzione scientifico-culturale, tecnologica e pedagogico-didattica. La domanda cui rispondere è se e come l'assunzione del paradigma dei BES possa aiutare i sistemi scolastici dell'occidente democratico a divenire più adeguati, per tutti e per ciascuno studente, specie per i più deboli per cause diverse personali, socio-economiche, culturali - , e più inclusivi. Così da contrastare i tassi di insuccesso e di dispersione, ancora troppo alti nonostante gli investimenti in termini di professionisti e di mezzi. L'opera affronta il tema complesso della scolarizzazione nel pluralismo secondo più prospettive: gli aspetti epistemologici, storici e sociali; il focus sulle diverse tipologie di difficoltà personali e sulle più recenti teorie dell'apprendimento; il ruolo formativo della scuola - in collaborazione con la famiglia e con i servizi di territorio - e le strategie educativo-didattiche orientate a favorire il successo nell'istruzione, la cittadinanza attiva e solidale.