Le grandi trasformazioni sociali, economiche, tecnologiche, culturali che in un breve arco temporale hanno modificato la nostra società obbligano i sistemi formativi a ripensare il loro compito. Gli orientamenti internazionali in materia di istruzione segnalano la necessità di cambiare il paradigma della didattica: insegnare ad apprendere è diventato il nuovo valore guida. Questo pone gli insegnanti di fronte ad alcune grandi sfide. La sfida della competenza, che richiede di adottare setting didattici basati sulla ricerca, sulla soluzione dei problemi, sulla didattica laboratoriale e progettuale; la sfida della realtà, che sollecita la promozione di un apprendimento non solo accademico, ma anche capace di misurarsi con la vita reale, incentivando competenze trasversali e trasferibili; la sfida della cooperazione, che passa attraverso il riconoscimento della dimensione non individualistica ma collaborativa dell'apprendimento; la sfida dell'inclusione, che chiede di integrare i valori dell'accoglienza con quelli della competenza, la valorizzazione della diversità con la lotta alla diseguaglianza.
Il volume nasce da un'attività di ricerca riguardante l'approccio pedagogico del Service Learning (o Apprendimento Servizio), strategia molto diffusa a livello internazionale, specie negli Stati Uniti e nell'America Latina, che ora sta prendendo piede anche in Europa, ma che è scarsamente conosciuta in Italia. La proposta pedagogica del Service Learning sembra particolarmente interessante sotto il profilo formativo, per la sua capacità di collegare l'apprendimento scolastico alla vita reale, favorendo lo sviluppo delle competenze che la scuola o l'università richiedono, e, al tempo stesso, indirizzandole verso interventi socialmente significativi, sviluppando così responsabilità sociale. Nella prima parte del lavoro viene delineato lo scenario culturale e pedagogico che è a fondamento del Service Learning, mentre la seconda parte fornisce le linee progettuali e metodologiche della proposta e numerose esemplificazioni di esperienze realizzate nei diversi contesti dell'apprendimento scolastico e accademico italiano, dalla scuola dell'infanzia fino all'università. Chiude il volume una sezione antologica, che consente di approfondire alcune idee che stanno alla base del Service Learning e di inquadrare tale proposta in un quadro teorico e valoriale coerente.
Oggi è in atto una nuova rivoluzione didattica, focalizzata sul paradigma dell'apprendimento. Di fronte alle sfide di una società complessa e in continua e rapida trasformazione, davanti ad un futuro indecifrabile, i cui scenari continuamente mutano, in una società nella quale le informazioni sono disponibili, accessibili e diffuse, la scuola deve ripensare il senso e i modi dell'insegnamento. L'obiettivo, sempre di più, diventa quello di fornire agli studenti gli strumenti per la loro autonomia di pensiero, di ricerca, di apprendimento. Insegnare ad apprendere, ecco la nuova missione per la scuola, il nuovo orientamento per la didattica.
Una guida per progettare, insegnare, valutare secondo le nuove Indicazioni nazionali, che cambiano profondamente le tre principali azioni che caratterizzano il compito dell'insegnante: la progettazione, l'azione didattica, la valutazione. La progettazione non ha più il compito di applicare programmi nazionali, ma di interpretare, attraverso il curricolo di scuola, le esigenze e le attese di una specifica comunità sociale. L'azione didattica assume ora la prospettiva delle competenze per interpretare gli apprendimenti attesi nel primo ciclo di istruzione e, di riflesso, i processi di insegnamento e valutazione affidati alla scuola. La valutazione, insieme all'autovalutazione, costituisce la condizione decisiva per il miglioramento delle scuole e del sistema di istruzione.
Il volume raccoglie una serie di contributi scritti da Italo Fiorin sulla rivista Tuttoscuola per parlare dell'istruzione come chiave d'accesso alle opportunità che consentono alla persona di formarsi, di crescere, di evolversi verso livelli di civiltà. Opportunità che la portano ad acquisire valori e soglie avanzate di conoscenza. L'autore vede l'educazione come diritto di cittadinanza, di mettersi in relazione e di essere felicemente inclusi in una comunità. L'inclusione è un traguardo e la scuola è la palestra giusta per farlo raggiungere: una scuola che mette in atto tutti gli sforzi possibili perché i suoi giovani frequentatori siano capaci di camminare con le proprie gambe e di "andare ben oltre la capacità di leggere, scrivere e far di conto, in una società nella quale occorre che si abbia il gusto di stare e vivere con gli altri, di non sentirsene distanti".
Viviamo una stagione di cambiamenti e anche la scuola è un cantiere aperto. Come coniugare riforme necessarie e attenzione ai bisogni educativi di ogni alunno? L'alternativa alla scuola della selezione discriminante è quella dell'inclusione valorizzante: se nella scuola-impresa lo studente è sollecitato ad acquisire le abilità necessarie al successo, nella scuola-comunità la relazione con gli adulti lo incoraggia a sviluppare le proprie potenzialità per essere pienamente se stesso, mentre la scuola diventa professionalmente più competente. In questo senso la competenza è l'altra faccia dell'accoglienza.
Partendo dal presupposto che la scuola si possa definire ""buona"" quando diviene luogo di esperienze significative, il volume prende in esame le principali linee di tendenza internazionali che sono alla base delle più recenti riforme scolastiche e si interroga sulle implicazioni che ne derivano nel contesto del mondo scuola a livello applicativo. La tesi di fondo è che solo una scuola che sia insieme comunità professionale ed educativa possa affrontare le nuove sfide del cambiamento, evidenziando e valorizzando il filo rosso dell'innovazione.
L'ipotesi che fa da guida al volume è che le modalità di insegnamento, per essere efficaci e significative, debbano strutturarsi a partire dai modi e dalle forme dell'apprendimento e che l'azione didattica, lungi dall'essere lineare e unidirezionale, vada costruita nella relazione.
Nel libro si afferma la necessità per gli insegnanti del tenere conto del "sapere spontaneo" dell'alunno in modo da realizzare una base lessicale e concettuale condivisa da cui partire. La "reltà" dell'alunno e il suo mondo interiore non possono essere ignorati dalla scuola; il problema didattico più importante è quello di evitare di creare nell'alunno un sistema di "sapere parallelo": uno scolastico, che soddisfa le richieste dell'insegnante e uno interiore, legato all'esperienza personale.