Il testo presenta prima una serie di analisi dedicate a figure rilevanti della ricerca pedagogica dell'ultimo Novecento (Agazzi, Laporta, Don Gnocchi, Don Milani, ecc.) in modo da coglierne il messaggio rispetto a grandi temi di dibattito attuali. Affronta poi le discussioni relative allo sviluppo della cultura pedagogica ed educativa italiana e internazionale, con particolare riguardo alla scuola e ai processi formativi. Infine raccoglie e riordina una serie di interventi e commenti ripresi dagli editoriali comparsi in oltre due decenni sulle riviste professionali dell'Editrice La Scuola.
Protagonisti di questo libro sono gli insegnanti, ai quali s'intende offrire nozioni basilari di pedagogia e di didattica. La pedagogia prende per mano l'allievo, soggetto unico e non omologabile, contrapposto al soggetto massa, moderna minaccia che getta sul terzo millennio l'ombra di un'umanità dal pensiero unico e dal cuore inaridito. La didattica prende per mano la scuola, e la porta lungo i sentieri della conoscenza, con l'intento di bocciare senza appello né rimorsi il nozionismo e l'autoritarismo. Tra le cianfrusaglie di cui è necessario disfarsi, una delle più persistenti è infatti la scuola enciclopedica e verbalistica, ingobbita sotto il pesante zaino dell'imparare a pappagallo.
Nel libro si afferma la necessità per gli insegnanti del tenere conto del "sapere spontaneo" dell'alunno in modo da realizzare una base lessicale e concettuale condivisa da cui partire. La "reltà" dell'alunno e il suo mondo interiore non possono essere ignorati dalla scuola; il problema didattico più importante è quello di evitare di creare nell'alunno un sistema di "sapere parallelo": uno scolastico, che soddisfa le richieste dell'insegnante e uno interiore, legato all'esperienza personale.