Questo Manuale di pedagogia e di didattica - in continuità con il Manuale di pedagogia generale di cui riprende i nuclei tematici e problematici fondamentali - presenta una rinnovata riflessione sulla struttura epistemologica e sugli orientamenti più attuali della ricerca pedagogica e didattica. Ciò alla luce delle teorie della complessità e delle emergenze storico-culturali degli ultimi anni. Le categorie della differenza, del pluralismo metodologico, dello sviluppo formativo-trasformativo, della ibridazione tra i saperi e tra le culture, dell'apertura alla totalità delle scienze umane, dell'integrazione degli alfabeti - così come dei luoghi e dei tempi dell'educazione - propongono al lettore un'idea di pedagogia critica e problematica, mobile e in continuo divenire.
Protagonisti di questo libro sono gli insegnanti, ai quali s'intende offrire nozioni basilari di pedagogia e di didattica. La pedagogia prende per mano l'allievo, soggetto unico e non omologabile, contrapposto al soggetto massa, moderna minaccia che getta sul terzo millennio l'ombra di un'umanità dal pensiero unico e dal cuore inaridito. La didattica prende per mano la scuola, e la porta lungo i sentieri della conoscenza, con l'intento di bocciare senza appello né rimorsi il nozionismo e l'autoritarismo. Tra le cianfrusaglie di cui è necessario disfarsi, una delle più persistenti è infatti la scuola enciclopedica e verbalistica, ingobbita sotto il pesante zaino dell'imparare a pappagallo.
Il volume raccoglie le più apprezzate voci italiane, tedesche e austriache chiamate a rivolgere il loro autorevole sguardo all'odierno mappamondo della Pedagogia europea: a documentare quindi i paradigmi della ricerca teorica, metodologica ed empirica che ricevono oggi le maggiori attenzioni nelle sedi accademiche del vecchio continente. Si tratta di contributi scientifici che pongono al centro le categorie dell'educazione - le sue finalità esitenziali, i suoi linguaggi, le sue chiavi interpretative, le sue metodologie della ricerca - che godono di molti punti di confluenza pedagogica in questa stagione di transito tra due secoli, attraversata da processi planetari di straordinario cambiamento tecnologico-scientifico e socioculturale. La tesi cara agli autori è che la Pedagogia europea dispone di un guardaroba dal prestigioso taglio scientifico. Questo è di rigore quando essa è chiamata ad indossare accreditate teorie della conoscenza. Come dire: ogni opzione pedagogica - se garantita da un sistema di ipotesi di limpida fondazione scientifica (una legittimazione peraltro contingente, provvisoria, precaria, data la problematicità dell'esperienza educativa) - deve necessariamente equipaggiarsi di una bussola teorica orientata verso poli educativi integrativi o alternativi rispetto a quelli consacrati in una determinata latitudine storico-culturale.
Questa opera si sostantiva in una critica radicale della Riforma, in realtà controriforma secondo l'autore, della Scuola del Ministro Mariastella Gelmini. La vivace forza polemica delle argomentazioni potrebbe fare pensare a un esplicito intento politicamente suggerito dall'attualità. In realtà, il discorso di Frabboni si richiama, anche se non in modo esplicito, a una tradizione culturale italiana e non solo, definita dall'obiettivo, da sempre perseguito, di una didattica laica in senso integrale, dunque libera da condizionamenti di qualsiasi natura. Il Programma Ministeriale di fatto, secondo Frabboni, vilipende l'istruzione perché la imprigiona in steccati scuolacentrici, famiglia-centrici, disciplinacentrici, contraddicendo la modernità delle conoscenze e il pluralismo delle culture e dei valori propri di una scuola democratica. Il sapere trasmesso dalla scuola voluta dalla Gelmini è sostanzialmente destinato a consumarsi nell'orizzonte della istituzione scolastica. È inidoneo a una "manutenzione" adulta. È fatto da un insieme di conoscenze "usa e getta" che minacciano lo spettro di un analfabetismo di ritorno. In sostanza, la Riforma, imposta dalla Gelmini senza consultare gli interessati, disegna una scuola autoritaria, selettiva, ripetitiva. Non è finalizzata a educare alla libertà, alla tolleranza, alla solidarietà, alla pace. Fatto reso ancora più grave dalla cultura massmediologica che esclude i giovani da una partecipazione reale.
Una scuola possibile dà spazio ai sistemi scolastici democratici e progressisti già presenti e funzionanti in Europa, laddove l'educazione scolastica si è incontrata con la disponibilità a investire sulla welfare society. Alla base di questo modello funzionale di scuola non possono mancare la consapevolezza che una elevata formazione scolastica costituisce un capitale che nessun paese può permettersi di trascurare o inaridire, e che investire nella formazione significa dunque investire strategicamente nel futuro. Franco Frabboni delinea il profilo problematico dell'istituzione scolastica nell'Unione europea del terzo millennio, posta di fronte a uno snodo fondamentale della sua esistenza: la scelta tra una faccia buia e antidemocratica e una illuminata e democratica, figlia di un modello socioeconomico solidaristico che assicuri concretamente il diritto alla libera istruzione.
L'ultima riforma della scuola ha suscitato accesi dibattiti ma alcuni meriti le vanno riconosciuti: ha dato finalmente voce e veste ufficiali ai laboratori. È in questo nuovo spazio didattico, finora poco praticato, che si sperimentano le interrelazioni tra saperi tradizionali e saperi interdisciplinari; si valorizza la sfera emotiva/affettiva dell'allievo, per lo più rimossa o censurata; si porta a compimento la sua piena maturazione, stimolandolo a scoprire e soprattutto imparare ad imparare; ha un luogo formativo di piena integrazione anche il soggetto disabile.
Due voci e due culture a confronto esaminano il profilo attuale dell'universo scolastico e il modello istituzionale e organizzativo disegnato dalla riforma Moratti. La diversità dei punti di partenza non solo non si fa disparità ma concorre ad alimentare il confronto intorno a un progetto condiviso di modernizzazione della scuola.
"Introduzione alla pedagogia generale" intende fornire un quadro di riferimento articolato della scienza pedagogica che viene analizzata nella varietà e nella molteplicità dei suoi elementi costitutivi, rappresentati dai soggetti, dagli oggetti, dai contesti e dai tempi della formazione.
Il volume fornisce agli insegnanti (anche attraverso un repertorio di schede operative) gli strumenti pedagogico-didattici per poter progettare e costruire il triangolo curricolare della scuola dell'autonomia: il "curricolo di studio" (compito del collegio dei docenti), il "curricolo di classe" (compito dei docenti della classe) e il "curricolo disciplinare" (compito del docente titolare della materia di insegnamento).