La nona edizione del Trattato di psichiatria forense esce aggiornata, ulteriormente riveduta, modificata e integrata. La divisione in due volumi, che sono complementari e si integrano reciprocamente, è dovuta alla complessità della materia che si presenta come un "work in progress". I temi trattati nel primo volume si riferiscono alla dottrina della responsabilità e dell'imputabilità; alla nozione e ai contenuti dell'infermità di mente; alla tipologia, criteriologia e metodologia peritali; ai disturbi gravi di personalità, alla vittimologia e alla testimonianza; agli usi e ai finalismi della cura, della tutela e della protezione del paziente giudiziario (le cc.dd. misure di sicurezza psichiatriche); ai possibili rapporti tra comportamento criminale e disturbi mentali diagnosticati sotto il profilo categoriale, psicopatologico e funzionale. Il secondo volume è dedicato ai temi della minore età; alla consulenza in ambito civile; agli accertamenti peritali nel diritto canonico; alle complesse tematiche relative alla valutazione del danno biologico; all'applicazione degli istituti di protezione negli ambiti della disabilità psichica; ai problemi del consenso e agli aspetti deontologici ed etici dell'agire psichiatrico e psicologico; ai complessi risvolti della responsabilità professionale in ambito sia penale, sia civile; ai difficili e conflittuali rapporti tra scienze umane e sistema della giustizia; infine, al dibattito sempre vivo sulla c.d. "prova scientifica" nelle discipline forensi. L'uso di questo Trattato è consigliato a psichiatri e psicologi forensi, medici legali, criminologi clinici, specializzandi nelle professioni legali, avvocati difensori, e giudici e magistrati della cognizione e dell'esecuzione.
Che cosa ha a che fare Omero con l'intelligenza artificiale? E I viaggi di Gulliver, i trattati di Giordano Bruno, le opere di Borges: cosa ci possono insegnare dell'accelerazione tecnologica? Nel racconto Nella colonia penale, Kafka immagina un uomo assoggettato al potere della macchina: una figura che sembra perdere del tutto la propria umanità di fronte allo splendore matematico, logico ed efficientista di un automa. È proprio esplorando esempi letterari e filosofici come questo che Andrea Colamedici e Simone Arcagni si interrogano sul nostro futuro in relazione all'incredibile sviluppo dell'intelligenza artificiale e al mistero dell'algoritmo di Babele. Attraverso molti capolavori e autori del passato - dai dialoghi di Platone ad Asimov - possiamo infatti ricostruire il codice genetico della nuova frontiera informatica, mostrando come il suo immaginario sia profondamente intrecciato con la nostra società. Ne emerge un affascinante atlante archeologico della modernità che stiamo vivendo, in cui ogni esempio culturale si lega perfettamente alla dimensione contemporanea e al dibattito che si sta generando sul fronte etico e cognitivo. «La torre di Babele è diventata oggi l'algoritmo di Babele, che si situa all'incrocio tra la spinta tecnologica e l'accumulo dei saperi e che rappresenta una sfida avvincente e allo stesso tempo una minaccia inaggirabile. E incarna un racconto, un simbolismo e una visione straordinari.»
La democrazia costituzionale è la forma di Stato prevalente nel mondo occidentale, anche se oggi è assediata da autoritarismi vecchi e nuovi. Essa è un sistema di autogoverno collettivo regolato da una Costituzione, che ne regola le forme ed i limiti. La democrazia costituzionale riconosce un ruolo centrale dei Parlamenti e un ruolo solo complementare delle procedure di decisione popolare diretta; inoltre i poteri politici democraticamente legittimati sono affiancati da organi imparziali e neutri con funzioni di limite e di controllo. Le democrazie costituzionali, inoltre, sono nel nostro tempo innervate dal pluralismo sociale ed aperte alla globalizzazione e, in Europa, all'integrazione sovranazionale. Tra le diverse componenti della democrazia costituzionale esiste un equilibrio instabile, che può vedere talora in primo piano l'elemento politicoelettorale o i contropoteri, ma nel quale ciascuno di essi ha un ruolo ineliminabile. Un movimento o un leader populista adottano uno stile comunicativo che contrappone nettamente il popolo "buono" e le élites corrotte, si configura come alternativo alla politica tradizionale, e utilizza un linguaggio manicheo, estremizzando i conflitti politici e sociali e demonizzando gli avversari politici.
Parlare di un modello di civil law, utilizzare cioè una denominazione inglese per designare i sistemi romanisti, è un'aperta provocazione. Il volume si sofferma infatti più sulle rotture con il passato che sulle continuità con il diritto romano: a differenza della famiglia di common law, quella di civil law è stata una famiglia rivoluzionaria.
Sappiamo quanto sia difficile capire il capitalismo senza attraversare la Riforma protestante e il suo «spirito». Conosciamo meno invece gli effetti della Controriforma, e cioè quanto le forme teologiche, sociali, etiche della risposta cattolica alla Riforma di Lutero abbiano profondamente condizionato il modo di intendere l'economia e gli affari in Italia e negli altri paesi cattolici. La forte e capillare reazione della chiesa di Roma - che vide in quanto stava avvenendo in Germania la possibilità della propria dissoluzione - riportò indietro di secoli l'approccio al mercato, ai profitti, agli interessi sul denaro. Si dimenticò l'etica economico-finanziaria dei francescani e si incoraggiò una cultura del consumo e della raccomandazione legata al culto e alla mediazione dei santi e della Madonna. In questo saggio innovativo Bruni analizza queste «ombre», ma anche alcune «luci» di quel tempo che si è prolungato fino alla seconda metà del Novecento. Tra queste, particolarmente luminosa fu la nascita dei Monti frumentari, cioè di migliaia di banche del grano che frati cappuccini e vescovi fondarono come strumento per migliorare le condizioni rurali, soprattutto nel Sud Italia; ed è solo un esempio di quella «terra del noi» in cui è possibile scorgere orizzonti nuovi e persino qualche arcobaleno.
L’obiettivo di questo libro è promuovere una descrizione e una comprensione della personalità e dei suoi disturbi che siano al servizio delle scelte di trattamento più idonee. Nella cornice della psicologia dinamica, ogni tema viene affrontato in dialogo con la più recente diagnostica psichiatrica, le neuroscienze, la teoria dell’attaccamento, la psicologia cognitiva.
La prima parte (capitoli 1-11) esamina il concetto di personalità alla luce delle sue componenti biologico-temperamentali, psicologiche (come i meccanismi di difesa) e sociali, nei percorsi di sviluppo, traumatici e non. Particolare attenzione è dedicata alle dimensioni che compongono le identità sessuali e di genere.
La seconda parte (capitoli 12-15) è dedicata agli stili e ai disturbi della personalità, con una trattazione critica delle loro caratteristiche clinico-diagnostiche e culturali e un inquadramento dei principali modelli di psicoterapia e trattamento.
Nella terza parte (capitoli 16-22) vengono illustrati i principali quadri psicopatologici dal punto di vista sia descrittivo sia dinamico: i disturbi psicotici e la schizofrenia; i disturbi bipolari e depressivi; i disturbi ansiosi, fobici, ossessivi; i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione; l’uso di sostanze; i disturbi da sintomi somatici e altre configurazioni cliniche.
Un capitolo finale spiega perché il cinema può aiutarci a migliorare la comprensione delle personalità e delle storie cliniche.
Biografia dell'autore
Vittorio Lingiardi
Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista, è professore ordinario di psicologia dinamica presso il Dipartimento di psicologia dinamica, clinica e salute della Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza Università di Roma e Senior Research Fellow della Scuola Superiore di Studi Avanzati Sapienza (SSAS). È presidente della Society for Psychotherapy Research-Italy Area Group (SPR-IAG). Nel 2023 è stato insignito del Sigourney Award. È direttore della collana di Raffaello Cortina Editore "Psichiatria, Psicoterapia, Neuroscienze". Collabora con il Venerdì di Repubblica (dove tiene la rubrica settimanale "Psycho", su cinema e psiche), la Repubblica e l’inserto culturale Domenica del Sole 24 Ore.
Nelle nostre edizioni ha pubblicato, tra gli altri, La personalità e i suoi disturbi (2014), Mindscapes. Psiche nel paesaggio (2017), Al cinema con lo psicoanalista (2020), Consulenza psicologica e psicoterapia con persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, non binarie (2023) e La personalità e i suoi disturbi. Nuova edizione (2024).
Un pedagogista che studia l'infanzia ma curioso dei risultati delle ricerche neuroscientifiche, un neuroscienziato d'avanguardia interessato alle possibili ricadute delle sue conoscenze sull'educazione: due ricercatori appassionati si incontrano e dialogano, trovando una forte convergenza nelle scoperte fatte più di un secolo fa da Maria Montessori ed oggi continuate nella pratica educativa che a lei si richiama. Un lavoro di comparazione dettagliata ma non accademica, utile per genitori, educatori, studenti e studiosi.
Per Luciano Floridi l'informazione è un concetto cruciale, che merita un'indagine approfondita. Questo libro, frutto di lunghi anni di studio, presenta dunque il primo programma di ricerca unitario e coerente per quello che era un campo ancora inesplorato: la filosofia dell'informazione. Il libro spiega che cos'è la filosofia dell'informazione, esplora la natura complessa di vari concetti e fenomeni informativi e dà risposta ad alcune delle classiche domande filosofiche in termini di teoria dell'informazione. Una filosofia che sa dialogare con il mondo contemporaneo, una nuova e indipendente area di ricerca.
L'obiettivo del volume è descrivere i grandi cambiamenti introdotti dai media digitali nella nostra quotidianità, riguardanti sia l'agire individuale, a partire dal modo in cui possiamo metterci gli uni in contatto con gli altri, sia l'agire collettivo, osservando il modo in cui istituzioni e organizzazioni incorporano le nuove tecnologie e vi si adattano. Tra i temi principali oggetto del volume vi sono i processi di costruzione delle identità e la gestione della socialità, le disuguaglianze digitali e il ruolo dei nuovi media nella comunicazione politica, le nuove relazioni essere umano-macchina e gli aspetti negativi del digitale.
Il volume tratta alcune tematiche affrontate nei corsi di Sacra Scrittura, ora cultura biblica, e teologia morale presso la facoltà di Giurisprudenza della LUMSA in dieci anni di insegnamento del padre gesuita Ottavio De Bertolis, cappellano di Sapienza Università di Roma. Non si tratta di testi di teologia classici, ma di argomenti finalizzati alla preparazione di giuristi, che possono dilatare la riflessione sul diritto vigente ai suoi fondamenti, o, per meglio dire, ai suoi presupposti. Ogni ordinamento giuridico, come ogni scienza, del resto poggia su presupposti che non può garantire.
Non è raro nel nostro tempo sentir parlare di dissoluzione dello Stato, come se fosse in atto una revisione radicale di vecchi concetti e si profilassero nuove formule di aggregazione sociale. Questo senso di dissoluzione si accompagna nel mondo occidentale con annunci e con formule del genere di fine della storia o di post-modernità che vanno assai oltre il più delimitato profilo dello Stato, non sembrano avere contenuti concettuali molto precisi, ma sono sicuramente tali da ingenerare un senso di indistinto pessimismo; nel nostro paese a questo senso di dissoluzione si aggiunge il disagio che deriva dalle frequenti analisi sconsolate relative alle disfunzioni dei nostri apparati pubblici. Si tratta di un quadro negativo che non sembra diffuso soltanto nei media della grande comunicazione, ma che spesso viene avvertito e descritto dagli studiosi del diritto pubblico. Così può quasi sembrare un andare felicemente controcorrente la pubblicazione di una ampia e solida trattazione del nostro diritto costituzionale nella quale non vengono messe in dubbio le istituzioni ed i procedimenti che vengono descritti.
Il diritto internazionale visto nella sua circolarità, ossia come espressione di un ordinamento in cui le norme che lo disciplinano vengono poste, mutano o si estinguono per effetto della volontà degli stessi soggetti a cui quelle norme sono rivolte, in primo luogo gli Stati. Una introduzione chiara, agile e originale alle categorie e agli istituti fondamentali del diritto internazionale.