
Un romanziere come Javier Cercas vuole raccontare in forma di romanzo il tentativo di colpo di stato del 23 febbraio 1981 in Spagna. Scopre, però, che "per una volta la storia è stata coerente, simmetrica e geometrica, e non disordinata, casuale e imprevedibile", che quella realtà possiede in sé "tutta la forza drammatica e il potenziale simbolico che esigiamo dalla letteratura". E allora decide coraggiosamente di rinunciare, o forse di fingere di rinunciare, alla fiction per fare l'"anatomia di un istante" ed esporre i fatti: quelli che videro il colonnello Tejero entrare armi in pugno nel parlamento di Madrid. Ma i "nudi fatti" non sono per nulla semplici: sono anche la loro interpretazione e il loro racconto. Ciò che Cercas vede in quell'istante cruciale, mentre le pallottole dei golpisti fischiano nelle Cortes e i parlamentari cercano riparo sotto i banchi dell'emiciclo, sono tre uomini - il primo ministro Adolfo Suàrez, il tenente generale Gutiérrez Mellado e il segretario del partito comunista Santiago Carillo - simbolo di valori diversi e perfino opposti, che rimangono seduti ai loro posti a sfidare il golpe. Nel suo racconto, quel loro gesto dà senso alle rispettive traiettorie esistenziali, illuminando al contempo un'epoca, un Paese e il suo futuro.
A Madrid, nel 1936, Inés si ritrova all'improvviso sola in un momento cruciale per il suo Paese. L'affermazione del Fronte popolare e la situazione politica tesa consigliano a sua madre e suo fratello, attivista nelle file dei falangisti, di tenersi lontani dalla capitale. Sfidando le proprie origini aristocratiche e le idee reazionarie che ha respirato fin da bambina, la giovane Inés comincia a frequentare un gruppo di militanti comunisti e trasforma la casa di famiglia in un ufficio del Soccorso rosso internazionale. Ma quando il sogno repubblicano si infrange, la ragazza viene arrestata a causa del tradimento di un compagno, e si ritrova prima nel famigerato carcere di Ventas, poi reclusa in un convento e, infine, a condividere con la cognata Adela una sorta di prigione dorata in una casa sperduta in mezzo ai Pirenei. Solo due cose la consolano: la scoperta dei piaceri della cucina e l'ascolto notturno della Pirenaica, la radio clandestina del Partito...
Da Atene 1896 a Rio 2016, in centoventi anni, la storia olimpica ha vissuto un'alternanza di vittorie eclatanti e sconfitte fragorose, di imprese al limite delle possibilità umane e di cadute omeriche, di medaglie conquistate al primo tentativo e di allori inseguiti per anni senza fortuna. La storia olimpica, in questo senso, è il paradigma della vita stessa, un alternarsi senza respiro di gioie e dolori, di lacrime e sorrisi. In una parola, di emozioni. Per cercare di condensare in un libro tutto questo la strada era obbligata: raccontare le storie al posto della Storia. "Gli Dei di Olimpia" è una raccolta di storie, un lungo filo di cinque colori - tanti quanti sono quelli dei Cerchi olimpici - che si snoda da Atene a Rio e che abbraccia vincitori e vinti, squadre e singoli atleti, eroi di un giorno solo e predestinati alla gloria. Quello stesso filo colorato che, ogni quattro anni, incrocia la vita di ogni appassionato di sport, e lo tiene stretto, per due settimane, con la stessa energia dei corridori, degli schermidori, dei nuotatori e dei cestisti. Per quindici giorni, ogni quattro anni, ognuno prova la stessa emozione, ognuno diventa un atleta, ognuno sogna di trasformarsi in uno degli Dei di Olimpia.
Non ci sono attualmente libri sul mercato che affrontano compiutamente l'argomento del podcast narrativo, una forma espressiva che anche in Italia si sta affermando rapidamente. Questo libro, a metà strada fra saggio e manuale, si propone di riempire quel vuoto partendo innanzitutto dalla definizione di podcast narrativo e dai fraintendimenti attorno al tema, troppo spesso confuso con la semplice e lineare lettura di un testo. Il podcast narrativo è di fatto un nuovo linguaggio, un ibrido di diverse forme espressive - teatro, musica, serie TV, letteratura, radio - in cui ognuna concorre al risultato. Della fase preparatoria si analizza la scelta dell'argomento, degli interlocutori e delle fonti da cui partire. Si affronta poi il tema dell'intervista e di quanto conti tutto il making off, i rumori, l'atmosfera. Fondamentale inoltre è il discorso attorno alla presenza, nel podcast stesso, dell'autore, dal momento che nel podcast narrativo l'ascoltatore non segue solo la storia, ma anche gli sforzi dell'autore per raccontarla, le sue emozioni, i suoi successi e fallimenti, il suo percorso personale alla ricerca del risultato. La presenza dell'io è infatti una delle grandi novità del podcast narrativo: attraverso il racconto e la voce, l'autore ha il compito di trasmettere a chi ascolta la propria personalità. E poi: come costruire il testo narrativo; l'importanza della scelta dell'incipit, che ha il compito di catturare l'attenzione dell'ascoltatore e quella della scelta della struttura e del montaggio; e le tecniche per coinvolgere l'ascoltatore. Un capitolo è infine destinato alle tecniche di lettura del nostro podcast e a quanto conti che un autore trovi la propria voce. In appendice sono affrontati il tema dell'attrezzatura per registrare e montare i podcast, della sonorizzazione e quella del mercato, con relativi suggerimenti per proporre il prodotto. Tutto è corredato da esempi concreti tratti da alcuni dei podcast più rappresentativi tra cui Veleno di Pablo Trincia e Alessia Rafanelli, Polvere di Chiara Lalli e Cecilia Sala e 121269 di Alberto Nerazzini e Andrea Sceresini.
"Ecco, ora si rompono gli indugi e questo lettore, sempre accanto, sempre addosso, sempre alle calcagna del testo, lo si colloca nel testo. Un modo di dargli credito ma, al tempo stesso, di limitarlo e di controllarlo. Ma si trattava di fare una scelta: o parlare del piacere che dà il testo o del perché il testo può dare piacere. E si è scelta la seconda strada." (Dall'introduzione di Umberto Eco).
I saggi compresi in questo volume, nel quale viene presentata un'interpretazione globale della narrativa sveviana di indirizzo prevalentemente comparatistico, sono frutto di un corso di lezioni su Italo Svevo tenute dall'Autore presso il Dipartimento di Italianistica dell'Università di Trieste nel 1997. I capitoli affrontano problemi essenziali di una ricerca odierna sullo scrittore triestino sulla sua narrativa: la cultura europea di Svevo; il rapporto con l'ebraismo; il confronto con i Buddenbrock di Thomas Mann; il senso delle ascendenze flaubertiane; il rapporto con Schopenhauer e con Nietzsche anche attraverso la problematica del lavoro; le diverse forme e modalità di presenza della psicanalisi nella Coscienza di Zeno; il peso della guerra nella formazione dello stesso romanzo; il,rapporto con Joyce da un lato, e quello con il mondo inglese dall'altro. In appendice, cinque contributi saggistici sulla civiltà inglese, firmati "E.S.", pubblicati sulla "Nazione" di Trieste fra il dicembre 1920 e il gennaio 1921: "studi storici- oggi forse diremmo sociologici", come sottolinea l'Autore.
Gli interrogativi suscitati dall’antropologia culturale, con lo studio delle culture, sono ancor più evidenti in un mondo globalizzato. Come la teologia morale può rispondere alla domanda posta dalla molteplicità delle culture? Si tratta solo di aggiornare il lessico della natura oppure il nuovo contesto chiede di pensare insieme l’istanza posta dalla specificità umana e dalla pluralità delle culture, che sono le forme storiche di un umano che non esiste se non nella forma di un universale concreto?
Nell'indagine della personalità di solito si integrano i dati del colloquio con quelli dei reattivi mentali, i quali grossolanamente si distinguono in test di livello cognitivo-intellettivo e test di personalità. A loro volta questi ultimi, molto riduttivamente, si dividono in due categorie: quelli autodescrittivi - questionari, inventari, griglie di autovalutazione, scale e i metodi proiettivi, così denominati in quanto si basano sul meccanismo inconscio della proiezione o meglio sull'espressione inconsapevole di aspetti profondi della propria personalità. In questo volume sono esposti, anche con casi clinici esemplificativi, i più noti test proiettivi, ad eccezione della tecnica di Rorschach (ampiamente trattata in altri volumi della stessa collana). Oltre ai metodi proiettivi grafici, viene dato ampio spazio ai test proiettivi tematici, di cui il prototipo è il TAT di Murray, privilegiando nella valutazione delle risposte il metodo della scuola francese che fa capo a Vica Shentoub.
Scritti di: Grazia Attili, Anna Silvia Bombi, Silvia Bonino, Luciano Mecacci, Marinella Parisi, Guido Petter, Giuliana Pinto, Andrea Smorti Indice: Prima parte. Storia, teorie e metodi della psicologia dello sviluppo - La storia. I nodi teorici attuali. Metodi e strumenti Seconda parte. Lo sviluppo cognitivo, affettivo e sociale - Lo sviluppo cognitivo. Le emozioni e lo sviluppo affettivo. Lo sviluppo sociale. La collana, diretta da Ada Fonzi e Luciano Mecacci è progettata per gli studenti del triennio dei nuovi corsi di laurea in psicologia.
It would degrade me to marry Heathcliff, now; se he shall never know how I love him; and that, not because he's handsome, Nelly, but because he's more myself than I am.'' In versione integrale, i più grandi classici della letteratura angloamericana in lingua originale. Le opere sono accuratamente commentate e riportano la biografia dei singoli autori.
Pensiero e linguaggio viene pubblicato per la prima volta in Russia nel 1934. Nel 1936 è di fatto messo al bando a causa di un decreto governativo che proibisce la diffusione e l'applicazione in campo pedagogico delle teorie di Vygotskij. L'opera ricompare nel 1956; l'edizione americana del 1962, su cui si basa in parte la presente edizione, fa conoscere Vygotskij in Occidente. Secondo l'autore le operazioni mentali superiori, specificamente umane, si sviluppano da funzioni naturali, organicamente determinate, a mano a mano che il fanciullo interiorizza gli strumenti culturali che mediano e guidano il suo pensiero. I principi teorici formulati in Pensiero e linguaggio sono basati sullo studio della formazione concettuale; in questo ambito l'autore si confronta con la teoria piagetiana del linguaggio egocentrico (in appendice è riportato un Commento di Piaget stesso alle osservazioni critiche di Vygotskij) e analizza temi come le interazioni fra sviluppo mentale e istruzione scolastica e il rapporto fra apprendimento dei concetti scientifici e sviluppo dei concetti spontanei.