Negli ultimi trent'anni, le organizzazioni si sono evolute da "orologi" a "organismi", da "castelli" a "reti". Molto è cambiato nella concezione delle strutture, dei sistemi di coordinamento e controllo, dell'organizzazione del lavoro, dei ruoli, della cultura di imprese e pubbliche amministrazioni. Continue sono le innovazioni che si succedono oggi nelle organizzazioni. Ma la strada per costituire un nuovo modo di produzione e di consumo della stessa pervasività e potenza del taylor-fordismo è ancora lunga. Questo volume frutto di decenni di attività del suo autore nel campo dello sviluppo e della progettazione di organizzazioni pubbliche e private e nel campo della formazione universitaria e manageriale - è una guida alla gestione dell'innovazione e del cambiamento nelle organizzazioni complesse. Ciò è cruciale per uscire dalla crisi e rafforzare competitività e socialità del sistema produttivo italiano, forse per trovare una italian way. Rifacendosi a una ricca case-history di prima mano, Federico Butera offre al lettore gli strumenti necessari per cambiare e progettare le organizzazioni, favorendo il passaggio da strutture organizzative monolitiche a reti estese, basate su cooperazione autoregolata, condivisione di conoscenza, comunicazione estesa e comunità di lavoro.
A cura di Giovanni Reale e Cesare Cassanmagnago
Con la collaborazione di Roberto Radice e Giuseppe Girgenti
Testo greco a fronte
“Ti invito a venire da me
per sentirti dire
che ti trovi in un cattivo stato,
che ti curi di tutto piuttosto
che di ciò di cui dovresti curarti,
che ignori il bene e il male
e che sei infelice e sfortunato.
Bell’invito!
E invero, se le parole di filosofi
non suscitano queste reazioni,
sono cadaveri, sia esse,
sia chi le pronuncia.”
Diatribe, III, 23, 28
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nel suo Gattopardo, scrive che il principe Salina, in una delle sue riflessioni, “pensò ad una medicina scoperta da poco negli Stati Uniti d’America, che permetteva di non soffrire durante le operazioni più gravi, e di rimanere sereni fra le sventure”. E soggiunge: “Morfina lo avevano chiamato questo rozzo sostituto dello stoicismo antico...” È uno splendido paragone, che meglio di qualsiasi altro illustra analogicamente l’essenza del messaggio stoico: esso vuole essere appunto il farmaco spirituale che lenisce i dolori e che permette la serenità anche nelle sventure.
Epitteto (ca. 50-138 d.C.), lo schiavo-filosofo, più e meglio di qualsiasi altro Stoico del mondo antico, ce lo ha dimostrato in queste splendide pagine che hanno avuto, nella storia dell’Occidente, una delle più grandi fortune che siano toccate a scritti di filosofia. Il filosofo frigio riesce, in effetti, a toccare il fondo del problema e a scoprire ciò che può rendere libero e felice, oppure schiavo ed infelice l’uomo. Le cose – egli insegna – si bipartiscono in due grandi classi: quelle che dipendono da noi e quelle che non dipendono da noi. Abbiamo il potere solo sulle prime e non sulle seconde, e di conseguenza dobbiamo comportarci. Purtroppo le cose che alla moltitudine interessano e per cui vanamente i più si battono sono proprio le seconde: donde i mali – tutti i mali senza distinzione – di cui soffre l’umanità. Onori, ricchezze, possessi vari, moglie, figli, carriera e tutto ciò che ad essi è connesso sono, dunque, cose-che-non-dipendono-da-noi, e che rivestono, proprio per questo, esclusivamente quel valore che noi attribuiamo loro. Anche le malattie e la morte stessa non dipendono da noi, ma assumono quel valore, e solo quel valore che noi attribuiamo loro. Giacomo Leopardi stesso confessava di aver avuto grande sollievo dai travagli e dalle angosce del suo animo nella pratica dei consigli e delle dottrine di Epitteto, ed esortava anche gli altri a fare la stessa cosa. In effetti, il lettore che si lascia coinvolgere nella spirale del ragionamento epittetiano – che è tutta una variazione cangiante su questo tema di fondo – ne riceverà veramente un grande refrigerio, una pace ed una quiete come da pochissimi libri è dato ricavare.
Questa edizione completa delle opere di Epitteto (Diatribe, Manuale, Frammenti e Gnomologio) è curata da Giovanni Reale, che firma il saggio introduttivo, le prefazioni e le parafrasi, insieme a uno staff di collaboratori, composto da Cesare Cassanmagnago (autore della traduzione dal greco e delle note), da Giuseppe Girgenti (curatore della bibliografia epittetiana nonché delle appendici che presentano le versioni del Manuale di Angelo Poliziano e di Giacomo Leopardi) e da Roberto Radice (autore del lessico completo dei termini greci utilizzati da Epitteto). Essa completa il progetto già avviato delle collane Bompiani di una raccolta di tutti gli scritti degli Stoici: Stoici antichi (a cura di Roberto Radice), Panezio e Posidonio (a cura di Emmanuele Vimercati), Seneca (a cura di Giovanni Reale), Marco Aurelio (a cura di Cesare Cassanmagnago) e Stoici romani minori (a cura di Ilaria Ramelli).
In testa alle classifiche di vendita francesi, Autobiografia di uno spaventapasseri di Boris Cyrulnik è una riflessione del famoso neuropsichiatra sulla possibilità di superare un trauma che ciascuno di noi possiede.
Al dolore, alle avversità che tutti incontriamo prima o poi nel corso dell’esistenza si possono opporre strategie differenti: abbandonarsi alla sofferenza e “fare la vittima” oppure affrontare le difficoltà e superarle. Cyrulnik dimostra che, trasformando anche la fragilità in una forza, tutte le ferite possono essere rimarginate.
L'autore
Boris Cyrulnik insegna Psichiatria all’Università di Tolone. È l’autore di testi di grande successo, tra cui Il dolore meraviglioso (Frassinelli, 2000) e I brutti anatroccoli (Frassinelli, 2002).
Un tema decisivo per ripensare il Gesù storico: i suoi insegnamenti sulla Legge di Mosè e sull’etica, e di conseguenza la sua presa di posizione su questioni fondamentali quali il divorzio, i giuramenti, il sabato, le regole di purità, e naturalmente sul comandamento dell’amore. Meier affronta la tematica da vero maestro, con lo stesso rigore dimostrato nei tre precedenti volumi.
Dalla quarta di copertina:
I precedenti volumi dell’opera monumentale Un ebreo marginale. Ripensare il Gesù storico si basano sulla convinzione che, sebbene le informazioni storiche documentate siano abbastanza limitate, indipendentemente da una prospettiva confessionale, è tuttavia possibile giungere a un consenso sui fatti storici fondamentali della vita di Gesù.
In questo a lungo atteso quarto volume, Meier affronta un nuovo tema – gli insegnamenti del Gesù storico sulla Legge di Mosè e sull’etica – con lo stesso rigore che egli ha mostrato nei suoi precedenti tre volumi.
Dopo una valutazione critica delle opinioni scientifiche circa il valore e la rilevanza della Legge mosaica al tempo di Gesù, questo quarto volume tratta degli insegnamenti di Gesù su tematiche legali fondamentali quali il divorzio, i giuramenti, il sabato, le regole di purità; tratta inoltre i diversi comandamenti dell’amore ricorrenti nei vangeli. Dalla ricerca di Meier emerge la figura complessa di un ebreo palestinese del I secolo, il quale non intendeva affatto abolire la Legge, ma nello stesso tempo era impegnato in dibattiti concernenti l’osservanza della stessa. Solo accogliendo questa immagine del Gesù storico alle prese con le questioni della Torah possiamo evitare – secondo la conclusione dell’autore – il diffuso errore di costruire una teologia morale basata sullo studio di “Gesù e la Legge”.
Saperi di confine presenta testi che raccontano esperienze artistiche polimorfe oppure sono frutto di analisi sulla società che quelle forme ha prodotto.
Pertanto attendono dal lettore un’attenzione particolare al doppio percorso che caratterizza la ricerca in comunicazione e produzione culturale: quello di chi produce l’evento e quello di chi lo trasmette.
Che è in fondo anche il percorso di chi raccontando l’e-sperienza fa della propria indagine un elemento altro, in qualche misura partecipe della creazione.
Il giornalista che racconta un fatto di cronaca ne può rielaborare l’iter, la logica, il contesto critico, ma non può inventarlo del tutto o snaturarlo, altri-menti viola l’etica dell’informazione.
Il comunicatore e l’organizzatore dell’evento culturale che raccontano l’esperienza dell’evento stesso sono in qualche modo l’ul-timo anello della stessa catena creativa che ha prodotto quell’evento: esistono pezzi di critica letteraria altrettanto efficaci dei libri che raccontano (penso al grande mae-stro Giovanni Macchia).
E recensioni cinematografiche o teatrali molto più belle degli spettacoli di riferimento (penso agli scritti di Tullio Kezich e Roberto De Monticelli). ...
Quattro saggi che indagano l'aspetto misterioso della comunicazione umana/umanante in quattro opere: un luogo dell'insegnare, un diario soggettivo, un film, la trascrizione delle lezioni di un filosofo.
Il volume propone un modello di intervento di consulenza in ambito scolastico che si fonda sui principi epistemologici della psicologia clinica. La "costruzione relazionale della domanda" di consulenza è uno dei requisiti fondamentali per la conoscenza delle dinamiche relazionali proposte dalla committenza e dal gruppo classe. Il modello di consulenza si muove in un'ottica ecosistemica e sviluppa le fasi della conoscenza attraverso un'analisi dinamica di tutte le componenti relazionali e comunicative volta a restituire una visione integrata del blocco didattico - educativo. L'uscita dal paradosso relazionale: "gli insegnanti non insegnano - gli studenti non imparano" avviene attraverso l'elaborazione, nelle diverse fasi della consulenza, di tutti gli aspetti psicologici e relazionali sottostanti alle dinamiche gruppali che hanno condotto alla richiesta dell'intervento. Obiettivo di questo volume è offrire agli psicologi e agli studenti di psicologia uno strumento di analisi clinica delle dinamiche relazionali e comunicative che rendono disfunzionale la relazione docente-discente e determinano un blocco del progetto didattico-educativo. Agli insegnanti e a tutti coloro che lavorano in qualità di educatori il volume offre una chiave di lettura alternativa per la comprensione di atteggiamenti e comportamenti di disturbo relazionale agiti dagli studenti nel contesto scolastico.
OPD-2 (Diagnosi Pscodinamica Operazionalizzata) è un manuale diagnostico psicodinamico che si basa su 4 Assi: il modo in cui i pazienti vivono la malattia, i significati che vi attribuiscono e i prerequisiti del trattamento; i pattern relazionali disfunzionali; i conflitti inconsci, le risorse e vulnerabilità strutturali. Questi Assi sono analoghi a quelli già impiegati nell'OPD-1, ma, a differenza di questo ultimo, l'OPD-2 tiene in considerazione le risorse e i punti di forza del paziente, considera le interazioni tra i suoi Assi e permette di pianificare gli interventi in quanto consente al terapeuta di individuare gli obiettivi terapeutici. È il frutto dell'intenso lavoro di diversi gruppi di clinici e ricercatori coordinati da M. Cierpka (Heidelberg). La conoscenza di questo nuovo testo è indispensabile da parte di chi opera nel campo della salute mentale (psichiatri, psicologi clinici, psicoterapeuti ed educatori). Da più parti è avvertita la neccessità di una diagnosi dimensionale del paziente e di una più accurata comprensione del suo funzionamento. In ambito psicoterapeutico i trattamenti non solo devono essere empirically evidence based, ma anche "tagliati su misura" sul paziente. L'operatore deve quindi avere a disposizione degli strumenti che costituiscano un valido aiuto. L'OPD-2 si propone come un'utile guida per la raccolta dei dati e la loro categorizzazione.
Psicologia clinica è uno strumento di consultazione che offre a chi si accosta per la prima volta ai diversi temi della diagnosi, dei trattamenti, della ricerca, le nozioni di carattere generale, presentate attraverso una revisione della letteratura internazionale, dai testi fondamentali o storici fino ai lavori più recenti. Allo stesso tempo, grazie all'introduzione di lavori dal respiro più ampio, che stimolano il giudizio e la riflessione critica, Psicologia clinica offre anche al professionista esperto un'occasione di confronto con le opinioni, le interpretazioni, i metodi di lavoro di alcuni fra gli autori più rappresentativi per ciascuno argomento. I contributi che compaiono in questo volume - in questa nuova edizione aggiornata e ampliata per ciascuno dei test (o delle categorie testologiche) presi in considerazione, forniscono tutte le informazioni indispensabili per una corretta somministrazione e valutazione dei reattivi (con particolare attenzione alla validità e attendibilità dei singoli strumenti) in base a un'analisi della letteratura internazionale anche recentissima e all'esperienza clinica degli autori. Il lettore può così trovare tutte le indicazioni necessarie per un uso efficace dei test, così come le avvertenze indispensabili per evitare un loro abuso.
Magris scopre Trieste, la sua città natia, solo durante gli anni di studio a Torino; è stata proprio quell'assenza dei luoghi che avevano marcato la sua infanzia, a generare in lui un vago senso di nostalgia che ha proiettato il suo sguardo verso un altrove imprecisabile. Come afferma lo stesso autore in "Utopia e disincanto", senza l'esperienza della frontiera non sarebbero nati molti dei suoi libri. Questo studio si propone di analizzare non solo il concetto di frontiera in uno dei maggiori esponenti della letteratura triestina contemporanea, ma anche le modalità con cui si manifesta e i costituenti sistemici che l'esperienza della frontiera irrora ed irraggia nel testo. A questa concreta realtà di frontiera si ricollegano un più generale senso di mancanza di confini e il conseguente desiderio di circoscrizioni chiare. "Danubio" è retto proprio dalla tensione tra l'urgenza dell'autocircoscrizione, dell'individualità, da un lato, e il desiderio di trascendere i limiti del proprio Io dall'altro. Alla "frontiera" di Magris la critica ha già dato ampio rilievo, soffermandosi soprattutto sull'esperienza delle frontiere triestine nel corso dei decenni; questo studio vuole invece riflettere particolarmente sulle implicazioni semantiche che ne derivano.