La sera in cui la quindicenne Clary e il suo migliore amico Simon decidono di andare al Pandemonium, il locale più trasgressivo di New York, sanno che passeranno una nottata particolare ma certo non fino a questo punto. I due assistono a un efferato assassinio a opera di un gruppo di ragazzi completamente tatuati e armati fino ai denti. Quella sera Clary, senza saperlo, ha visto per la prima volta gli Shadowhunters, guerrieri, invisibili ai più, che combattono per liberare la Terra dai demoni. In meno di ventiquattro ore da quell'incontro la sua vita cambia radicalmente. Sua madre scompare nel nulla, lei viene attaccata da un demone e il suo destino sembra fatalmente intrecciato a quello dei giovani guerrieri. Per Clary inizia un'affannosa ricerca, un'avventura dalle tinte dark che la costringerà a mettere in discussione la sua grande amicizia con Simon, ma che le farà conoscere l'amore.
Un aereo di linea si è schiantato al suolo vicino a Portland, nell'Oregon. Il dottor Tommy Tomzak, che si trova in città per un congresso, viene incaricato di coordinare le operazioni di soccorso. Soprattutto, deve isolare la scena del disastro affinché tutti gli elementi indispensabili all'indagine, dai resti sparsi alle scatole nere, siano a disposizione dei "crashers": gli specialisti - medici, ingegneri, piloti, informatici, esperti di esplosivi che hanno il compito di scoprire le cause dell'incidente. Mentre FBI, terroristi e un'affascinante ex agente dei servizi segreti israeliani sono impegnati in una mortale partita a scacchi, prende corpo la più inquietante delle ipotesi: che l'incidente sia stato non solo un attentato condotto con tecnologie avanzatissime, ma la prova generale di un attacco ancora più efferato. E il tempo per sventarlo è quasi inesistente.
Questa non è un’autopsia di routine. L’anatomopatologa Maura Isles, di Boston, ne è certa: questa non sarà una notte come le altre. Ad attenderla, al Pilgrim Hospital, c’è lei: Madame X.
Maura è abituata ai corpi stesi sul suo tavolo settorio, non per niente è soprannominata «la regina dei morti », ma questo cadavere è diverso. È coperto interamente da bende di lino impregnate di resina, che risalgono a duemila anni prima. I suoi organi interni sono stati asportati, a cominciare dal cervello. Solo il cuore è rimasto al suo posto, perché è lì che gli antichi egizi credevano risiedesse l’intelligenza. Madame X infatti è una mummia, ritrovata per puro caso negli scantinati di un museo in decadenza...
Ma quando, scansione dopo scansione, la TAC arriva alle gambe, Maura scorge qualcosa che non dovrebbe essere lì. Qualcosa di impossibile. Un piccolo dettaglio che trasformerà definitivamente quell’autopsia a scopo archeologico in qualcosa di molto più sinistro e inquietante. Madame X è la prova dell’omicidio più efferato e maniacalmente eseguito che Boston ricordi... Ed è solo il primo.
1896.. Quattro ladri di diamanti inglesi fuggono nel deserto del Kalahari, inseguiti dagli uomini di una tribù locale. I fuggiaschi riescono appena a imbarcarsi sul vascello Rove, quando una tempesta di sabbia li travolge, seppellendoli insieme alla nave...
Un secolo dopo. Sembra una missione di routine per Juan Cabrillo e l’equipaggio della Oregon. L’ipertecnologica nave si trova sul fiume Congo, per concludere un accordo con l’esercito rivoluzionario del Paese: armi in cambio di diamanti grezzi. Ma ancora una volta, una missione all’apparenza tranquilla si trasforma in un’avventura senza respiro.
Tutto ha inizio quando Cabrillo intercetta un mayday da parte di un’altra imbarcazione, a bordo della quale si trovano Sloane Macintyre e Tony Reardon, entrambi sulle tracce del vascello Rove. Evidentemente c’è qualcuno che vuole ostacolare la loro ricerca. Chi mai può volerli morti? E come considerare ciò che l’affascinante Sloane racconta a Cabrillo riguardo a un pescatore della zona, che sostiene di essere stato attaccato da giganteschi serpenti di metallo in un tratto di mare al largo della Namibia? L’incontro con la donna e la ricerca della nave scomparsa porteranno Juan Cabrillo e il suo equipaggio sulle orme di un nemico dai piani molto pericolosi: un fanatico squilibrato che insieme ai suoi seguaci si prepara a scatenare la devastante potenza della natura...
Quando dalle acque tranquille di un lago del Québec affiora un involucro di plastica cono tenente resti umani, il compito di identificarli spetta a Temperance Brennan. Un lavoro di routine, per la brillante antropologa forense. Ma l’immagine di quel corpo tumefatto la inseguirà per giorni, per chilometri. L’uomo, ritrovato con indosso reggiseno e slip rosa, è morto per asfissia associata ad attività autoerotica: peccato che John Charles Lowery risulti essere già morto nel lontano 1968, mentre prestava servizio nell’inferno del Vietnam. Dove la sua passione per i ragni gli era valsa il soprannome di Spider. A chi appartengono, allora, le spoglie restituite quarant’anni prima alla famiglia Lowery e sepolte nel North Carolina? L’indagine sulle ossa senza nome porta Tempe da Montréal alle bianche spiagge delle Hawaii, dove ha sede il JPAC, l’ente responsabile dell’identificazione dei cittadini americani morti in guerra. Nei laboratori hawaiiani la vera storia di Lowery assume i contorni di uno scandalo che rischia di infangare per sempre la sua reputazione di soldato e di uomo. E di portare alla luce una trama segreta di sparizioni e identità violate che ancora oggi qualcuno è disposto a coprire a prezzo del sangue. Kathy Reichs si conferma regina della suspense con un thriller perfetto, dove ogni pagina scorre al ritmo febbrile della paura.
«Cameron disegna un mirabile affresco di un mondo, il nostro, incapace di prendersi cura di se stesso, alla rincorsa di cose futili e banali. Lo fa attraverso una prosa densa come fosse verseggiata, con dialoghi perfetti e un personaggio che resterà nella memoria. Un libro bellissimo, già dal titolo e fino all’ultima pagina» (Valeria Parrella).
Sono passati pochi mesi da quando il regime di Saddam è caduto e le truppe americane si sono stabilite nel suo paese, ma del mondo che Leila al-Ghani conosceva e amava non è rimasto più nulla. «Le strade non sono più sicure» continuano a ripetere i suoi genitori tentando di relegarla in casa. Leila, però, una giovane donna di ventitrè anni, laureata in medicina all’Università del Cairo, non è disposta a rinunciare a quell’indipendenza che suo padre le ha sempre concesso e che ora ha deciso di negarle. Così, indossando l’odiato velo che fino a poco prima poteva accompagnare con vestiti all’occidentale, decide di cercarsi un lavoro, di crearsi un destino, nonostante la guerra.
Grazie alla buona conoscenza dell’inglese viene assunta come traduttrice all’ospedale della base militare americana; la realtà che si trova di fronte nei primi giorni la conquista immediatamente: la libertà di esprimersi, di confrontarsi con persone di valore come il capitano James Cartwright, un uomo giusto, molto amato dalle truppe e dal personale della base. Ma ben presto Leila scopre che anche in quel mondo si nascondono nefandezze inenarrabili. Quando poi si trova a soccorrere un prigioniero brutalmente torturato dai soldati americani capisce che non può esistere gioia nell’orrore della guerra, né amicizia, né amore. Tornata a casa, delusa, scoprirà che il padre vuole usare la sua amicizia con gli americani; il conflitto lo ha reso un terrorista, un uomo che non ha nulla da perdere.
Leila verrà messa di fronte a una scelta terribile e dovrà decidere se tradire se stessa e i propri ideali o chi l’ha protetta e amata fin dal primo giorno.
Nella foresta che circonda il villaggio di Ketanu, Gladys Mensah, una promettente studentessa di Medicina, viene trovata morta in circostanze misteriose. L’indagine è delicata, superiore alle forze della scalcinata polizia locale. L’ispettore Darko Dawson, di Accra, è la persona giusta per occuparsi del caso, anche se detesta l’idea di allontanarsi dall’amata moglie e dal figlio, un bambino con il cuore difettoso, ma soprattutto lo spaventa ritornare a Ketanu. Per Dawson questo angolo addormentato del Ghana è un campo minato emotivo, legato al doloroso ricordo dell’improvvisa e inspiegabile scomparsa di sua madre, venticinque anni prima. Darko Dawson è armato di un notevole intuito e di una sana dose di scetticismo ma il suo talento, a volte oscurato dal temperamento mercuriale, forse non basterà per risolvere questo inquietante mistero.Lirico e accattivante, il romanzo d’esordio di Kwei Quartey ci immerge nella maestà e nel fascino del Ghana, dalla capitale Accra fino a un piccolo villaggio del Nord, dove segreti sepolti da anni stanno per riaffiorare in superficie.
Tyler Caskey è una presenza insolita per la comunità di West Annett. E' giovane e i suoi sermoni sono brillanti, frutto di una preparazione e di una sensibilità fuori dal comune. Perché Tyler è nettamente diverso dalle precedenti guide spirituali che la comunità ha conosciuto finora: ha carisma, e una moglie di grande bellezza e sensualità accanto. Quasi uno schiaffo di vitalità per tutta la cittadina. Eppure un giorno tutto può cambiare, l'attrazione trasformarsi in sospetto e maldicenza. E non a causa di una colpa, di un errore.
La giovane signora Caskey muore. Una morte che travolgerà il marito e le loro bambine in modo irreversibile. La figlia maggiore, Katherine, di appena cinque anni, smette di parlare chiudendosi in un silenzio ferreo; e Tyler non trova più le parole adatte in chiesa, né alcuna misericordia all'interno di una comunità che si rivela essere ottusa, arida, distante. Cosa resta, quindi, del conforto religioso? Poco o niente, se di fronte alla fragilità di un lutto che si apre come una voragine nessuno riesce a compenetrarsi nel dolore altrui, se le meschinità di una quotidianità prosciugata di ogni calore si moltiplicano tra le mille illazioni che corrono lungo i fili del telefono propagando sciocche storie di adulterio, o di malattia mentale.
E' vero, sono i conformisti anni Cinquanta, e West Annett è nel Maine, una terra di antichi pionieri rigidamente protestanti. Ma Resta con Me si dilata oltre ogni confine e ci conduce fin nelle pieghe più oscure dei rapporti affettivi, lì dove ogni perdita può rivoluzionare una vita e per uno slancio di volontà si arriva a riemergere con una nuova consapevolezza.
Elizabeth Strout è nata a Portland (Maine) nel 1956. Nel 2000 è stata finalista all'Orange Prize ed al Premio PEN/Faulkner per la narrativa. E' autrice di Amy e Isabelle (Fazi Editore 2000, nuova edizione 2010 con l'introduzione di Valeria Parrella) e Olive Kitteridge (Fazi Editore 2009), che le è valso il Premio Pulitzer per la Letteratura imponendola come una delle più alte voci della narrativa americana contemporanea.
Aloma desidera due cose con tutta se stessa: suonare il pianoforte e sfuggire al profondo Sud americano in cui è nata e cresciuta. Aloma desidera la musica e gli spazi.
Legarsi a Orren Fenton, unico dolente superstite di una famiglia di piantatori di tabacco, uomo del silenzio e della terra, uomo della carne, potrebbe dunque rivelarsi il più grande abbaglio della sua giovane vita. All'altro capo del suo orizzonte c'è Bell Johnson, il vibrante predicatore della chiesa locale, uomo della parola e del cielo, uomo dello spirito. Che risieda in lui l'appagamento della sua fame? Forse. A meno che Aloma scopra di desiderare qualcosa ancor più di se stessa.
Durante un'infanzia e un'adolescenza da orfana alla scuola delle missioni, Aloma conosce il piccolo dolore di un'esistenza nell'ombra: quella proiettata dal crinale di Spar Mountain che frena il cammino del sole per buona parte della giornata, e quella di una sostanziale mancanza di talenti che stende su di lei il velo opaco della mediocrità. Un velo che si squarcia all'improvviso quando Aloma incontra la musica e il pianoforte, scoprendo in sé doti e potenzialità inaspettate, e con esse un progetto: abbandonerà quel «mondo inabissato che non conosceva le cerimonie gemelle di mattino e sera», diventerà una concertista nel mondo reale. L'ostacolo, immancabile, ha gli occhi chiari e la parlata grezza dei contadini del Kentucky. Con lui Aloma sperimenta quella prima baldanza del corpo in cui non serve chiedersi se sia solo sesso o già amore. Quando un terribile incidente falcidia la famiglia di Orren, scaricando sulle sue giovani spalle la responsabilità della piantagione di tabacco avita, e lui le chiede di condividerla, Aloma, che «non sapeva niente di niente», dice sì. Si trova così catapultata in un ambiente scabro e faticoso oltre il sopportabile, immune al passaggio del tempo, accanto a un uomo, un ragazzo, pressoché sconosciuto fuori dal letto, traumatizzato dalla perdita e schiacciato dal carico, privo di agio o volontà per ascoltare esigenze futili come la musica, o la felicità. Un ragazzo che, sollevando lo sguardo verso la parete rocciosa che li sovrasta o abbassandolo sulla terra che calpestano, vede una sponda e radici, là dove Aloma scorge solo una prigione e polvere. L'inquietudine, come canto di sirena, la spinge allora fuori dalla casa colonica e verso la chiesa locale: un pianoforte da poter suonare, persone da incontrare; una in particolare, Bell, il pastore della comunità, uomo aperto e cordiale, la cui voce Aloma impara ad associare quotidianamente all'amato Mozart, l'amato Schubert. E le sue due realtà si fanno via via più inconciliabili.
Leggere questo libro è come guardare il volto di Medusa del tempo. Non il tempo dei tuoi traffici e dei tuoi amori, «news e traffico, sport e meteo", delle tue piccole o grandi storie, non il tempo delle città che "sono state costruite per misurare il tempo, per togliere il tempo dalla natura», bensì il tempo geologico, il tempo che diventa cieco, il tempo in cui ogni momento perduto è la vita, la nuda vita.
New York. Un giovane aspirante cineasta chiede a un noto studioso che per anni ha fatto il consulente del Pentagono di registrare un video in cui raccontare la sua esperienza. Un video confessione, sospetta lo studioso, che si nega, recalcitra, sfugge, ma alla fine invita il cineasta in un posto perduto nel deserto, in California, non lontano da San Diego. Sarà per qualche giorno, si dice il giovane. Trova un biglietto economico e parte. Ma lo studioso non vorrà concedere alcuna ripresa, convinto com'è che «la vita vera non si può ridurre a parole dette o scritte, nessuno può farlo, mai. La vita vera si svolge quando siamo soli, quando pensiamo, percepiamo, persi nei ricordi, trasognati eppure presenti a noi stessi, gli istanti submicroscopici». Desidera solo che l'altro gli stia accanto, in un posto troppo vasto, indifferente e bellissimo in cui i tramonti non siano che un essenziale cambiamento di luci e dove l'unica cosa che accade sia il tempo. Non il passare del tempo, ma il tempo come percezione essenziale di ogni singolo istante. È una prova generale dell'amicizia. Ma come tutto ciò che è essenziale, anche questa specie di tempo è un sogno troppo superbo per l'essere umano che esiste proprio perché dimentica il tempo. Qualcuno, qualcosa - l'ombra del crimine, l'angoscia della fine - verrà da fuori, da news e traffico, sport e meteo, a riportare i due in città. A riportarli nel mondo dei compromessi, delle responsabilità individuali, dei precari affetti.
Il punto omega è stato immaginato dalla fisica più metafisica. Suoi attributi sono che è sempre esistito, è personale e unisce il creato in forme sempre più complesse, è trascendente, è libero da limitazioni di spazio e di tempo, e deve offrire la possibilità di essere raggiunto.
«DeLillo ha imposto la sua sintassi alla realtà».
Geoff Dyer, «The New York Times Book Review»
«Nessun autore contemporaneo scrive con altrettanto acume del potere e del suo corollario: la violenza».
Ludovic Hunter-Tilney, «Financial Times»
La cucina è invasa dal profumo del caramello e delle mandorle tostate. Val e Lilly ce l'hanno quasi fatta. Basta aggiungere l'ultimo ingrediente, raro e segreto, ed ecco che i cioccolatini sono pronti, perfetti per addolcire un primo appuntamento, stuzzicare un bacio o suggellare un'amicizia. Proprio come quella tra Val e Lilly, amiche per la pelle fin da bambine, eppure così diverse. La prima, seria e timida, da sempre soffocata da una famiglia opprimente, e la seconda, estroversa e sicura di sé, che vive all'ombra di una madre bellissima e di un padre distante. Opposte, ma unite dalla comune passione per la cucina, che le accompagna sin dalla nascita della loro amicizia. Una unione forte e salda, fatta di ricette speciali per ogni occasione. Torta ai mirtilli per condividere speranze e delusioni, latte all'amaretto tiepido per festeggiare e fare pace, scorze d'arancia candite per costruire sogni e demolire illusioni, e gelato alla cannella per sussurrarsi i loro più grandi segreti. Ma c'è un segreto di cui nessuna delle due è a conoscenza. Una menzogna insopportabile che aleggia inconfessata tra le loro famiglie e con il tempo si farà sempre più insostenibile, fino a dividerle per sempre, imprigionandole in un silenzio duro come la pietra. Ma adesso forse qualcosa può essere salvato. Recuperare è ancora possibile. Per farlo, Val e Lilly devono mettersi di nuovo alla prova. Devono trovare la ricetta mancante, scoprire la verità su ciò che le ha divise così a lungo. E decidere se potrà rovinare per sempre la loro amicizia o farla rinascere. Più grande e più forte di prima.
Il club delle ricette segrete ha una storia editoriale strepitosa. Stampato in proprio dalle autrici, in pochissime settimane è andato esaurito grazie al forte sostegno dei librai, al passaparola dei lettori e della rete e all'entusiasmo della stampa americana. Ora, pubblicato ufficialmente da una delle più importanti case editrici americane, è un bestseller assoluto, che ha addirittura stimolato la formazione di gruppi di lettura e di cucina dediti esclusivamente alla discussione del libro.
Una storia di amicizia e tradimento, forza e speranza, menzogna e redenzione che sancisce il potere eterno della magia del cibo e dell'amore.