Chi l'avrebbe detto? A Scotland Yard conoscono Maigret e s'interessano ai suoi metodi. Sino al punto di inviare a Parigi l'ispettore Pyke per un soggiorno di studio. Bella seccatura. Già, perché Pyke è gentile, discreto, ma segue Maigret come un'ombra. Osserva tutto e sembra registrare tutto. Insomma, è insopportabile. Fra l'altro non c'è una sola inchiesta all'orizzonte. Almeno sino a quando a Porquerolles non viene ucciso Marcellin, un piccolo malvivente che vive su una barca. E perché mai Maigret dovrebbe occuparsi di un delitto commesso in una lontana isoletta del Mediterraneo? Semplice: perché Marcellin sosteneva di essere suo amico, e tutti sono convinti che l'abbiano ammazzato proprio per questo.
Con questo secondo volume si completa la pubblicazione di Tutte le opere di Maupassant nei Meridiani, iniziata nel 1993. Le novelle, presentate secondo l'ordine cronologico di pubblicazione su giornali e riviste, sono tutte tradotte da Mario Picchi, che firma anche la curatela del primo volume. Il secondo volume è invece curato da Maria Giulia Longhi.
Con questo secondo volume si completa la pubblicazione di Tutte le opere di Maupassant nei Meridiani, iniziata nel 1993. Le novelle, presentate secondo l'ordine cronologico di pubblicazione su giornali e riviste, sono tutte tradotte da Mario Picchi, che firma anche la curatela del primo volume. Il secondo volume è invece curato da Maria Giulia Longhi.
Non è il Maigret che conosciamo quello che ogni giorno alle 15, compunto e impacciato, va in clinica a trovare la moglie, operata per un improvviso attacco di appendicite alle Sables d'Olonne. Ma c'è di più: irritato dall'atmosfera balneare che lo circonda il commissario passa nervosamente le sue giornate. Finché qualcuno, con un biglietto infilatogli misteriosamente in tasca, gli chiede aiuto...
Con un cappotto troppo lungo e un berretto di pelliccia sulla testa, il volto pallido e febbrile, un giovane sconosciuto sbarca un grigio mattino a La Rochelle da un cargo. Scoprirà di essere l'erede del vasto patrimonio dello zio, un uomo a lui ignoto, che è vissuto in una feroce solitudine. E scoprirà anche che suo zio teneva in pugno tutti i ricchi notabili del luogo, riuniti in un sinistro sindacato. Teneva i loro segreti in una cassaforte di cui nessuno ora conosce la combinazione. Comincia così una partita mortale tra il giovane straniero e i vari potenti del luogo.
Lui, Marcel, insegnava in un ginnasio dei gesuiti, tentando di coniugare una vocazione religiosa misticheggiante con l'avventura e una curiosità sessuale non propriamente ortodossa. Lei, Elise, era una ballerina di cabaret...Il loro matrimonio diventa un'ossessione, esistenziale e letteraria; e proprio perché è un'ossessione li lega in modo indissolubile. Per Jouhandeau, indagatore della psiche, la vita coniugale è follia, tormento; nascono così le "Cronache maritali", dramma e commedia, forse il più grande "j'accuse" contro il vincolo matrimoniale.
Da una festa patronale all'altra, presentati durante la loro attività professionale ma anche a casa loro, con le loro abitudini e nel loro ambiente, non è soltanto alla musica dei contadini della Sardegna cui veniamo iniziati, ma ai costumi della popolazione di quest'isola che l'autore ha percorso con amore e pazienza. Nella serie di brevi ritratti che ci propone, il suo approccio con i protagonisti dei suoi studi, musicisti o no, prende l'aspetto di un'avventura. Personaggi reali, gli uomini e le donne incontrati dall'autore durante il suo soggiorno sull'Isola sono resi in tutto il loro spessore vitale. I racconti che li riguardano ci informano nella maniera più diretta sul loro carattere e sui tratti dell'ambiente sociale in cui vivono.
Viaggio autobiografico alla ricerca delle proprio origini e di un Paradiso raccontato dal nonno giramondo durante l'infanzia, nell'appartamento di Montparnasse: i Caraibi, Cuba, la Rivoluzione, il mito di Castro, i festeggiamenti per la caduta di Batista... Appena può (in realtà a 48 anni, nel 1995) Orsenna parte per Cuba in compagnia di un fotografo; trova ciò che gli premeva e da questo sfondo emergono la difficile convivenza con l'embargo, i miti dei cubani, la gioia di vivere, nonostante tutto. Il viaggio, raccontato in modo ironico, arriva alla conclusione che l'illusione di Castro di creare un Paradiso è appunto soltanto un'illusione.
Che cosa ci farà mai in un paesino della Vandea che a metà gennaio sembra fatto di acqua e di fango, quell'essere livido e odioso che tutti al Quai des Orfèvres hanno sempre chiamato l'ispettore Cadavre? La questione intriga il commissario Maigret, arrivato lì in veste privata per dare una mano al cognato di un giudice che rischia l'imputazione di omicidio.
Reportages, clichés, passeggiate: quasi tutti i testi che compongono questo volume hanno in comune l'essere il frutto di veri e propri sopralluoghi, nel corso dei quali lo sguardo dell'etnologo si confronta cone le immagini del turismo più divulgato. Disneyland e Mont-Saint-Michel, la spiaggia di La Baule e il campo di battaglia di Waterloo, la cupola di plastica climatizzata di Center Parcs (contenente paesaggi tropicali in piena Normandia) e i castello di Ludovico II di Baviera...
Scritto fra il 1863 e il 1865, quasi in contemporanea con la sua pubblicazione a puntate sul romanzo parigino "La Presse", "La Sanfelice" segna il ritorno di Dumas al successo popolare e costituisce un addio e un omaggio alla amatissima città di Napoli dove lo scrittore era arrivato al seguito del suo amico Giuseppe Garibaldi e aveva vissuto per quattro anni.
La cabina di vetro di Louis Maloin - ferroviere addetto agli scambi - è l'occhio col quale, notte dopo notte, egli scruta ossessivamente la città e il porto, mettendo a fuoco dettagli minimi, impercettibili. Come l'uomo con l'impermeabile grigio e la sigaretta tra le labbra in attesa sulla banchina. E l'ombra che, dal traghetto, gli lancia una valigetta. Dettagli minimi e fatali: perché l'uomo in grigio sta per uccidere, freddamente, brutalmente, il suo compagno.