Questo libro è stato pubblicato nel 1937, due anni prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Racconta una storia che era ancora tutta da scrivere proiettandoci in un mondo in cui i nazisti hanno vinto e creato un impero, dove le donne sono considerate alla stregua degli animali e vengono tenute in cattività, nell'abbrutimento fisico e morale. La loro sola funzione sociale è quella della riproduzione e per questo vengono ripetutamente stuprate per dare alla luce i figli del nuovo impero. Siamo nel 720 dopo Hitler, il meccanico inglese Alfred si reca in pellegrinaggio in Germania per visitare i luoghi sacri dell'hitlerismo, che è diventata una vera e propria religione, officiata dalla casta amministrativo-sacerdotale dei Cavalieri. In questa occasione conosce il contadino tedesco Hermann e ne diventa amico. Alfred è più che scettico rispetto al Credo nazista e immagina una rivolta non-violenta che possa cambiare un mondo retrocesso all'economia feudale, in cui Hitler è visto come un Dio alto sette piedi, dai lunghi capelli biondi e dagli occhi azzurri. I dubbi di Alfred trovano conferma da parte del Cavaliere che amministra la terra lavorata da Hermann, un vecchio di nome Friedrich von Hess. Il Cavaliere rivela ad Alfred come da secoli i nazisti abbiano operato una distorsione storiografica talmente sistematica da esigere la distruzione dapprima di tutti i libri che contraddicevano la loro «versione dei fatti», poi dello stesso Urtext del nazismo, infine di tutto il resto: al punto che i tedeschi sono ormai analfabeti (si permette invece agli «eccentrici» inglesi di leggiucchiare qualche manuale tecnico). Ma von Hess custodisce anche un segreto che si tramanda di padre in figlio, e conserva addirittura una fotografia del vero Adolf Hitler... Un romanzo preveggente, che ci riporta al "1984" di Orwell, ma che anticipa altri celebri romanzi ucronici come "Fatherland" di Robert Harris, "La svastica sul sole" di Philip K. Dick, "Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood.
Vi vedo dappertutto, nelle stelle, nel fiume; per me siete ciò che esiste; la realtà di ogni cosa. La vita vi dico, sarebbe impossibile senza di voi
La calunnia è come un incendio. Basta una sola scintilla, e rimpiangerai tutta la vita di aver ceduto alla tentazione. Perché il silenzio è d'oro. Ma il gossip può essere mortale. Flintstead-on-Sea è una di quelle cittadine inglesi così piccole, così silenziose, così tremendamente perfette, che le vite dei suoi abitanti sono strette come in una morsa, tra la pioggia incessante e il mare sempre grigio. E per Joanna Critchley, mamma single che vi è appena tornata con il suo bambino, la morsa è ancora più dolorosa: non conosce più nessuno in città, e trova difficile farsi accettare dalle temibili mamme della scuola. È per questo che, quando per caso sente dire da una di loro che la famigerata Sally McGowan, che a dieci anni commise un terribile omicidio e da allora ha vissuto sotto altra identità, si è ritirata proprio a Flintstead, non resiste alla tentazione di usare quell'informazione. È la sera del book club, e, sentendosi ancora una volta esclusa, Joanna butta lì il suo prezioso pettegolezzo. Quella che innescherà è una spirale crescente di sospetto, follia e paura, che ben presto le sfuggirà di mano. E mentre diverse donne vengono accusate, e Jo si sentirà sempre più in colpa per aver diffuso la voce, una verità molto scomoda si farà strada. Una verità pericolosa, sia per lei che per il suo bambino. E Joanna imparerà a sue spese che quando si mettono in giro le voci sbagliate, dopo non si torna indietro.
Mentre gli ordigni dei nazisti cadono implacabili dal cielo durante il bombardamento di Coventry del 14 novembre 1940, i genitori di Rose Sherbourne perdono la vita. Quando la piccola si ritrova orfana a soli sei anni, il suo destino si intreccia a quello della figlia di un contadino della Cornovaglia, Elenor Cardew. Elenor sa che l'unico modo per proteggere Rose è quello di lasciare la città e cominciare una nuova vita lontano dai bersagli dei bombardieri tedeschi. Ma la tempesta di fuoco di Hitler non è l'unica cosa a minacciare la vita della piccola... C'è infatti un segreto terribile che riguarda il passato della bambina, e che spinge Elenor a rivolgersi all'unica persona di cui può fidarsi: l'eroico pilota canadese Jackson St John. E mentre lei e Jackson cercano un modo per tenere al sicuro Rose, tra di loro nascerà un sentimento destinato a diventare sempre più forte.
I brevi saggi raccolti in questo volume furono scritti nell'arco di vent'anni per due giornali inglesi, "The Illustrated London News" e "The New Witness". In essi Chesterton prende di mira alcuni aspetti del suo tempo (ma anche del nostro...), indicativi di un atteggiamento ideologico di irragionevole, e un po' ottuso, scetticismo nei confronti della Tradizione - assai diffuso tra i suoi (e nostri) contemporanei - e di ingenua fiducia verso tutto ciò che ha l'apparenza della novità. Tra gli argomenti fatti oggetto della sua critica, compaiono la venerazione per gli animali domestici, il proliferare delle sette, il consumismo, il divorzio, lo spiritismo, l'esotismo, la fiducia incondizionata nelle conquiste della scienza, l'ateismo, l'individualismo, la divulgazione pseudoscientifica e, come suggerisce il titolo del primo saggio di questa raccolta ("Sulla serietà"), l'incapacità di sorridere della (e alla) vita
Stazione di Petersborough, binario Sette, quattro del mattino: Lisa Evans è determinata a capire perché si ritrova in quel luogo deserto. Perché è lì? Lisa non se lo ricorda. Però una cosa la sa: lei è morta, ed è morta lì, investita da un treno al binario Sette. ma come siano davvero andate le cose, Lisa non riesce a capirlo. Nella solitudine della notte, assiste a un altro «incidente»: un uomo solo, anch’egli travolto da un treno di passaggio. Lo choc fa riaffiorare, un tassello dopo l’altro, le vicende e le persone del suo passato.
Su tutte, Matthew, il fidanzato. Medico affascinante e premuroso, Matthew è andato a vivere con lei dopo poche settimane di appuntamenti romantici e passionali. I suoi genitori lo adorano, è quello giusto. Potrebbe essere la relazione perfetta solo che, come spesso accade, non lo è. Matthew arriva sempre in ritardo, ma detesta quando lo fa Lisa. Le dice che lei è solo sua, ed è ossessionato dai suoi fidanzati passati, per scherzo. Le controlla il cellulare e conosce le sue password. Tanto per provare, quando sono a letto insieme, le chiede di fingere di essere morta. Giorno dopo giorno, un senso di soffocamento e allo stesso tempo di colpa si insinua nella vita di Lisa.
C’è qualcosa che non funziona, ed è sicuramente lei il problema. A meno che non sia Matthew.
Mentre il ricordo della relazione si fa sempre più vivido, una domanda tormenta Lisa: si è suicidata su quel binario, o qualcuno l’ha spinta sotto al treno? Perché il suo spirito continua a vagare per la stazione, come se avesse qualcosa di irrisolto da portare alla luce prima di potersi abbandonare in pace all’eternità? Tra le vicende dei frequentatori abituali della stazione, che può osservare dalla sua postazione privilegiata, e le immagini che le tornano alla mente, Lisa capisce di non essere sola, e che può ancora fare qualcosa per riportare a galla la sua terribile verità.
Binario Sette è insieme un page turner e un’indagine sui risvolti oscuri che avvolgono relazioni apparentemente «normali».
Con il passo di un thriller, Louise Doughty ci accompagna in un viaggio alla scoperta della presenza del mistero nei luoghi più insospettabili.
La piccola Jane, povera e orfana, trascorre la propria fanciullezza in un triste asilo di Lowood, priva di qualunque di affetto. Ben presto Jane trova un modesto impiego come governante presso casa Rochester unitamente all'amore: il padrone di casa finisce per innamorarsi di lei, ma proprio quando si sta per celebrare il matrimonio tra i due, una sconvolgente verità travolge la vita della fanciulla. Il romanzo, che ha avuto un successo ininterrottamente sin dalla sua prima pubblicazione, è stato tradotto in molte lingue e più volte adattato allo schermo e sulle scene.
Germania, 1944. Prelevata dal campo di concentramento in cui era prigioniera, Anke Hoff non ha idea del destino che la attende. Quando le viene ordinato di assistere, come ostetrica, qualcuno molto vicino a Hitler è costretta ad accettare: in caso contrario tutta la sua famiglia verrebbe uccisa. Nonostante l'odio per il regime che ha perseguitato lei e i suoi cari, Anke dovrà fare del suo meglio per prendersi cura della misteriosa donna e del bambino che porta in grembo, la cui vita è legata a doppio flo alla sua. Ma nel rifugio di Berghof, la residenza segreta del Führer tra le Alpi bavaresi, niente è come sembra. Molte delle persone lì presenti, infatti, sono sottoposte allo stesso ricatto di Anke. E affezionarsi a uno di loro potrebbe complicare ancora di più le cose, mettendola davanti a una scelta impossibile da compiere. L'amore può sopravvivere agli orrori di una guerra?
William Shakespeare scrisse almeno trentasette componimenti teatrali, centocinquantaquattro sonetti e un paio di poemetti. A quattro secoli di distanza dalla sua scomparsa, la sua imponente opera continua a parlare in modo diverso a ogni nuova generazione, motivo per cui la sua poesia non è mai fuori luogo, in nessuna epoca. Questa antologia offre una selezione dei suoi capolavori, proponendo un estratto per ogni giorno dell'anno e dando voce non solo ai personaggi e ai brani più noti e più amati, ma anche alle opere meno conosciute, come i poemetti che in epoca elisabettiana furono dei bestseller, ma di cui forse in pochi hanno sentito parlare. Ogni brano citato, corredato da un commento di Allie Esiri, offre la possibilità di entrare nella vita di ciascun personaggio ed esaminarlo da ogni angolazione, così che il lettore si troverà a vivere, giorno dopo giorno, i dilemmi di Amleto, i finti stupori di Viola, la feroce determinazione di Macbeth e la sconvolgente disonestà di Iago persino verso sé stesso. Un libro per gli estimatori del Bardo, ma anche per chi decida di accostarsi per la prima volta alla sua opera, per trascorrere qualche ora del giorno all'insegna della saggezza, dello spirito e della poesia di uno dei più grandi geni dell'umanità.
"Tutti gli uomini sognano, ma non allo stesso modo. Quelli che di notte sognano nei polverosi angoli della propria mente scoprono, di giorno, che era solo vanità; ma quelli che sognano di giorno sono uomini pericolosi, perché può darsi che recitino il loro sogno a occhi aperti, per attuarlo. Questo io feci. Intendevo creare una nazione nuova, ristabilire un'influenza perduta, dare a venti milioni di semiti le fondamenta sulle quali costruire un ispirato palazzo di sogni per il loro pensiero nazionale. [...] Ma, quando vincemmo, mi si accusò di aver messo in pericolo i profitti britannici sul petrolio della Mesopotamia e di aver guastato la politica coloniale francese nel Levante." Sono le parole dello stesso T.E. Lawrence, che in due anni, dal 1916 al 1918, riuscì a organizzare un esercito arabo sotto il comando dell'emiro Feisal e a portarlo vittorioso fino a Damasco. Per il governo britannico, però, la guerra serviva solo a distruggere l'Impero ottomano e a consolidare la propria posizione nel Medio Oriente. Alla fine della guerra Lawrence raccontò gli avvenimenti di quegli anni in un libro che è molto di più che un semplice resoconto di guerra. I sette pilastri della saggezza è ormai un classico della letteratura novecentesca: un racconto epico, ricco di poesia e avventura, un libro sapienziale, un ritratto dell'Arabia, della sua gente e dei suoi misteri e il diario intimo di colui che è stato forse l'ultimo eroe romantico e che col mitico nome di Lawrence d'Arabia è entrato nella leggenda.
Sono le parole di un grande scrittore e non di un professionista del mondo delle arti figurative o di un accademico, quelle che Julian Barnes mette in conversazione con le immagini di alcune grandi opere del canone occidentale tra il 1850 e il 1920, dal maturo Romanticismo fino al Modernismo e oltre. Il punto di partenza è il dipinto noto come La zattera della Medusa di Géricault, di cui Barnes segue le fonti storiche nel naufragio della fregata francese Meduse nel luglio del 1816, per spostarsi poi sulla storia dei bozzetti preparatori e dell'autoreclusione del pittore per otto mesi durante il lavoro sulla grande tela, fino a offrire risposta su che cosa trasformi la catastrofe in arte, dopo aver trasformato l'evento in immagine. I saggi trattano dipinti di Manet, Bonnard, Vuillard, Degas, Cézanne, ma anche di Vallotton, Braque, Picasso e Magritte, fino agli inquieti ritratti di Lucian Freud, con la loro spietata ricerca dell'anima della carne, e al gigantismo giocoso di certa Pop Art destinata, nel giudizio di Barnes, a invecchiare male e approdare a una senilità precoce e un tantino ridicola. Si tratta di testi eruditi e brillanti che garantiscono tuttavia un piacere ulteriore a chi vi si accosta, quello di suggerire in controluce alle figure descritte potenziali personaggi o scene di romanzi di Barnes. Accade con l'analisi di certi interni borghesi di Vuillard, con l'attenzione tutta narrativa riservata alla posizione dei piedi nel dipinto di Manet L'esecuzione dell'imperatore Massimiliano; accade nel racconto delle vite a confronto di Braque e Picasso. Barnes si sbilancia, si diverte, ci incanta. E, dopo aver sommessamente contraddetto per quasi trecento pagine le indicazioni del maestro Flaubert, secondo il quale i grandi dipinti non vogliono parole a illustrarli, Barnes liquida se stesso commentando cosí le opere dell'amico Howard Hodgkin: «Questi quadri parlano ai miei occhi, al mio cuore, alla mia mente. Perciò, basta con le parole».
"Aveva sognato Trotty? Le sue gioie e i suoi dolori, assieme ai personaggi che vi hanno preso parte, sono soltanto un sogno? O forse era un sogno lui stesso, e chi narra questo racconto è uno che ha sognato e che si sta svegliando solo adesso?"