Che succede a giocare con le illusioni, a cancellare i sogni? Una cartomante e un'usuraia, nella stessa persona: inventare il futuro e sbriciolarlo tra le dita. Mentre la città si apre alla primavera, nel solito trionfo di profumi e canzoni, il più tenero degli amori diventa la peggiore delle condanne: e spegne nel sangue anche il ricordo di un'antica passione.
Nel corso della sua lunga, sfolgorante carriera di alto funzionario di banca, Febo Germosino ha ricevuto tre lettere anonime. Adesso, nel primo giorno della sua nuova vita da pensionato, le ha allineate davanti a sé. Le prime due sono vecchie di decenni, l'ultima è recente e insinua dubbi sulla fedeltà della sua giovane e bellissima seconda moglie, Adele. È lei la protagonista di questo romanzo, una splendida femme fatale che ama indossare un apparentemente castigato tailleur grigio. Un vestito che per lei ha un profondo significato simbolico. Un significato che sarebbe stato molto meglio non conoscere mai... La letteratura di Camilleri è ricchissima di figure femminili, sempre seguite con una partecipazione amorevole, una sorta d'indulgente, quasi sorniona, profonda adesione alle loro carnali debolezze, una incuriosita attenzione all'attimo del cedimento, quando i freni inibitori si allentano per passione, per vendetta, per un semplice capriccio; per un attimo o per sempre; per malizia, per calcolo o per esplosione dei sensi. In queste pagine del più "francese" dei suoi romanzi, in questa affascinante, temibile Adele accarezzata dalla scrittura come da mani appassionate e al tempo stesso intimorite, si sentono echi di Maupassant, del Pierre Louys di "La donna e il burattino" e di tutti i classici della letteratura e del noir che ci hanno fatto sognare su certe dark ladies tanto incantevoli da amare nella finzione quanto pericolose da incontrare nella realtà.
Città del Vaticano, 1991. Il restauratore Gabriel De Leon è esterrefatto: il volto affrescato che ha appena riportato alla luce è identico al suo. Sembra il suo ritratto. Ma è stato dipinto da Michelangelo tra i beati del Giudizio universale alcuni secoli prima che lui nascesse. Gabriel è un restauratore molto quotato; da anni partecipa ai lavori nella Cappella Sistina, ma dopo quest'inquietante scoperta la sua vita non sarà più la stessa. Pablo Picasso, Salvador Dali, Francesco Borromini, Napoleone Bonaparte e madre Teresa di Calcutta: questi saranno soltanto alcuni dei personaggi che De Leon individuerà tra i visi affrescati dal Buonarroti a metà del Cinquecento. Molti gli daranno del pazzo. La sua follia, però, nasconde un immenso segreto... Firenze, 1490. A Palazzo de' Medici tutti sono immersi nel sonno, ma Michelangelo Buonarroti non riesce a dormire. Così vaga fino al Giardino di San Marco, che di giorno funziona come scuola d'arte allestita dal mecenate Lorenzo, dove scoprirà di poter avere accesso ai preziosi misteri custoditi dalla cerchia più ristretta del Magnifico. Marsilio Ficino, Pico della Mirandola e un Maestro che indossa un copricapo bianco gli riveleranno verità destinate a illuminare tutta la sua arte, ma a essere visibili solo a pochi... Roma, 2012. La studiosa Beatrice Maureeno, famosa per aver rintracciato la Quarta Cantica dantesca, riceve un messaggio di Gabriel De Leon. Ma, non appena apre la busta, perde i sensi e viene colta da una visione.
"Un gorgo d'angoscia governa l'alterno respiro delle storie che nel romanzo si tramescolano. Il commissario Montalbano è in apprensione. Gli orli sfumati di un sogno trasudano malessere, sensazioni superstiziose, oscure premonizioni. Un pensiero laterale stenta a chiarirsi, e perdura nella realtà come sospettosa vigilanza; e come soprassalto a ogni minima coincidenza con lo squallore infausto del sogno che di uno straccio di terra aspra e solitaria ha fatto un obitorio a cielo aperto, con bara chiusa e cadavere da riconoscere, sotto una luce itterica e di meteoropatica influenza. Persino il consueto barbugliamento di Catarella si è dato in sogno negli arcani costernanti di una locuzione latina. La rotta sequenza delle indagini, su un'aggressione a mano armata e violenza carnale, su un traffico d'armi, e su degli esportatori di opere d'arte rubate, allinea e intreccia storie di donne di forte e deciso temperamento; mentre il commissario, così esposto al lato oscuro delle cose e ai clandestini giochi della mente, è in attesa che qualcosa di non del tutto delucidato esca fuori, alla fine, da un qualche retroscena, e si riveli. Si sedimenta lo spaesamento in Montalbano. Nella vita del commissario va crescendo un senso di solitudine che accascia e predispone a una morbidità di sentimento. Livia continua a essere una voce nel telefono, una minaccia costante e fastidiosa di baruffe. Un'assenza. Una lontananza impegnativa. Irrompe in carne e ossa una donna fatale...". Salvatore Silvano Nigro
Regno di Danimarca, XVI secolo. Jep sa che la vita non sarà clemente con lui. Al villaggio i ragazzi lo maltrattano, gli adulti lo evitano, tutti temono la sua deformità. Poi, un mattino una nave porta sull'isola l'astronomo più rinomato d'Europa. Il suo nome è Tycho Brahe, re Federico II gli ha dato in feudo l'isola di Hven perché possa costruirvi un osservatorio. Jep il gobbo è contento dell'arrivo di quel signore severo che scruta sempre la notte, lo segue ovunque, diventerà il suo giullare. Di giorno, ai piedi del suo tavolo, prende gli avanzi di cibo e diverte gli ospiti; la notte, col permesso di Tycho, impara a leggere e scrivere, studia il latino, apprende la matematica. Perché solo guardando le stelle Jep dimentica la propria immagine riflessa nell'acqua del pozzo, le donne che non amerà, i figli che non potrà mai avere. Ma un giorno infausto, il re muore e appare subito chiaro che Tycho non gode del favore del suo successore, e anche il destino di Jep sarà segnato.
Protagonista di "Annales" è Anna, centralinista del "Chiedi tutto 24 ore su 24", cali center atipico disponibile a qualsiasi richiesta. Anna, da tempo, riceve inquietanti lettere anonime a ogni compleanno: è così che il catalogo dei più celebri serial killer di tutti i tempi inizia a intrecciarsi alla vera e propria caccia all'uomo alla ricerca dello sconosciuto mittente. Tra indizi disseminati nei luoghi più strani e domande sempre più assurde al telefono, si sviluppa una trama a metà tra il thriller e il comico fino all'imprevedibile, spiazzante finale. In "Circuito chiuso" Un supermercato di provincia, una ragazza che fa la vigilante, sua nonna. Un delitto consumato tra il reparto scatolame e i surgelati, un tipo sconosciuto e sospetto, un mistero legato al passato. Questi sono gli ingredienti di "Circuito chiuso", un giallo-umoristico esplosivo ambientato tra frutta e verdura, sottoaceti e latticini in cui, tra corsie piene di merce e carrelli della spesa, si snodano le vicende di un paese in subbuglio, solo all' pparenza pigro, mite e sonnolento.
"Questo libro è all'incirca un anno e mezzo della mia vita. Un giorno, proprio mentre stavo guidando per andare a lavorare, mi è venuta di colpo l'idea di licenziarmi. Così ho fatto: sono tornato a casa e avevo addosso quella tipica felicità del licenziarsi, che non so se sia esattamente opposta alla tristezza di essere licenziati. Poi son rimasto senza soldi e, quasi contemporaneamente, senza una donna. Una mattina squilla il telefono e era una scuola che mi chiedeva se ero disposto a fare una supplenza sul sostegno, e io gli ho detto che mi ero licenziato e quindi ero stato depennato dalle graduatorie, e loro mi hanno detto che per quell'anno non avevano depennato, quindi che gli dicessi se accettavo o no, allora io gli ho detto che arrivavo subito, perché a quel punto c'era da baciarsi i gomiti a tornare a insegnare. Soltanto che per una strana ironia della sorte la scuola che mi ha chiamato era non soltanto nello stesso paese di quella da cui mi ero licenziato dicendo che non sarei mai più entrato in una scuola in vita mia, ma addirittura nello stesso edificio, che era diviso in due per il lungo e ospitava due scuole diverse. Quindi me n'ero andato da un posto tutto scoglionato e dopo soltanto otto mesi ritornavo nello stesso posto. E poi venivo riassorbito dalle più svariate avventure scolastiche."
Una biografia a vignette. Con un tratto delicato, quasi melanconico, Paulesu reinventa un Gramsci che ha i tratti di un bambino. Capelli in disordine, occhiali, braccia lungo il corpo: sembra lo scolaro modello dei libri di lettura, sembra un personaggio che viene da lontano. "Sono sardo, sono gobbo, sono pure comunista. Dopo una lunga agonia in carcere, spirerò. Nino mi chiamo." Così si presenta nella prima vignetta, e a quella seguono altre che di Gramsci ripercorrono le idee, le riflessioni, le lotte, gli amori. Fra gruppi omogenei di vignette l'autore inserisce sequenze di testo che raccontano la vita dell'uomo o citano passi importanti delle opere del politico e dell'intellettuale. Ne esce un libro del tutto originale che ci guida, come all'interno di un ideale museo (non monumentale, non celebrativo), dentro la vita, il pensiero, e l'eredità umana e politica di Antonio Gramsci.
Martino passa l'infanzia in una grande villa alle porte di Milano, che l'eccentrica famiglia Sepe condivide con un numero variabile di ospiti quantomeno inusuali. Una casa dove, tanto per dire, si cena con una scimmia indonesiana di nome Clarissa che ti ruba il pollo dal piatto per strofinarselo addosso. Arrivati i vent'anni, opta per la fuga e si trasferisce a New York con la speranza di sfondare nel mondo del cinema. Rocambolescamente solo, Martino scopre giorno dopo giorno il gusto della normalità di sentirsi diverso da tutto. Una mattina, risvegliandosi in un letto sconosciuto tra un uomo e una donna mai visti prima, s'interroga sui suoi clamorosi naufragi sentimentali. Gli effetti collaterali delle prime, goffe, notti d'amore; la cronaca di un fallimento annunciato con la top model più desiderata al mondo; la burrascosa relazione con l'attore Alejo, che lo porterà dal paradiso dritto all'inferno. Come il film che Martino avrebbe voluto dirigere, il romanzo della sua vita è un vortice in cui tutto precipita e torna in superficie, avventure e contraddizioni, affetti e spudoratezze. "Goditi il problema" è un inno alla libertà di godersi la vita nonostante tutto, senza remore e prima che sia troppo tardi. Un'avventura metropolitana di sesso e sentimento, di tracolli prevedibili alla ricerca di una tragicomica e commovente scoperta di sé.
Il mondo in un possibile futuro. La Chiesa cattolica ha esteso il suo potere instaurando in Italia una teocrazia e controllando ogni aspetto della vita politica e sociale. Il Papa governa un feroce sistema inquisitoriale. L'eroe di questa sacra rappresentazione esplosa è Domingo Salazar. Orfano, allevato dai domenicani, è diventato un agente segreto pontificio, o meglio, un cane sciolto, che non disdegna l'amicizia del musulmano Guntur e combatte con ogni mezzo lecito e illecito gli atei, i negatori di ogni fede e senso dell'ordine cosmico. L'incarico che Salazar ha ricevuto da un misterioso Vicario è di catturare Ivan Zago, l'imprendibile capo dei nemici della Chiesa, e di sventare l'attentato che incombe sulla cerimonia per la santificazione del Santo Padre. Ma nella polizia vaticana qualcuno ordisce altre trame e Domingo da cacciatore, sta per diventare preda. Diego Marani ci porta con il suo nuovo romanzo, veloce e pieno di sorprese, nel cuore segreto e inquietante di un nuovo impero del male.
Il "giornale" comincia nel 1936, con l'ingresso del piccolo Mario Morrone al ginnasio, e, con una scansione in capitoli che raccontano un anno dopo l'altro, arriva fino al 1940. Sono anni cruciali per l'Italia e per Mario, che vive la sua adolescenza sullo sfondo di un fascismo che passa dalla grottesca simulazione della guerra all'improvvisa realtà dello scontro. In un condominio della piccola borghesia napoletana degli anni Trenta, tra vicine di casa pettegole, serve procaci, vecchi professori, signore inquiete e bellimbusti, Striano ritrae un'umanità vivacissima in tutti i suo riti e in ogni dettaglio.
I Bruni - Callisto, la Clerice, i loro figli, sette maschi e due femmine - e il loro regno: la cascina nella pianura emiliana, i campi coltivati con fatica, e la grande stalla, albergo e luogo in cui ci si riunisce per celebrare il rito della veglia nelle lunghe notti d'inverno, ascoltando le storie meravigliose di una tradizione millenaria. Come quella della capra d'oro, idolo demoniaco la cui apparizione è presagio di orribili sciagure... Da questo mondo antico, fatto di valori elementari ma fortissimi, di leggende ancestrali, di fatica immensa ma anche di certezze come il cibo, la casa, la solidarietà, tutti e sette i maschi dei Bruni partiranno per la Prima guerra, e la famiglia dovrà affrontare i lutti, il nuovo regime, un altro terribile conflitto e ancora la guerra civile, con le distruzioni e i cambiamenti che portano con sé. Con gli occhi di Floti, Gaetano, Armando, delle loro donne, dei loro fratelli, animi generosi e intelligenti, attraverso le vite dei Bruni, compiremo un viaggio straordinario che va dall'aia di casa fino a Bologna, dall'Africa alla Russia, dal 1914 al '49, dall'inconsapevolezza alla capacità di lottare per i diritti dei più deboli, per una giustizia in cui credere fino all'ultimo. Fino a quando la solitudine, il fuoco, la storia non avranno compiuto il loro corso...