Mazzi di chiavi, telefoni, biglietti da visita, occhiali da sole, documenti e palloncini colorati scappati via da mani bambine. Ma anche gli 'ego' individuali, i 'soggetti' intesi come idee e storie che perdono e si perdono fino a un gesto che affiora in un ricordo. "Mi ha guidato nella scelta un'idea dei margini, forse anche un'idea del fantasma. I fantasmi sono dolorosi, i fantasmi sono necessari. I fantasmi sono quello che ci manca, disse una volta Carmelo Bene, essa ci deve mancare. "Oggetti smarriti" sono frasi, racconti, avventure, occasioni, protocolli di esperienza, alcuni recentissimi, altri remoti. Hanno in comune, oltre a una scrittura ibrida, tra il documentario e la finzione, il sentimento di essere perduti".
Sorano di Efeso fu uno dei più grandi medici dell'antichità, autore di un fondamentale trattato di ginecologia ricomparso solo nell'Ottocento. Fondendo lo studio di questo documento con la sua impareggiabile competenza di storico della medicina e con il talento del narratore, Forleo racconta in chiave romanzesca la vita di Sorano: dall'infanzia in Asia Minore all'apprendistato presso la scuola di Alessandria, fino all'approdo nella Roma imperiale di Traiano e Adriano, dove, tra brucianti passioni amorose, esercitò con successo una professione volta a migliorare le tecniche del parto. Entro una cornice storicamente realistica si inquadrano – come nei romanzi di V.M. Manfredi – vicende e personaggi immaginari, che risucchiano il lettore in un passato dal fascino irresistibile.
Un volume illustrato che raccoglie in un ritratto a più voci ricordi e testimonianze sull'uomo e lo scrittore Sciascia, firmate da alcuni dei maggiori intellettuali del Novecento. Scritti di Calvino, Pasolini, Vigorelli, Battaglia, Bo, Montanelli, Moravia, Biagi, Bufalino, Siciliano, Rosi, Sgalambro, Riotta, Vàsquez Montalbàn, Ambroise e altri. Nuova edizione con interventi di Umberto Eco, Dacia Marami, Vittorio Sgarbi, Andrea Camilleri, Carlo Lucarelli, Roberto Saviano, Inge Feltrinelli, Oliviero Diliberto, Marta Morazzoni; Conversazioni intorno a Sciascia di Matteo Collura con Toni Servillo; Elisabetta Sgarbi e Mario Andreose su "A futura memoria". Nuovo apparato iconografico. In allegato un CD Audio con "Una Storia Semplice" letto da Toni Servillo.
Una fiction fresca e moderna, arricchita da magistrali disegni, racconta a adulti e bambini la straordinaria storia dei frigoriferi che si mettono in marcia per salvare il Polo Nord, con l'aiuto dei bambini, dando vita a una rivoluzione nonviolenta, fantastica.
Perugia, luglio 1877. L'ispettore Verbasco ha studiato poco, gli costa fatica leggere e scrivere. Ma come poliziotto non lo batte nessuno. Tocca a lui e a Boeris, potente uomo dei Servizi, mandato dalla Capitale, fermare l'assassino di due giovani donne. Sono state trovate dentro la cinta delle mura, nude e sventrate, con le orribili tracce di un supplizio bizzarro. Una storia di "servette e puttane", secondo le autorità locali, ma l'algido Boeris sa che si tratta di un affare di Stato. E ora l'assassino comincia a colpire anche nell'alta società... Intanto entra in città, con grande clamore, il poeta Giosue Carducci, "irresponsabile mazziniano". Anche lui resterà impigliato in un meccanismo antico, potente e inarrestabile. È cominciato un gioco vasto, di cui non si vede la fine.
Gli ultimi mesi erano stati un vero schifo per Nic Morgan. Sua moglie Lucy, la donna di cui si era innamorato a prima vista in un giorno di pioggia, era morta in un incidente d'auto a soli ventotto anni. E, quel che era peggio, non era sola; alla guida, infatti, c'era il suo amante e Nic aveva saputo di quella maledetta tresca solo quando non c'era più nulla da fare. Per non parlare poi del lavoro: da quando era rimasto solo, concentrarsi gli era quasi impossibile e quelle due iene che miravano da tempo al suo posto di vicepresidente di un'importante multinazionale petrolifera ne avevano approfittato mettendolo in cattiva luce con il capo. Di un uomo annebbiato dal dolore non ci si può fidare, perciò Nic viene mandato via da San Francisco e spedito nel Corno d'Africa. La situazione che si trova di fronte è bollente, inglesi da una parte, francesi dall'altra e Islam dovunque. I paesi confinanti che tramano per far diventare la zona una polveriera. I guerriglieri che trucidano i nemici indiscriminatamente. Ma quella è anche una terra incontaminata, piena di ricchezze naturali di cui, però, la popolazione non può disporre in alcun modo. Così Nic, grazie ai consigli di Thomas, un collega del posto, e di Theresa, dirigente di una società che fa ricerche geotermiche, comprende che in quel luogo può spegnere la rabbia che lo sta consumando: con dei progetti di cooperazione internazionale si può riportare l'acqua a coloro a cui appartiene di diritto, un modo per sentirsi di nuovo utile.
Nel corso della sua lunga, sfolgorante carriera di alto funzionario di banca, Febo Germosino ha ricevuto tre lettere anonime. Adesso, nel primo giorno della sua nuova vita da pensionato, le ha allineate davanti a sé. Le prime due sono vecchie di decenni, l'ultima è recente e insinua dubbi sulla fedeltà della sua giovane e bellissima seconda moglie, Adele. È lei la protagonista di questo romanzo, una splendida femme fatale che ama indossare un apparentemente castigato tailleur grigio. Un vestito che per lei ha un profondo significato simbolico. Un significato che sarebbe stato molto meglio non conoscere mai... La letteratura di Camilleri è ricchissima di figure femminili, sempre seguite con una partecipazione amorevole, una sorta d'indulgente, quasi sorniona, profonda adesione alle loro carnali debolezze, una incuriosita attenzione all'attimo del cedimento, quando i freni inibitori si allentano per passione, per vendetta, per un semplice capriccio; per un attimo o per sempre; per malizia, per calcolo o per esplosione dei sensi. In queste pagine del più "francese" dei suoi romanzi, in questa affascinante, temibile Adele accarezzata dalla scrittura come da mani appassionate e al tempo stesso intimorite, si sentono echi di Maupassant, del Pierre Louys di "La donna e il burattino" e di tutti i classici della letteratura e del noir che ci hanno fatto sognare su certe dark ladies tanto incantevoli da amare nella finzione quanto pericolose da incontrare nella realtà.
Roma, inizi di marzo del 44 a.C. Caio Giulio Cesare, il pontefice massimo, il dittatore perpetuo, l'invincibile capo militare che ha assoggettato il mondo alla legge romana, è un uomo di cinquantasei anni, solo in apparenza nel pieno della sua prestanza fisica e psichica. In realtà è stanco e malato, una belva fiaccata e rinchiusa nella gabbia dei propri incubi spaventosi. La missione di cui si sente investito - chiudere la sanguinosa stagione delle guerre fratricide, riconciliare le fazioni, salvare il mondo e la civiltà di Roma vacilla paurosamente sotto i colpi dei complotti di palazzo, orditi da chi vede in lui il tiranno efferato, colpevole, dopo lo strappo del Rubicone, di aver messo per sempre fine alla libertà della repubblica. Cesare è come paralizzato, incapace di reggere sulle spalle il peso di un potere immenso e cerca rifugio nella preparazione dell'ennesima campagna bellica, quella contro i Parti. Ma la logica politica della congiura definitiva incalza implacabile e neppure il sacrificio eroico di Publio Sestio, il più fedele legionario di Cesare, compagno di mille battaglie, che si lancia lungo le strade che portano a Roma in una spasmodica corsa contro il tempo per tentare di salvargli la vita, né la cura devota e amorevole della moglie Calpurnia, le attenzioni dell'amante Servilia e del medico Antistio riusciranno a disinnescarla. I presagi si compiranno, le Idi di marzo deflagreranno e il mondo non sarà più lo stesso.
E se un giorno Dio, in piena crisi esistenziale, si travestisse da pittore del Rinascimento o da chitarrista rock, da trapezista o da cortigiana, per cercare di comprendere gli uomini, quelle sue creature ribelli che ormai gli sembra di non capire più? Così infatti si presenta il Creatore davanti a Teliqalipukt, il "suo primo consigliere", una specie di angelo mandato sulla terra con lo scopo di seguire gli uomini per poterli poi raccontare ai "piccoli immortali, i suoi allievi". E proprio a lui Dio chiede di spiegarglieli, gli uomini, lui che li ha conosciuti da vicino. Inizia così una sorta di "terapia" in cui Teliqalipukt (vecchia conoscenza dei lettori di Roberto Vecchioni), di seduta in seduta, si fa cantastorie per Dio. Da Catullo a JFK, passando per Shakespeare e Federico II, i protagonisti dei racconti - che danno forma a un unico romanzo - sono accomunati dalla volontà di ribellarsi a un destino che appare già segnato. E così scopriamo che Oscar Wilde dopo anni di carcere vive sotto falso nome nel nord della Francia; che il matematico Evariste Galois muore in duello non a causa di una donna ma per il risultato sconvolgente delle sue ricerche; che sir Alec Guinness si converte dopo uno strano colloquio in una chiesa durante le riprese del film in cui veste i panni di padre Brown; che il campione del mondo di scacchi Capablanca non ha perso il suo titolo come credevamo...
Barbara Lope è una donna nel pieno della vita, ha un'attraente frangetta bionda, vestiti eleganti, un bel lavoro. Eppure ogni tanto sente come un peso, un fastidio acuto: a scuola era il compagno presuntuoso, al lavoro la collega arrivista, e poi le scarpe con il tacco a spillo, le serate mondane, i discorsi ufficiali, le cerimonie, i matrimoni... E quando le situazioni si fanno insopportabili, quando le sembra che le persone e i luoghi abbiano perso il senso di quello che sono realmente (se mai l'hanno posseduto), in Barbara scatta qualcosa, un piccolo movimento, un gesto minimo, di insofferenza... Sfrontato? Scherzoso? Provocatorio? Non si può dire. Di certo si tratta di un impulso irresistibile, e Barbara non può trattenerlo. È il suo modo di reagire alle assurdità, alle distorsioni. Forse il desiderio di trovare qualcuno che le somigli. Insomma fa quel gesto, e d'improvviso ciò che appariva così serio e importante perde consistenza, diventa aria, si dissolve.
La raccolta degli scritti autobiografici di Fulvio Tomizza, che ora si pubblica, è l'ultima costruita dall'autore scegliendo tra le molte pagine d'occasione che era venuto accumulando negli anni mentre tornava insistentemente a riflettere sui grandi nodi che avevano segnato la sua esperienza di uomo, di cittadino e di scrittore, alla ricerca di un'interiore coerenza che ogni volta sembrava sfuggirgli e di nuovo inseguiva caparbio. Tomizza è rimasto fedele a se stesso, alla sua origine contadina e terragna, in sintonia con la quale ha ricostruito le drammatiche vicende del cambiamento rivoluzionario all'indomani della guerra e al tempo stesso dell'esodo di massa in Italia, lasciando case e cose, se non addirittura la vita. Dieci anni fa, il 21 maggio 1999, Tomizza se n'è andato: per un verso sembra ieri e nei pensieri è facile riprendere il colloquio con l'uomo che cercava e donava amicizia e solidarietà per poi improvvisamente chiudersi in una cupa solitudine e in un disperato pessimismo; per l'altro è passato un secolo e si è voltato pagina, cosicché certe sue ansie ideali e morali appaiono terribilmente distanti, quasi più non ci appartenessero. Rileggere le sue pagine, quelle più definitive e solenni e queste più divaganti e quotidiane, serve a capire cos'è accaduto, a riflettere su quanto il mondo è diverso oramai. (Introduzione di Cesare De Michelis)
Al nuovo appuntamento con i lettori, "Crimini" raccoglie le storie originali e inedite di alcuni tra i maggiori narratori italiani. Spaziando dal Piemonte di Giorgio Faletti al Nord-Est di Carlotto, al Sud di Carofiglio e De Silva, dalla Genova del contrabbando di Giampaolo Simi alla Matera al centro dell'industria del porno di Sandrone Dazieri, undici scrittori mettono a nudo l'Italia dei nostri giorni, esplorandone i lati più oscuri e l'anima profonda: l'Italia che è sotto i nostri occhi, quella che non fa nulla per nascondersi, l'Italia delle scorciatoie e dei suoi miti corrotti, quella dell'arricchimento individuale e quella del disprezzo del lavoro. Gli scrittori osservano, e raccontano tutto.