Isaia Carter vive in un mondo virtuale. Al suo arrivo è disorientato, incapace di relazionarsi con i suoi simili, incerto su cosa fare. Presto, però, Isaia impara. Si lancia alia scoperta del suo nuovo mondo, si adatta ai ritmi e ai costumi, stringe amicizie, esplora culture affascinanti. Alcune ... sembrano ferme a un passato medievale, regolate da oscure norme di comportamento, altre trascorrono in un futuro tecnologico: si passa di colpo da scenari metropolitani a isole tropicali, da musei fatiscenti a quartieri a luci rosse. Questo libro è il resoconto della sua vita dentro Second Life, dalle attività che svolge, tra cui un lavoro come reporter, allo sviluppo della sua 'coscienza' intima, stimolata in modo problematico da un mondo che lo affascina e al tempo stesso lo spinge a porsi domande complesse: qual è il suo ruolo qui? Cosa c'è oltre questa vita elettronica? Addentrandosi in realtà difformi, e soprattutto grazie all'incontro con una donna seducente, Isaia si accorge di avere desideri superiori ai propri limiti. La sua esistenza di avatar, creature nate adulte, inclini più ad apprendere che a vivere, ha la consistenza di una eternità artificiale, ma è animata da aspirazioni molto simili a quelle umane. La libertà che questo universo promette non corrisponde alle possibilità pratiche che concede e non è vero che qui si può realizzare qualsiasi sogno: un mondo senza morte, senza malattia e senza vecchiaia non svincola dalla intensa ricerca di un senso.
Calabria, 1863. Sulle montagne remote della Sila, nello scenario mitico di una natura maestosa e selvaggia, lo squadrone di cavalleria guidato dal maggiore Albertis insegue una banda di ribelli capitanati da uno spietato guerrigliero contadino, Evangelista Boccadoro. L'intero sud è in fiamme, ... e gruppi di combattenti armati sono in rivolta contro l'esercito calato nel meridione dopo la spedizione dei Mille e la caduta dei Borboni per annettere le regioni dell'ex Regno delle due Sicilie a una nuova nazione: l'Italia. La prima guerra combattuta dallo stato italiano è un conflitto etnico scandito da atrocità e massacri, stupri, fucilazioni e migliaia di morti fra i banditi, i militari e la popolazione civile. E così anche il duello ossessivo e tragico fra il maggiore Albertis e Boccadoro semina una lunga scia di sangue in una terra arcaica, misteriosa e dilaniata da una povertà sconvolgente. E soprattutto, agli occhi dei soldati italiani, abitata da un popolo di barbari superstiziosi e primitivi che non vogliono sottomettersi alle leggi della civiltà.
Alessandro Manzoni, quello tramandato dai rituali della cultura letteraria, ha un sosia, rimasto finora sconosciuto. Il Manzoni ufficiale, quello che da sempre conosciamo, è una controfigura deputata a nascondere il Manzoni vero, il quale ha sotterrato nei Promessi sposi, sotto le apparenze ... di un cattolicissimo romanzo, una vicenda tutta diversa, che - come aveva subito sospettato il mondo cattolico dell'800 - è pervasa da un micidiale nichilismo anticristiano. Un criptoromanzo al quale spetta il titolo di massimo capolavoro della nostra letteratura.
In questo libro Aldo Spranzi toglie la maschera al Manzoni, e fa emergere il romanzo nascosto, con la sua grandezza. Ci fa conoscere «l'altro Manzoni», autentico superuomo protagonista di un'appassionante, incredibile avventura esistenziale, oltre che genio artistico.
Liberato dal sarcofago nel quale, dopo averlo imbalsamato e divulgato, la cultura accademica l'ha per quasi due secoli rinchiuso, Manzoni e il suo capolavoro rinascono e rivelano una sconvolgente attualità . L'incontro con il vero Manzoni e con il romanzo nascosto è per l'uomo moderno, e in particolare per i giovani che popolano le nostre scuole, portatore di una sfida conturbante e affascinante (pp. 344).
Aldo Spranzi è professore ordinario di Economia dell'arte nella Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Milano.
I protagonisti di questo libro sono tutti affetti da quella che è stata definita "l'allergia del secolo". Una malattia immuno-tossica causata dall'inquinamento e dai prodotti chimici, che colpisce milioni di persone ma di cui non si parla mai. Ogni storia inizia con una lista di divieti e racconta ... come si può vivere evitando il contatto con il mondo: niente profumi e deodoranti, niente roba appena lavata, nuova o profumata, niente saponi, creme, trucchi, niente plastica: niente che sia sintetico, chimico, insomma. Dodici personaggi alle prese con la propria invisibilità, con la solitudine e la distanza da tutto ciò che amano. Eppure, dodici storie ariose e coinvolgenti che ci parlano del modo in cui viviamo, e acuiscono la nostra percezione dell'innaturalità del nostro mondo. E attraverso queste voci un piccolo grande viaggio su e giú per l'Italia, un percorso tattile e olfattivo per raccontare il territorio, le sue pieghe, il suo vento, le sue devastazioni.
Un paese di mare, in una notte d'inverno. Un ragazzino visionario che guida una stramba gang di teppisti si allea con un ex avvocato, da tempo radiato dall'ordine. È quasi un rapporto padre-figlio, tenero e infernale. Della durata di una sola, violentissima notte, in cui si mescolano sogni, ... illusioni e voltafaccia. Torna il romanzo del 1987, da cui Tinto Brass ha tratto nel 1988 il film omonimo, interpretato da Giancarlo Giannini. Stanotte non si dorme. Il paese si prepara a far festa a Faffo il maratoneta, che sta per tornare dopo la vittoria in Portogallo. Lo aspetta Molecola, sedicenne con "la faccia brufolosa di chi prende ancora la paghetta del sabato" e il modo di fare di un boss. Lo aspetta anche l'avvocato, che in realtà da anni non va più in tribunale, ma piazza macchinette nelle sale-gioco e poi va a ritirare i soldi a fine mese per conto del Comandante. Lui in quel paese di mare ci ha portato la sua Milena ad abortire. E li ha incontrato Molecola, che sogna di trasformare la sua anonima città in una nuova Las Vegas: un firmamento elettrico di insegne, tra sale-gioco, discoteche, hotel a dieci stelle, cinema, go-kart, teatri e soprattutto casinò. Per realizzare il suo progetto, Molecola vuole al suo fianco l'avvocato: "Non sa che storia possiamo inventarci insieme".
Due uomini, un anziano giallista e un giovane scrittore, s'incontrano in un'estate milanese degli anni Ottanta. Nella vita dell'anziano emerge a poco a poco un mistero. Esule dall'Istria nel dopoguerra, sposa una donna da cui ha un figlio, ma il suo matrimonio fallisce, e il figlio che viene ... affidato alla madre, scompare. Di lui restano vari segnali della sua vita passata di adolescente, sparsi e contraddittori. Il giovane scrittore viene coinvolto nella vicenda familiare, e si mette sulle tracce del figlio scomparso. Conosce un amico del figlio, Daniele, e con questi nasce un legame intenso, pieno di pietà e di vivida attesa. Il romanzo s'imbastisce di episodi avvincenti, scritti con un linguaggio diretto, ma allo stesso tempo denso, colmo d'inventiva, che richiama una narrativa forte, moderna, calata nell'attualità. Nel finale a sorpresa la storia scarica tutta la sua tensione, fornendo un forte significato umano alle esistenze dei personaggi, fatto di dramma e di salvezza per il riscatto che ogni umanità ferita porta con sé.
GLI AUTORI
VINCENZO GAMBARDELLA è nato a Napoli nel 1955 e abita a Milano. I suoi racconti sono stati pubblicati sulle riviste letterarie "Il racconto", "clandDestino", e sul settimanale "Vita". È presente in due antologie di nuovi narratori italiani: Dire scrivere pubblicare leggere valutare (Guaraldi, 1997) e Confini (Avagliano, 1998). Per Marietti ha pubblicato il suo primo romanzo Seduto sulla tempesta (2006).
Queste lettere nascono come lettere vere, e-mail mandate da una giornalista a un amico per raccontare ciò che, scritto il “pezzo” quotidiano, rimaneva nella penna. L’amico era Luigi Amicone, direttore di “Tempi”, e un giorno ha deciso di pubblicarne una, e poi ha continuato.
Un cronista, ... o un inviato, in genere racconta chi è morto, e perché, e dove. Raramente ha il modo di dire delle facce di quelli che ha incontrato, dei loro sguardi. Può raccontare dello sfacelo dello tsunami, ma non lo sguardo degli ultimi sacerdoti cattolici a Banda Aceh, tra i morti affioranti ancora dall’acqua – lo sguardo di chi ostinatamente vuole ricominciare da capo.
Un cronista può dire che il funerale di Pavarotti sembrava uno show, ma non parlare dell’unica ombra che gli è sembrata mancante fra quelle mille telecamere, dell’unica che non è stata invitata, e che pure aleggia nell’odore pesante dei fiori che appassiscono nella cattedrale di Modena. Poi, non c’è neanche bisogno di andare lontano: basta una frase di tuo figlio, o una mattina al mercato, per mettere in moto domande che non si scrivono sui giornali. Dove si può parlare di tutto, ma non di sé: di ciò che profondamente ci sta a cuore, e costantemente censuriamo.
Prefazione di Luigi Amicone
«In un tempo che ci lascia letteralmente senza parole, Marina Corradi inforca i suoi occhiali neri, riempie la penna d'inchiostro impressionista, scende per strada, annota nell'anima...e ci parla».
Luigi Amicone
GLI AUTORI
MARINA CORRADI è inviato e editorialista di «Avvenire» e collabora a «Tempi». Ha iniziato a lavorare come cronista di "nera" al quotidiano milanese «La Notte», poi è passata a «Repubblica» e da qui nel 1988 al quotidiano cattolico. Ha ricevuto nel 2006 il premio "Dino Buzzati" della Provincia di Milano e il premio dell'Unione cattolica stampa italiana per il 2007. Nello stesso anno per la rubrica "Prima che venga notte" ha ricevuto uno dei premi giornalistici Saint Vincent, sotto il patrocinio della Presidenza della Repubblica. Ha tre figli.
Alice è una bambina obbligata dal padre a frequentare la scuola di sci. È una mattina di nebbia fitta, lei non ha voglia, il latte della colazione le pesa sullo stomaco. Persa nella nebbia, staccata dai compagni, se la fa addosso. Umiliata, cerca di scendere, ma finisce fuori pista spezzandosi ... una gamba. Resta sola, incapace di muoversi, al fondo di un canale innevato, a domandarsi se i lupi ci sono anche in inverno. Mattia è un bambino molto intelligente, ma ha una gemella, Michela, ritardata. La presenza di Michela umilia Mattia di fronte ai suoi coetanei e per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia abbandona Michela nel parco, con la promessa che tornerà presto da lei. Questi due episodi iniziali, con le loro conseguenze irreversibili, saranno il marchio impresso a fuoco nelle vite di Alice e Mattia, adolescenti, giovani e infine adulti. Le loro esistenze si incroceranno, e si scopriranno strettamente uniti, eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano "primi gemelli": due numeri primi vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero. Un romanzo d'esordio che alterna momenti di durezza e spietata tensione a scene rarefatte e di trattenuta emozione, di sconsolata tenerezza e di tenace speranza.
Il commissario Matteo Colonna è stato inviato a Rimini per indagare sugli omicidi di alcune giovani donne e si imbatte in un serial killer molto speciale. Perché uccidendo le sue vittime, l'assassino che i giornali chiamano "Il figlio dei fiori" ascolta sempre un dimenticato brano psichedelico ... del 1972? Che cosa sono il Giusto Ritmo e la Legge? Che cosa nasconde la tranquilla Casa di riposo Giovanni Pascoli? Ce la farà il giovane e intuitivo Matteo Colonna, che cerca di immedesimarsi nell'assassino, a resistere all'orrore di ciò che sarà costretto a scoprire? Torna in libreria il romanzo che ha esplorato il cuore criminale dei rapporti familiari, il tradimento, e il desiderio di ordine che torna ad affacciarsi ovunque. Perché il killer che Colonna insegue è un padre. E i padri non sanno solo amare, ma anche odiare, e punire.
La consapevolezza che "i rapporti tra le arti devono essere casti", non impedí a Francesco Biamonti di rincorrere in pitture, poesie e prose altrui le tracce di comuni demoni artistici. In opere nelle quali il paesaggio si fa metafora dell'animo umano; con forme, colori e parole che si caricano ... d'essere per quanto sono spogli. In queste pagine sono molti quegli artisti che con il territorio ligure, o con il paesaggio marino mediterraneo, hanno dialogato. Alcuni pittori, Boine, Orengo, passando attraverso al rapporto purissimo con le cose che Calvino iniziò sulle rive della sua Liguria e che si fece fantastico, perché cristallino, nelle "Città invisibili". Biamonti si sente in armonia con chi dà voce alla natura, al paesaggio verticale, tra cielo e mare, della Liguria e della vicina Francia: il Valéry del "Cimitero marino", Cézanne e l'amico Ennio Morlotti. Con quegli artisti che hanno saputo, come lui, coniugare un linguaggio spoglio, scarno e materico con un lirismo corroso e pieno di luce.
Umberto Domina praticava un umorismo poco italiano, fatto di battute, di dialoghi e situazioni, e non di macchiette, della scuola di Achille Campanile e simile a quello di Marcello Marchesi. Un umorismo di testa e di intreccio, ottimista, capace di resistere brillantemente alla dimensione del ... romanzo, com'è questa storia di sostituzioni e imbrogli di due siciliani trapiantati a Milano che si scambiano i ruoli e le mogli. Entrambi Liborio Cappa, l'uno odia il successo, le amicizie altolocate e gli elettrodomestici, ma è un genio creativo naturale particolarmente adatto alla rapidità e all'assurdo che il boom economico sta imponendo al gusto ed è tormentato da una moglie che aspira a ciò che lui disprezza; l'altro manca di genio ma possiede ambizione e ha una moglie ricca che lo lascia in pace. Troveranno come combinarsi e come gabbare il mondo, senza male per nessuno. Mondo che è quello del miracolo economico, dei mobili di plastica che rimpiazzano le antichità, delle automobili usate anche per andare a comprare le sigarette, delle scomodissime urbanizzazioni futuribili, dei cibi in scatola al posto della buona cucina, del salutismo vanesio e perdigiorno; di tutto questo Domina avverte per tempo, in presa diretta, il formidabile potenziale comico e l'effimera durata, però ne registra l'intrinseca allegria e non l'angoscia. E ne inscena una esilarante parodia, come e più di un documento o una testimonianza.