Fantasmi. Che vengono da lontano. Che scardinano il tempo. Che amano il chiuso degli appartamenti. Il maturo scrittore, protagonista di questo romanzo e del romanzo che sta scrivendo, lascia la porta aperta ai fantasmi. E loro arrivano. Sono cortei di animali, una madre splendida di giovinezza, un padre che continua a morire, un amico di infanzia. Sono rasoi, figurine di calciatori conservate su un soppalco, abiti chiusi in un armadio. A ogni apparizione la discesa nel mondo delle ombre crea tensione, squilibrio, isolamento. Isolamento dal piccolo mondo della società letteraria, dalla famiglia e dalla moglie partita per una lunga permanenza in America, dalla stessa amante che nel frattempo ne ha preso il posto. Lo scrittore ha preso una strada che lo porta progressivamente e ineluttabilmente a misurare la labilità dei confini fra gratuità e necessità dell'immaginare, di ogni autentico processo creativo. Come da bambino il gioco dell'imperfetto ("io ero il capitano, tu il nostromo") lo trascinava lontano, morbosamente lontano, in avventure che erano tanto più vere quanto più sfidavano le barriere del presente, così ora il pericolo di quel gioco ritorna, più forte, più drammatico. Ma fino a dove può arrivare il rischio di abitare in una realtà parallela?
In questo romanzo non si racconta "la guerra vista da dietro le quinte" - in guerra non vi è nulla di teatrale e di fittizio - bensì la graduale scoperta, da parte di un'adolescente, che le parole gonfie di retorica dei bollettini radiofonici fascisti e le bandierine spostate sulla "carta geografica dell'Impero" servono solo a nascondere l'orrore di ogni guerra e il dolore che ne deriva. Nella normale vita di una ragazzina quattordicenne, tra la disciplina del collegio e le libertà estive, i balli serali e le passeggiate in bicicletta, se la guerra appare inizialmente sotto le trionfalistiche spoglie di eroici combattenti, ben presto cominciano a filtrare le prime drammatiche notizie sui soldati italiani mandati allo sbaraglio, nei rigori invernali prima del fronte greco e poi di quello russo. Ma sia la lettera inviata al Duce, per "infondergli coraggio", dalla protagonista insieme a un'amica, sia i fioretti collegiali per propiziare la vittoria finale, non potranno evitare la disfatta e i caotici giorni di incertezza che seguiranno all'8 settembre, tra bombardamenti aerei, rastrellamenti dei soldati tedeschi e repubblichini e finanche razzie di cosacchi... Lungo tutto il romanzo, è la Storia, o piuttosto la follia di pochi, che scrive e riscrive, intreccia e poi dista la vita delle persone, i loro umili eroismi e le loro viltà, siano giovani ebrei fuggiaschi o intere famiglie sfollate in montagna.
Laura ama il marito e gode con pienezza della propria vita. Un'estate però scopre un nodulo al seno. Oltre al marito, che non smette mai di amarla, Laura trova nel medico curante un alleato, che col tempo diventa sempre più importante: l'amore che infine nasce tra Laura e Palmieri - l'oncologo che la cura - mette alla prova i principi etici di entrambi, eppure nessuno dei due trova giusto rinunciare a ciò che provano. È di questa relazione che, qualche tempo dopo la morte di Laura, Clara, viene incidentalmente a sapere. Clara sa che non è la prima volta. Qualche anno prima, il rapporto di una sua collega, anch'essa malata, con il suo oncologo, aveva scatenato pettegolezzi. Il segreto del medico si impadronisce di Clara come un'ossessione. Per entrare in contatto con lui è disposta a tutto. Perfino a simulare i sintomi di un linfoma incurabile...
Una scelta dell'ampio reportage che De Amicis scrisse raccontando il suo viaggio a Costantinopoli: una preziosa descrizione di come fosse Istanbul sul finire dell'Ottocento. Nel 1875 Edmondo De Amicis, allora corrispondente letterario dell'"Illustrazione italiana", fece rivivere con queste pagine di grande eleganza la capitale dell'Impero ottomano al tramonto. Sultani, eunuchi, e concubine, il Topkapi e Hagia Sofia, il Gran Bazar e il Corno d'Oro, il ponte di Calata e la moschea di Solimano, fez e turbanti: i perduti incanti della "Città Incomparabile", in cui erano contenuti tutti gli Orienti reali e immaginari.
È stato costretto a nascondersi tra le tribù ancora libere della Colchide. Costretto a diventare bandito per sfuggire a chi vuole la sua morte e quella di suo figlio. Costretto a combattere e razziare, un’ombra, un animale selvaggio, forse solo una leggenda. Valerio il medico, il gladiatore, l’uomo che sa come ridare la vita e come toglierla, ora è il ribelle che odia i romani e che Domiziano, il crudele figlio dell’imperatore, brama di vedere morto.
In quegli stessi anni, violenti e tormentati, suo fratello Antonio Primo è a Roma per sovrintendere i lavori della più grandiosa opera che l’impero abbia mai immaginato: l’Anfiteatro Flavio, il futuro Colosseo, un gigantesco cantiere che coinvolge migliaia di maestranze, materiali, macchine, impianti idraulici, la costruzione prodigio che richiama visitatori da ogni angolo d’Europa. Solo il carisma di Antonio, ha sentenziato Vespasiano, può guidare quell’esercito di uomini alla realizzazione di una simile impresa.
Poi verranno i giochi, le feste, i mortali combattimenti di uomini e fiere, i cento giorni memorabili della trionfale inaugurazione.
Imperatori si avvicenderanno. Eserciti si scontreranno. E due fratelli si ritroveranno: Valerio il ribelle e il comandante Antonio Primo, due soldati che credono nell’onore, impegnati su fronti opposti.
Ma, in definitiva, l'amore eterno esiste o non esiste? Esiste esiste. È lui che non ha voluto crederci fino in fondo. Bastardo. Claudia, quindici anni di romanità, insegue il suo idolo per dirgli che ha sbagliato, che no, che Babi e Step li volevamo ancora tre metri sopra il cielo. Insieme. Dopo aver tentato di comunicare con lui con una mitragliata di lettere e di post, Claudia decide di aggirare l'ostacolo e di andare direttamente in via Mario Fani, davanti allo studio di Federico Moccia. Fede, per tutti i ragazzi della generazione 3MSC. Fa sega a scuola. Le Babydolls, il suo gruppo di amiche, la coprono. Lo aspetta. Vede una sagoma: cappellino e zaino, china sullo scooterone. Non ci sono dubbi: è lui. Emozione, rabbia. Poi, dritti dentro il sogno: Claudia scopre che niente è uguale a come l'immaginava. «Mica male, 'sto Moccia. Ne sa una più del diavolo». Un'occasione straordinaria, un'avventura incredibile. Correre con Fede in motorino fino a Ponte Milvio; seguire una presentazione di Scusa ma ti chiamo amore sentendosi una privilegiata, una che gli ha parlato 'da sola"; raccontargli la propria storia d'amore e sentirsi ascoltati e compresi, perché lui parla la tua stessa lingua. E poi rischiare, e trovare la forza per inseguire fino in fondo le proprie aspirazioni. Come Fede. Claudia92 è nata a Roma, frequenta il liceo classico, è pazza dei libri di Federico Moccia. Il suo sogno era scrivere. Il più stava nel trovare la storia giusta. Questo è il suo primo romanzo e Federico Moccia ne è il protagonista.
Tutto ha inizio durante l'Età dei Metalli. Una tribù di sacerdoti devoti a una divinità preistorica adora una Pietra sacra che, secondo la leggenda, Dio ha scagliato sulla Terra all'origine dei tempi. La Pietra è dotata di un terribile potere: quello di uccidere chiunque le si trovi nelle immediate vicinanze. Attorno al possesso di quella pietra si accenderanno le brame di tanti personaggi in luoghi ed epoche differenti: un giovane nobile occitano in Linguadoca, un sottufficiale tedesco delle SS nella valle dell'Ariege, un giornalista di un settimanale d'inchiesta in Brasile. Sarà una bella ricercatrice italiana, Sara Terracini, a portare avanti l'indagine, ingaggiata per effettuare alcune rilevazioni nella zona della Linguadoca da un facoltoso appassionato di archeologia. Le sue scoperte la porteranno a un passo della soluzione che tutti, nei millenni, hanno sempre rincorso. Ma, dice l'antica leggenda, chiunque si avvicini a quel segreto verrà investito da un soffio di morte che spira da sempre attorno alla Pietra sacra.
Negli anni cruciali del Regno delle Due Sicilie, tra Napoli, Palermo e Amalfi, una storia d'amore, di sostituzioni e di identità, una giovane donna scomparsa e il suo doppio che ritorna misteriosamente a intrigare amanti e scienziati di malie e di passioni. La nobile fanciulla Chiara ama il giovane Alessandro, dell'illustre famiglia degli Altomare. Dopo estati trascorse a intrecciare giochi d'amore i due si sposano, ma Chiara presto è uccisa dal vaiolo. A sconvolgere la rassegnazione di chi la pianse e l'isolamento in cui s'è chiuso il suo sposo, compare una donna che alcuni riconoscono come Chiara. Ma chi sia veramente non è dato sapere. Questa incertezza compenetra i destini incrociati e gli interessi contrastanti dei personaggi. La vicenda si snoda su più registri: c'è la testimonianza oggettiva e piana di un narratore. Ma accanto a questa, il diario e le lettere tra il giovane Altomare e un singolare scienziato francese trasformano uomini, cose e avvenimenti in perturbanti fantasmi della mente. Ruggero Cappuccio è scrittore e regista per il teatro e il cinema, e da questo trae una personalissima maniera di immaginare l'intreccio e la sapienza nel far risuonare le sue molte voci come su un vasto palcoscenico.
David Copperfield incontra Gian Burrasca. Caustico e candido, esilarante e drammatico. Autobiografia e ritratto privato di un'Italia appena trascorsa, la nostra. Dai bagliori degli anni Settanta, attraverso le luci di plastica degli Ottanta, fino a oggi. Attraverso gli occhi di una bambina che si ritrova donna, figlia e madre, nel susseguirsi delle generazioni e dei sogni che hanno attraversato questo tempo. Un linguaggio asciutto e crudele, spietato e dolce, che commuove.
Zelda Sayre nasce nell'aprile dell'anno 1900. Nel luglio del 1918, a una festa da ballo in cui è contesa da cavalieri come la più corteggiata fanciulla d'Alabama, conosce un giovane ufficiale: Francis Scott Fitzgerald. È un amore totale, geloso e tormentato fin da principio. I due si sposeranno nel 1924, pochi giorni dopo la pubblicazione del suo primo romanzo di successo. Ma la vita di questa coppia baciata dalla bellezza e dal successo è segnata dall'ombra lunga della follia di Zelda, e da quella della disperata insoddisfazione di Fitzgerald. Una coppia diventata parte integrante del mito dei "ruggenti anni Venti".
"Quella penna che non ho visto è l'emozione più forte e la curiosità intellettuale più intensa della lunga giornata. E quando rientriamo in albergo sento di avere in mano il capo di una lenza che a tirarla, piano piano dall'Europa mi farà passare la porta verso la Russia". "Quella penna" è la penna che Goethe donò a Puskin, e della quale non si trova traccia. Parte così, da un filo sottile che si dipana, da una traccia d'inchiostro fantasma, una "indagine narrativa" tra viaggi e ricordi, letture e suggestioni, incontri e ricordi familiari, nel mito della Grande Russia. Alla ricerca "di un dono, di un omaggio, di un'eredità poetica, di un sentimento, di una scintilla vitale".
Nel 674 d. C. una micidiale arma salvò Bisanzio dall'assedio dei musulmani, un fuoco che, una volta appiccato, né acqua né sabbia potevano spegnere. La sua formula era nota solo all'imperatore e a pochi artigiani, vincolati al segreto pena la morte. Era custodita tanto gelosamente che nel corso dei secoli andò perduta e non se ne trovò più traccia. Mille anni dopo, c'è qualcuno disposto a tutto pur di ritrovare quella formula. È Hettin, l'agha di Algeri. Con quell'arma il suo potere in patria non avrebbe rivali. Ma le sue mire si spingono ben oltre, verso Occidente. Orde di fanatici si stanno raccogliendo nel deserto pronte all'azione. Un oscuro spagnolo di nome Montego, un rinnegato come ce ne erano molti nelle caotiche città turche del Seicento, lo aiuta nella ricerca. Finita nell'harem di Hettin e poi in quello dell'agha di Costantinopoli dopo essere stata catturata dai pirati, l'intrepida Beatrice scopre per caso il segreto e ne comprende il pericolo per la cristianità. Insieme al pittore Fulminacci, il suo amato che per liberarla muove mari e monti, si ritroverà catapultata nel cuore del regno della Mezzaluna. Già fuggiti da Roma per sottrarsi alle grinfie dell'Inquisizione, Beatrice e Fulminacci affronteranno gli intrighi di nuove ed esotiche corti, inseguimenti nel deserto e mille altre peripezie per evitare che i cospiratori si impossessino del micidiale fuoco.