Questo libro è una lunga e appassionata lettera di Enzo Biagi a Lucia, una lettera d'amore a una ragazza di una volta e le parole rivolte alla compagna scomparsa si trasformano in una dolce e commossa rievocazione del tempo perduto, di anni lontani in cui il futuro brillava davanti a entrambi, in cui tutto appariva possibile. Il nascere dell'amore nell'Italia del secondo conflitto mondiale, le prime esperienze professionali, l'approdo a Milano, la chiamata alla RAI, il lavoro nei grandi giornali... E poi gli amici (uno per tutti: Federico Fellini), i genitori, Pianaccio - il paese natale quasi fuori dal tempo -, i viaggi, gli incontri, i potenti e la gente comune. Sessantadue anni di vita schiva, lontana per scelta di entrambi dai salotti alla moda.
Il percorso di Francesco è quello di molti ragazzi d'oggi, che si accorgono di esistere senza vivere davvero, come se mancasse loro qualcosa, e un giorno decidono che così non va. Ha un lavoro stressante, amche se remunerativo, che fa per comprarsi cose che gli riducano lo stress. Ha storie con tipe tanto diverse tra loro. Sente il bisogno di star solo ma ha paura di essere "tagliato fuori", adora i genitori ma non è mai riuscito a comunicare con il padre, si fa le canne ma vuole smettere di fumare...
Scritte fra la stesura di "Menzogna e sortilegio" e "L'isola di Arturo", le poesie di "Alibi" sono ossessionate dall'io e dalla fatalità. Ma un altro registro, meno visonario, uno stile più lieto, barbaro e giullaresco fa di queste poesie un momento in cui Elsa Morante era allo zenit della gioia creativa. "Narciso" è un testo scritto nel 1945, rinvenuto in un quaderno di scuola dove la scrittrice annotava progetti e abbozzi. Da quel quaderno, alcuni testi confluiranno in "Alibi" altri in "Menzogna e sortilegio".
Filippo e la famiglia si stanno preparando a un viaggio in Brasile. È un manager di successo, un capofamiglia consapevole, un figlio che prodiga attenzioni al padre sospeso sull'abisso di una morte che non arriva. È tutto questo, ma è anche un dirigente piegato alla logica del profitto, un cristiano mediocre, un marito sleale, un padre e patrigno distratto e superficiale. Così lo sentiamo raccontato dalle voci dei figli e nelle vicende che precedono il viaggio e che rivelano una realtà affettiva sfilacciata e compromessa. A Novas Minas, 1000 km a nord di San Paolo, padre José combatte il degrado e la povertà creati dalle multinazionali. Il desiderio di cambiamento costringe Filippo a guardare nel vuoto che l'ha guidato fin lì e a cercare di colmarlo.
"Può un omo, arrivato oramà alla fine della sò carriera, arribbillarsi a uno stato di cose che ha contribuito a mantiniri?". Il commissario Montalbano sente il peso degli anni. E della solitudine. [...] "La pazienza del ragno" è un giallo anomalo. Senza "delitto " e spargimenti di sangue. A meno che delitto cruento non venga considerato lo splendore di vite costrette a consumarsi e a sprecarsi nell'odio. Nell'attesa di una catarsi che [...] metta in calma le coscienze e le riposizioni nel gioco delle parti: dopo che l'agitazione "teatrale" della "ragnatela", pazientemente tessuta dall'odio, ha esaurito la funzione strategica di "menzogna" che sulla scena ha portato, irretendolo, il vero colpevole". (Salvatore Silvano Nigro).
Anna Maria Ortese ha sempre viaggiato, per necessità, ma soprattutto per un innato nomadismo che la conduce da un treno all'altro, in una fuga che è una "scommessa pazza" perché è guidata solo da "certi segni misteriosi, come paletti affioranti dalla laguna". Gli articoli e i resoconti di viaggio sono spesso filtrati da una "lente scura", un fosco cristallo di "malinconia e protesta" che carpisce alle cose una "visione buia". Uno sguardo sulle cose che le mostra come non avremmo saputo, o voluto, vederle. Da Roma a Genova, dalla Russia del 1954 alla Napoli del 1961, da Parigi a Montelepre, sempre la lente scura fa affiorare verità inaccettabili e dolorose.
"Domani alle tre, su un prato della Costa Azzurra, ho un appuntamento con Pegaso." È l'apertura della lettera testamento che Lauro de Bosis scrisse, in un albergo di Marsiglia, la sera prima di salire su un aereo, ribattezzato Pegaso, per quella che ormai considerava la sua missione suprema: volare fino a Roma e gettare sulla città centinaia di migliaia di volantini antifascisti. Con la figura di Lauro de Bosis, pilota, educato alla poesia e all'idealismo, che vive e muore nella storia, ma si muove in essa sospinto dal mito e dalla letteratura, si apre anche questo libro: un viaggio aereo e felicemente vertiginoso nell'eterna fascinazione umana per il volo.
Che cosa succede in una famiglia quando nasce un figlio handicappato, come si evolvono le paure, le speranze, l'angoscia, le normali esperienze di tutti i giorni. Come reagiscono i familiari, gli amici, i medici, "la gente", e il padre, la madre, il fratello. I bambini disabili, come suggerisce il titolo, nascono due volte: la prima li vede impreparati al mondo, la seconda è una rinascita affidata all'amore e alla intelligenza degli altri. Coloro che nascono con un handicap devono conquistarsi giorno per giorno, più degli altri il proprio diritto alla felicità. Il libro è un romanzo coraggioso e anticonformista che alterna a pagine tese, drammatiche e commoventi altre eccentriche o decisamente comiche.
Marcello Morandi è un giovane medico milanese. Idealista e un po' ingenuo, esercita al policlinico San Luca diretto dal professor Bandini. Questi è un personaggio ambiguo: indubbiamente un'autorità nel campo della chirurgia, grande maestro per i suoi collaboratori coltiva però nepotismi e fornisce appoggi interessati arrivando a coprire medici incapaci. Queste manovre coinvolgono anche Marcello che accetta di seguire un importante progetto sperimentale sugli interventi al fegato pur sapendo che il merito delle sue fatiche andrà in gran parte ad altri. Questo progetto lo assorbe a tal punto da allontanarlo da Helen che, non sopportando di essere trascurata, tenterà il suicidio...
Il presente volume raccoglie i nove romanzi di ispirazione storica e civile scritti da Andrea Camilleri e ambientati - Tranne la "Presa di Macallé", che si svolge in epoca fascista - in Sicilia tra la fine del Seicento e Ottocento. Si tratta, in dettaglio, di: Un filo di fumo; La strage dimenticata; La stagione della caccia; La bolla di componenda; Il birraio di Preston; La concessione del telefono; La mossa del cavallo; Il re dei Girgenti; La presa di Macallé. Ai romanzi, disposti in ordine cronologico di pubblicazione, fa seguito una sezione intitolata 'Archivio', che raccoglie il racconto "Ballata per Fofò La Matina", prima idea della "Stagione della caccia".