Uno scrittore altissimo che ebbe in sorte di vivere e raccontare uno degli orrori più intensi e più vasti che l'umanità abbia escogitato.
Iniziata e finita su un volo Parigi-Londra, questa vicenda si svolge ai giorni nostri nella capitale inglese (tra musei, supermarket, ristoranti esotici) e ci fa vivere ogni fase di un'esemplare e normale storia d'amore.
Da un'isola caraibica di fulgida bellezza si può anche fuggire. E in un'isola simile si può anche morire. L'agonia di un fratello malato di Aids è di per sé un'esperienza atroce. Ma se questo fratello non lo vedi da vent'anni, se questo fratello non l'hai mai amato, puoi essere risucchiato in un gorgo di estraneità, di colpe, di ricordi pieni di rancore. E' quel che accade a Jamaica Kincaid: l'enigma di un uomo che muore scatena in lei, più che dolore, l'implacabile rovello di chi si è lasciato alle spalle una vita di miseria, abbandono e ostilità, marchiata da un inesorabile senso di sconfitta.
A setttant'anni Borges decide che è giunto il momento di cimentarsi nella scrittura di quello che egli definisce "racconti diretti". Nasce così questo libro che, pubblicato nel 1970, si presenta come l'unico integralmente narrativo. Molti racconti, ambientati nel mondo della periferia di Buenos Aires, rievocano la società violenta, retta da precisi codici, che aveva già fatto da sfondo alle prime opere: emerge in tal modo l'altro volto di Borges, contrassegnato dalla nostalgia dell'azione, che accompagna costantemente la costruzione di avventure della mente.
Lo scarabeo di lapislazzuli, prezioso gioiello destinato alla regina Nefertari, sposa del faraone Ramses II, viene sfiorato nella bottega dell'orefice reale dal tocco magico di un dio minore e comincia a vedere, a sentire, a pensare. E a raccontare la sua favolosa vita millenaria di muto spettatore e protagonista.
Per vent'anni Eszter ha vissuto in una sorta di sonnambulismo una vita senza pericoli aspettando, senza saperlo, il ritorno di Lajos, il solo uomo che abbia mai amato. Un giorno Lajos torna: Lajos, il bugiardo, il falsificatore, il mascalzone. Lajos che l'ha ingannata sempre, che mente, che aveva detto di amare lei sola e poi aveva sposato sua sorella. Torna nella casa dove Eszter abita con una vecchia parente. Torna a prendersela. Ed Eszter lo sa, sa anche che la storia non è finita, perché non passano gli amori senza speranza.
Dany Contreras, esule cileno ed ex poliziotto, lascia il suo ufficio svizzero per andare a Milano ad indagare sulla morte di Vittorio Bruni, magnate delle omonime pelletterie. Si muoverà tra avidi soci d'affari e stregoni amazzonici, tra attraenti ereditiere e misteriosi cacciatori indios, riuscendo infine a svelare le ragioni che hanno portato a quella morte e i loschi traffici che si celano dietro lussuose valigette in pelle. George Washington Caucaman, cileno di sangue Mapuche e ispettore di polizia, viene trasferito per punizione a Santiago, e qui comincia a investigare su alcune telefonate che nascondono una sinistra vicenda, legata alla realtà politica del suo paese. Nel volume è presentato anche il racconto "Hot Line".
Figlio di un ubriacone violento e di una madre provata dalle continue gravidanze, Farrell ha vissuto una giovinezza tormentata. Quando incontra e sposa Grace, bella, fragile, raffinata, l'illusione di un amore duraturo sembra a portata di mano. Ma il confronto ancora irrisolto con l'autorità paterna, che si riflette nei conflitti con il padre di Grace, le diversità tra i due sposi e i fantasmi che continuamente emergono dal loro passato sono ostacoli troppo grandi da superare. Sconfitto da ragazzo Farrell non può sopportare l'idea di perdere il controllo della sua vita e delle persone amate e ciò porterà a conseguenze imprevedibili.
"L'unico locale aperto tutta la notte è la casa", dice Ambrose Bierce. E intorno alla casa ruota la turbinosa vita della famiglia Belitre. Nonno, nonna, papà, mamma e sei ragazzi dai nove ai ventotto anni, nell'arco di una torrida estate spagnola, traslocano da un piccolo appartamento di periferia in un palazzina a due piani con soffitta, giardino e ciliegio, nel cuore di una Madrid anni Ottanta, culla del lavoro, dello stress, dello stordimento notturno. E intorno alla casa, sempre spalancata davanti al bisogno di conforto, alle domande, agli inciampi del tempo, i Belitre crescono e invecchiano, muoiono e si divertono, mentono, si interrogano e si rispondono, in un misto di tenerezza e commozione, di grandi e sonore risate.
In una notte di mezza estate si intersecano, come in una féerie, due storie di seduzione, separate da più di duecento anni e oscillanti vertiginosamente fra l'inebriante e l'esilarante.
Un incendio apre il romanzo e annuncia il manifestarsi della malattia del sessantenne Konrad Lang. Le sue crescenti leggerezze si dispongono in un quadro clinico preciso e scientificamente documentato, ma rappresentano anche gli ingredienti di una trama spumeggiante. Il merito dell'autore è di aver trovato il difficile equilibrio tra una comicità contenuta e il nucleo inevitabilmente drammatico della storia.