Nel 1997, Cicade de Deus, un quartiere popolare di Rio de Janeiro costruito dopo la grande alluvione che colpì la città nel 1996, diviene lo scenario del romanzo omonimo di Paulo Lins. I suoi protagonisti sono i malandros, bande di ragazzini di vita, adolescenti e adulti che percorrono la spietata carriera criminale di borseggiatori, ladri, rapinatori, spacciatori e trafficanti di droga.
Sia negli scrittori della temperie romantica che in quelli della generazione simbolistico-decadente, l'Eros si ripresenta sempre in termini definitivi, di una perentorietà che lascia agli amanti poche, se non alcuna alternativa: se lo sbocco non è in Thanatos, nel destino di un annullamento di sé nel trapasso ultimo della Morte, può esserlo nella follia, nella malattia, nella passività, nella rassegnazione inerte, nella sconfitta definitiva di tanti illusori ideali. Venticinque scrittori della letteratura tedesca, francese, russa, americana, inglese, spagnola e italiana compongono, nella scelta di Davico Bonino, un panorama di Grandi Maestri del narrar breve, che l'Amore costringe ad una singolare intensità e sincerità d'accenti.
Cuba, 1622. Due uomini, un misterioso avventuriero inglese e un giovane ebreo spagnolo costretto a tenere nascoste le proprie origini e la propria fede, stanno per salpare a bordo di un galeone. Entrambi vogliono raggiungere l'Europa e la libertà, ma il destino prepara loro un futuro ben diverso. Anche perché, a bordo della nave, si ritrovano in compagnia di una dama tanto affascinante quanto maligna, di un capitano impegnato in losche faccende, di paggi che tramano nell'ombra. Ma soprattutto, dopo un cruento assalto in mare, finiscono nelle mani dei pirati, e inizia così un'esperienza di prigionia che diventa anche scoperta di un mondo.
Pubblicata nel 1987, la raccolta è legata a uno dei periodi più felici della produzione di Heaney e segna un'ulteriore maturazione all'interno della sua attività poetica. Nel solco della grande tradizione irlandese, Heaney celebra come di consueto la bellezza e la sacralità della sua terra, ma in più aggiunge qui una nota di freschezza e leggerezza che rende ancora più godibile la lettura dei suoi versi.
"Tutta colpa della vanità, della lusinga dolce e irresistibile di esser scambiata per una donna ancor giovane; prima di rendersene conto, era già innamorata, innamorata cotta come una qualsiasi stupida ragazzina". Catherine si accorge di Christopher mentre assiste alla quinta replica di "L'ora immortale", recitato davanti a una platea semivuota. E' un giovanotto esuberante, dalla chioma rosso fiamma. Lei è una donna minuta nascosta sotto il cappello. Quella sera si ritrovano seduti accanto e tutto sembra preludere a una perfetta storia d'amore. C'è però un problema: l'età. Catherine è "un po'" più vecchia.
Per molti lettori di questi ultimi decenni "L'Aleph" è il libro dove scoprirono non solo un nuovo grande scrittore, ma un nuovo modo di essere della letteratura. Fu una specie di folgorazione, che poi si trasmise a tutta l'opera di Borges. Intanto, i titoli di alcuni di questi racconti (da "Lo Zahir" a "Deutsches Requiem", da "La ricerca di Averroè" a "L'immortale") entravano nella geografia mentale dei lettori come luoghi da sempre familiari e misteriosi.
Chi sia Mehmet Gayuk è un mistero che si aggiunge ad altri misteri: nato sul Bosforo intorno al 1891, sarebbe morto verso il 1940, dopo aver vissuto nell'ombra, da modesto funzionario statale, ignaro di aver scritto un capolavoro. Ma sarà mai esisitito il "poète inconnu"? O è soltanto una delle tante maschere dietro cui si nasconde, per il nostro maggior piacere, il burattinaio Ceronetti? Poco importa, in realtà. Perché fin dai primi versi il lettore viene afferrato in una rete inestricabile di malie. Fuori, la Storia insaguina le sponde del Mar Nero, mentre fra le chiuse mura del gineceo vivono le donne cantate da Gayuk: "quelle segnate dall'Eros, in grado di accendere fuochi di poesia e di desiderio".