Anni dopo la prima fortuanta edizione gli autori rimettono mano a quest'opera rendendo ancora più attuale e presente, nella nostra storia di donne e uomini in cammino, la figura del padre di Gesù. Ne esce un'immagine di uomo e padre che è perfetta per accompagnare ciascuno di noi, invitandoci a imitare l'esistenza di un uomo che, all'apparenza, era un uomo comune, ma che seppe incarnare la nobiltà di stirpe e spirito cui la sua avventura spirituale lo invitava. Giuseppe siamo noi, recita il titolo del volume, come per un invito, in piena consapevolezza, a ritrovare il nostro ruolo all'interno della vicenda umana che ci attende e sorprende continuamente. Il libro offre ricche suggestioni a partire dalla lettera apostolica Patris Corde di Papa Francesco.
San Giuseppe figura nella storia della Bibbia e della Chiesa come "il grande silenzioso". Se possiamo accedere all'intimità della Vergine Maria attraverso le sue poche frasi nei Vangeli, lo stesso non si può dire del suo sposo, Giuseppe. Non una sola sua frase è riportata nei Vangeli. Eppure, questo silenzio non solo non sminuisce la sua santità, ma dà grande spessore alla sua missione. Giuseppe ricevette l'annuncio dell'angelo in sogno. Egli nacque per compiere la missione richiesta da Dio: prendere Maria in sposa e vegliare sul bambino Gesù, che doveva nascere non dalla volontà dell'uomo ma dallo Spirito Santo. Per questo, l'evangelista Matteo lo chiama "giusto". Per noi, la parola giustizia rimanda immediatamente alla giustizia sociale e alle rivendicazioni salariali. Nella Bibbia, la giustizia equivale alla santità. Giuseppe è giusto non solo perché ha lavorato bene nel suo laboratorio, ma perché ha adeguato la sua volontà a quella di Dio. La volontà di Dio conduce il credente alla più alta realizzazione della sua esistenza, nonostante le apparenze. L'esempio di san Giuseppe invita all'azione.
Questo volume ti offre un'occasione unica: ripercorrere, attraverso lo scritto di MARIA CECILIA BAIJ (una monaca benedettina vissuta nel Settecento), la vita di san Giuseppe. Queste pagine sono frutto di rivelazioni private, nelle quali l'Autrice segue il tracciato evangelico e vi integra pie tradizioni per restituirci una figura di san Giuseppe che è molto vicina a quella che papa Francesco ci ha invitati a riscoprire: lo ritroviamo infatti padre nella tenerezza, padre dell'accoglienza, padre dal coraggio creativo. Ecco perché il san Giuseppe ritratto da Cecilia Baij è un san Giuseppe ricco di attualità: in lui riscopriamo l'esperienza di una fede profonda e di un amore che ha il coraggio di farsi dono; in lui comprendiamo che il segreto di una vita piena è quello di essere sempre con Gesù e di custodirlo nel cuore, così come san Giuseppe lo ha custodito.
Giuseppe ci racconta con la sua vita che ogni padre sulla terra è solo l'ombra del Padre nostro che continua ad insegnaci che ogni gesto non è affatto scontato, ma tutte le nostre azioni sono audaci, rischiose, libere e già pagate a caro prezzo. L'esempio di san Giuseppe, padre amorevole e straordinario, ci aiuta così a comprendere il significato vero della paternità e soprattutto a viverlo con tutto il nostro impegno. Egli visse pienamente la sua missione e la continua ancora oggi a favore di tutta la Chiesa e di tutta la famiglia umana: «Tutti possono trovare in San Giuseppe, l'uomo che passa inosservato, l'uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà. San Giuseppe ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in "seconda linea" hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza» (Patris corde).
Un piccolo libro dedicato a San Giuseppe per «accrescere l'amore verso questo grande Santo, per essere spinti a implorare la sua intercessione e per imitare le sue virtù e il suo slancio». Nove meditazioni, accompagnate da una preghiera, che possono costituire un percorso di riflessione come pure una Novena al Santo.
Un invito in rima ad amare san Giuseppe, esempio di vista e santità e modello al quale ispirarsi per vivere secondo la volontà di Dio.
Il più grande Santo dopo Maria Vergine, il più noto, il più amato... ma lo conosciamo davvero? San Giuseppe di Nazareth è certamente caro al cuore di tutti i cattolici, ma penetrare nell'animo di quest'"uomo giusto" non è semplice. Cosa c'è dietro al suo silenzio? Quali insegnamenti trarre dalla sua vita? Come trasformare la devozione a sì gran Santo in una vera e propria imitazione delle sue sublimi virtù? Nel presente libro troviamo le risposte a questi interrogativi. L'Autore infatti, con stile semplice e fluido ma anche meditativo e profondo, ci guida a penetrare il mistero di san Giuseppe, un santo di cui non si dice mai abbastanza e la cui missione è seconda solo a quella di Cristo e dell'Immacolata. In terra fu eletto a sposo vergine di Maria, a padre putativo di Gesù; ora dal Cielo estende la sua protezione su tutta la Chiesa di cui è patrono universale. Egli è il tipo, il modello del padre, del sacerdote, del consacrato alla Madonna, del lavoratore e molto, molto di più. A noi il compito di approfondire questi aspetti e arricchire la nostra vita spirituale di un aiuto prezioso. Facciamo nostro l'"Ite ad Joseph!".
Contemplando la "morte del Giusto" narrata negli apocrifi, si può comprendere cosa voglia dire "ben morire" e cosa s'intenda per "dignità nel morire". La morte di San Giuseppe è maestra del prendersi cura degli agonizzanti e dei morenti, e della vita che volge al termine. L'autore suggerisce una riconsiderazione della figura del santo nella vita della Chiesa, partendo dalla genesi della pia devozione al "Patrono della Buona Morte" fino ad arrivare agli ultimi approfondimenti bioetici e pastorali sul fine vita.
"Scrivere su san Giuseppe significa da un lato attingere alla fonte del vangelo, dall'altro tenere perlomeno conto di ciò che attraverso la storia è sorto e si è riflettuto su di lui. Di primo acchito si può dire che il vangelo è molto parco nel parlare di san Giuseppe, non facendogli peraltro dire alcuna parola. E nessun riferimento se ne fa negli altri scritti del Nuovo Testamento. Se tuttavia è vero che il racconto evangelico gli dedica poche pagine, non è dalla scarsità delle informazioni che ne deriva necessariamente una minore rilevanza. Le cose essenziali possono dirsi, infatti, con brevi parole. Il fine di queste meditazioni è così poter riscoprire san Giuseppe a partire dal testo sacro. In fondo la sua missione, unica nella storia, è quella di chi ha accolto la custodia della santa Famiglia conducendola sulle strade spesso impervie e faticose della sua esistenza, e offrendole un umile servizio." (dalla Introduzione)
L'autore invita a scoprire la vita del carpentiere di Nazaret in un avventuroso viaggio di ricerca. Quello che si legge, infatti, è frutto di un serio lavoro sulle scarse fonti dirette, anche apocrife e patristiche, e di una buona documentazione relativa all'ambiente in cui Giuseppe si trova a vivere: la Galilea del I secolo. Accanto ad esso, c'è un percorso interiore, in cui spiritualità, fantasia e narrativa si incrociano, per proporre un ritratto che dimora nell'animo dell'autore. Lo dimostrano anche gli "inserti" di attualità che l'autore dissemina lungo la narrazione: l'amore, i figli, la vita familiare, i dubbi... sono temi in cui l'esperienza antica dell'uomo di Nazaret incrocia le difficoltà e i dilemmi di persone concrete del XXI secolo. Prefazione di mons. Paolo Giulietti.
Gesù cresce a Nazareth, ma non sappiamo nulla della sua vita presso quella città; c’è soltanto un piccolo spiraglio: quando ebbe 12 anni Maria e Giuseppe lo portarono a Gerusalemme e Gesù si “perse” nel tempio. Quello che vale per Gesù vale anche per Maria e per Giuseppe; non erano sconosciuti e nascosti, tuttavia l’identità vera di Gesù, come quella della madre e soprattutto del padre, rimane velata, tanto che, dopo lo “smarrimento” di Gesù nel tempio, Giuseppe scompare letteralmente, non se ne parla più nel vangelo, così da non sapere bene che fine abbia fatto. Il presente volume cerca di dare parola al detto e al non detto circa la figura di Giuseppe per disegnarne un profilo sobrio e tuttavia denso di significato in rapporto alla ricerca evangelica, a quella extrabiblica e alla vita cristiana tutta.
Giuseppe è l'uomo che accoglie il divino nella propria esistenza. «Giuseppe è l'uomo dei sogni, è l'obbediente che accoglie integralmente la volontà di Dio, è l'uomo che sa "prendere con sé", cioè sa prendersi davvero cura delle persone affidategli». Così ha scritto il cardinal Ravasi rispetto a una delle figure più note ma anche meno indagate del cristianesimo. In questo libro la vita di Giuseppe diventa modello a cui l'uomo contemporaneo può ispirarsi per trovare una maniera nuova e piena di essere marito, padre e lavoratore.