Il volume presenta la traduzione latina del De anima di Aristotele condotta e commentata da san Tommaso d’Aquino, con testo a fronte in italiano. La cura e la traduzione di questo libro è stata condotta da un gruppo di studiosi provenienti dalle Facoltà di Filosofia italiane, statali ed ecclesiastiche, riuniti nel Progetto Tommaso e impegnati da anni nella lettura e nell’esame puntuale delle opere tommasiane, in lingua originale.
Opera della maturità dell’Aquinate (scritta tra il 1268 e il 1270), la Sentencia de anima mostra un Tommaso che sviluppa le teorie metafisiche e antropologiche dell’aristotelismo in modo personale ed originale. La traduzione critica qui pubblicata è dotata di ricchi apparati di introduzioni, lessico e indici, ed è destinata a segnare una tappa importante nella bibliografia tomistica.
L'Autore
Tommaso D’Aquino, profondo indagatore della psiche umana, autore di una originale sintesi di fede e ragione, a confronto con Aristotele, e unanimemente considerato uno dei più grandi pensatori dell’antichità.
La Summa Theologiae di Tommaso d'Aquino appartiene a quelle opere che, come i poemi omerici o la Divina Commedia di Dante, non smettono mai di parlare all'uomo, di affascinarlo e di stupirlo. La nuova e interessante prospettiva che l'autore propone in questo lavoro documenta l'inesauribile ricchezza dell'Aquinate. In queste pagine si percorre, attraverso il tema dell'amore e dell'amicizia, un viaggio che dalla sapienza mesopotamica, egizia e indiana, passando attraverso la filosofia greca, approda ai lidi della rivelazione biblica, alla sapienza dei Padri della Chiesa e quindi alla sintesi teologica di Tommaso, al cuore stesso della Summa. La vera conoscenza consiste in ultima analisi proprio nell'amore, che il soggetto e l'oggetto della conoscenza stessa. E l'uomo impara ad amare soprattutto nell'amicizia, nella convivenza amicale con Cristo. Convivenza che percorre, come sue strade privilegiate, la preghiera, l'eucaristia e l'amore fraterno. Soltanto chi ha sperimentato l'amicizia come strada a Dio e alla conoscenza del suo infinito mistero può penetrare profondamente nel pensiero di san Tommaso.
Non c'è dubbio che Tommaso d'Aquino rappresenti uno dei pensatori più importanti e influenti dell'intera storia del pensiero occidentale, e non solo della tradizione cattolica. Tuttavia la grande fioritura di studi nel Novecento ha in generale privilegiato solo alcuni aspetti del suo pensiero, costruendo un'immagine piuttosto statica e dogmatica del maestro domenicano. Questo profilo cerca invece di restituire a Tommaso la sua dimensione storica, proponendo sia una ricostruzione complessiva, in ordine cronologico, della struttura e delle circostanze di composizione delle sue opere che la presentazione e discussione dei temi filosofici più significativi presenti in ciascuna di esse, anche in rapporto alle fonti con cui lo stesso Tommaso non ha mai smesso di dialogare nel corso della sua carriera - da Aristotele alla tradizione neoplatonica, da Agostino e Boezio ad Avicenna e Averroè.
Rivista trimestrale di Sacra Doctrina, n. 1/gen-mar 2008. Appunti sulla formazione della prima scuola tomista (sec. XVI).
teologia dogmatica, cristologia
L’anagogia è il punto prospettico nel quale possono convergere il discorso fenomenologico e quello metafisico in ordine alla Sacra Doctrina.
In questa prospettiva, il lavoro di Marco Salvioli: La misericordia invisibile del Padre nella compassione visibile di Gesù, il Figlio. Per una fenomenologia di Gesù in chiave anagogica, che costituisce la monografia di questo numero di Divus Thomas, rappresenta un primo tentativo di lettura inter-teoretica tra fenomenologia, metafisica e anagogia.
Il tema trattato è di una rilevanza costitutiva per la teologia. L’andatura espositiva è di alto valore sintetico. Il novum compositivo è rappresentato dalla riscoperta del senso meta temporale della verità nella riflessione di Husserl (dalla Presentazione di Giuseppe Barzaghi).
Si tratta della traduzione di 31 conferenze di san Tommaso d'Aquino sulla carità e i dieci comandamenti. Tommaso presenta con un linguaggio molto semplice e in modo sintetico e efficace quali sono le esigenze dell'amore verso Dio e verso il prossimo. Poi mostra i legami esistenti tra la carità e i dieci comandamenti: questi sono precetti dati all'uomo per evitare ciò che è contrario all'amore e per aspirare e tendere con tutte le proprie forze alla pienezza dell'amore e della gioia. La legge dell'amore di Dio produce nell'uomo quattro effetti sommamente desiderabili. Innanzitutto produce nell'uomo la vita spirituale... La persona amata è naturalmente in chi ama, perciò chi ama Dio ha in sé Dio stesso, perché, come dice san Giovanni (1 Gv 4,16): Chi rimane nella carità rimane in Dio e Dio rimane in lui. L'amore trasforma chi ama nella persona amata. Perciò, se amiamo le cose vili e caduche, diventiamo vili e instabili, perché, come dice il profeta Osea: Divennero abominevoli come le cose che amarono. Se invece amiamo Dio, diventiamo divini perché Chi si unisce a Dio è un solo spirito con lui (1 Cor 6,17)... Il secondo effetto è l'osservanza dei comandamenti divini. Infatti, Gregorio dice che la carità non è oziosa. Se c'è, compie cose grandi. Se invece non compie nulla, allora significa che non c'è la carità. Per cui segno manifesto della carità è la prontezza a compiere i precetti divini. Osserviamo infatti che chi ama compie cose grandi e difficili per la persona amata...