
Veronica Giuliani è innanzitutto una donna, dal vissuto umanissimo e culturalmente collocabile nel più ampio orizzonte del panorama socio-religioso italiano di inizio Settecento. Una donna sedotta, espropriata, carnalmente posseduta dalla veemenza passionale di un Dio mai pago di comunicarsi in quell'Amore eccedente che ne sostanzia l'identità e dalla cui estasi è "uscito" per noi (Gv 16, 27) il Figlio diletto, Gesù Cristo. L'autore tenta d'interpretare, attraverso il debole linguaggio umano, l'abisso tra l'Amore di Dio e il desiderio di Veronica di possederlo.
Il testo vuole offrire un quadro di sintesi sulla creazione di Filippo Neri e, avendo cura della sinteticità, si propone come uno strumento utile alla conoscenza e realizzazione oggi dell'Oratorio di San Filippo. Tenendo come punto di riferimento il dato storico del fondatore, la sua esperienza, il suo spirito e intenti, si ricavano le deduzioni teologiche che descrivono la spiritualità e il profilo pastorale dell'Oratorio, per poi arrivare all'aspetto di teologia pratica che mette in luce la strutturazione dell'istituzione, o meglio l'impostazione dell'attività oratoriale propria di San Filippo.
Papa Francesco, ha detto che Maria Maddalena «prima di incontrare Gesù era in bali?a del maligno (cfr Lc 8,2), e ora è diventata apostola della nuova e più grande speranza». Molto oggi viene affidato alle donne. Esse nel tempo sono state come le polene che sulla prua delle navi hanno aperto all'umanità nuovi orizzonti, terre inesplorate e permesso di conoscere culture ricche e diverse. Il libro è diviso in sette capitoli, come la settimana biblica. Sono capitoli agili, veloci, in presa diretta.
La tensione a vivere e a testimoniare la carità. È il tratto distintivo della vita e dell'opera di Vincenzo de' Paoli (Pouy, 1581 - Parigi, 1660), fondatore e ispiratore di numerose congregazioni religiose (i Lazzaristi, le Figlie della Carità, la Società San Vincenzo de' Paoli), animate dalla vocazione a servire gli "ultimi": i poveri, gli ammalati, i carcerati, gli orfani, gli anziani, i feriti sui campi di battaglia. Con particolare attenzione al contesto storico e sociale, la biografia presenta la vita del santo, che dopo un periodo di ricerca, ha ricevuto la missione di fondare e irradiare il suo carisma di carità.
In questo volume della collana "I Dodici", l'Apostolo Giuda è preoccupato di richiamare i credenti a custodire la sana dottrina e a vigilare sui falsi maestri. Fu lui a presentare al Re Abgar il telo con l'immagine di Cristo che lo guarì dalla lebbra e che la tradizione ricondurrebbe al Mandylion o alla stessa Sindone. Martirizzato presumibilmente in Persia fu lapidato e finito con un bastone intorno al '70. La tradizione lo vuole martire ed è invocato come il santo dei casi impossibili.
S. Alfonso M. de Liguori è tra i più grandi santi e missionari di tutto il Settecento. La sua opera rappresenta una pietra miliare nella storia della vita e della spiritualità cristiana. Questo studio intende fare sintesi nella vasta produzione alfonsiana e mostrare come il Santo ha saputo mettere i suoi talenti a servizio del Vangelo. Pittura, musica, poesia restano una via privilegiata per evangelizzare e favorire l'incontro con Dio. S. Alfonso ha avuto il merito di ridare una spiritualità al popolo e di esortare i fedeli a rinnovarsi nell'amicizia con il Signore. Un esempio attraente per tutti e che sprona, ancora oggi, la Chiesa a mettersi a servizio dei più abbandonati.
«Mi chiese una volta un bambino: «Ma Gesù avrebbe perdonato Giuda?». Risposi senza esitazione: «Gesù era prontissimo e felicissimo di perdonare: Giuda non l'ha voluto». Non accada così anche a noi! Anche Pietro tradì Gesù rinnegandolo tre volte, ma Pietro ebbe l'umiltà di piangere, l'umiltà di chiedere il perdono e di gettarsi nell'abbraccio della Misericordia di Dio. Don Antonio Fiozzo, nelle pagine che seguono, ci invita a credere nel perdono. E ci presenta il sacramento del perdono avvalendosi degli insegnamenti che l'amato Papa San Giovanni Paolo II ci ha lasciato come sua viva eredità spirituale la cui preziosità è simile ad una perla il cui splendore non conosce limiti, così come senza limiti è la Misericordia di Dio Padre. Da queste pagine, vibranti e luminose, esce l'invito a seguire l'umiltà di Pietro, l'invito a chiedere perdono per sentire la bellezza dell'abbraccio di Dio che ci restituisce la pace del cuore, di cui tutti abbiamo bisogno». (Dalla Prefazione di Sua Em. Angelo Card. Comastri, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, Presidente della Fabbrica di San Pietro)
I rapporti tra il vescovo di Roma e il patriarca di Costantinopoli tra il 1964 e il 1995 hanno avuto l'andamento di una curva che discende, dovuta sia alle diverse personalità, sia alla spinta dell'entusiasmo iniziale per un dialogo di riconciliazione fortemente voluto, ma anche alla maggiore difficoltà del dialogo teologico rispetto al dialogo della carità inizialmente affrontato.
"Cambia il cuore": ogni rinnovamento sociale deve passare attraverso il rinnovamento del singolo, della mentalità della singola persona. Agostino dimostra di avere ben chiaro che la società muta se cambia l'uomo che la abita: «l'uomo deve mutarsi, perché anche le cose cambino. In effetti se uno persiste nell'essere cattivo, non può compiere opere buone; se invece persiste nel rimanere buono, non può compiere opere cattive. [...] Cambia il cuore e si cambierà l'opera». Tale comprensione porta l'Ipponate ad affermare che un comportamento retto determina il corso della stessa storia e degli eventi: «voi dite: Sono tempi difficili, sono tempi duri, tempi di sventure. Vivete bene e, con la vita buona, cambiate i tempi: cambiate i tempi e non avrete di che lamentarvi». Dalla parola del Signore tutto è stato posto in essere e per la stessa parola tutto può essere riportato nell'uomo nella sua rettitudine morale. Il dono della giustizia di Dio all'uomo favorisce il ritrovamento della sua identità, il rifiorire dell'ordine in tutto il suo tessuto sociale e in tutte le sue capacità relazionali con Dio e con il prossimo.
Il contenuto di questa pubblicazione è il lavoro di tesi in Storia moderna per la Laurea magistrale in Scienze filosofiche conseguita dall'autore nel novembre 2019. L'oggetto dello studio sono le animadversiones, cioè le osservazioni alla santità nella causa di canonizzazione di fra Giuseppe Maria Desa scritte dal noto Promotore della fede Prospero Lambertini, futuro Benedetto XIV. Lo studio archivistico-documentario cerca di dimostrare come la lunga causa del frate copertinese è divenuta un caso da manuale che ha fatto giurisprudenza anche grazie alle obiezioni alla santità portate dal Lambertini.
Al tramonto del 3 ottobre 1226, nella piccola infermeria della Porziuncola, Francesco sta per concludere il cammino su questa terra per iniziare la sua vita piena in Dio. Accanto a lui, anche in quell'ultima ora, c'è Leone, l'amico intimo e fidato. Lo guarda e riconosce, ancora una volta, la sua bellezza di uomo toccato e trasformato dall'Amore. Viaggiando attraverso i ricordi di una vita, fa memoria dei giorni e dei luoghi, delle persone e degli eventi, dei sorrisi e delle lacrime che ha condiviso con il Giullare di Dio, seguendolo nella missione di testimone del Vangelo e scopre che nulla potrà porre fine a quell'abbraccio profumato di cielo che lo accompagna da sempre. Prefazione di don Gianni Caliandro.