Il testo nasce dall’invito di Papa Francesco a riscoprire uno spirito contemplativo “che ci permetta di riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova”. Questo manuale attinge dalle acquisizioni della didattica contemporanea e le applica all’ambito della preghiera, in particolare a quella contemplativa, e poi al discernimento degli spiriti, con un’attenzione particolare alle dinamiche dell’elezione personale. In tal modo il piano generale dell’opera, con ciascuna delle sue cinque parti, risulta modellato dalla prospettiva.
"Possano queste meditazioni essere utili a quanti si ritrovano nella spiritualità ignaziana, per la crescita spirituale e per un servizio più attento alla Chiesa e al mondo di oggi. E' la speranza e la preghiera nel consegnare alle stampe questo tributo".
Che cosa vuol dire credere? Cosa accade quando l'uomo compie un atto di fede? Esso ha sì come motivo ultimo e fondante la Rivelazione, ma, in quanto atto umano, si esprime attraverso il soggetto esistenziale, attraverso la sua storia, i suoi affetti, la sua memoria, la sua libertà e razionalità, la sua apertura radicale al Mistero. Come può, allora, ciò che è infinito trovarsi nell'esperienza limitata della contingenza? Questa domanda nasce nella modernità, nel momento in cui la ragione, sancendo progressivamente la sua autonomia dalla conoscenza metafisica nelle forme della tradizione Scolastica, non riconosce più nella Trascendenza l'unica fonte del sapere e dell'esperienza. Mentre le soluzioni a tale problema sono andate nella direzione di una conciliazione a posteriori dell'aspetto razionale con quello trascendente dell'atto di fede, il nostro autore propone una nuova prospettiva. Individuando nell'interpretazione rahneriana della "consolazione senza causa precedente" (cioè di quella mozione interiore di cui si tratta nelle Regole degli Esercizi spirituali di sant'Ignazio di Loyola) la stessa struttura trascendentale dell'atto di fede, lo ricomprende come autoattuazione del soggetto credente nel suo rapporto sintetico-originario con l'oggetto categoriale del credere. Così la tensione-frattura tra aspetto contingente e trascendente della fede viene risolta nel dinamismo della "percezione eccedente" dello spirito umano.
L'intento di questo libro è di andare verso le persone del nostro tempo e del nostro ambiente, incontrandole nella loro cultura e mentalità, nelle loro esigenze e concrete possibilità, offrendo un percorso di preghiera e di ricerca di senso adatto al loro linguaggio e alla loro sensibilità, un percorso che sia per loro praticabile e possa aiutarle a realizzare se stesse, a seguire le ispirazioni del loro cuore e a crescere nel servizio di Dio e degli altri, soprattutto ovviamente dei più bisognosi e dei prossimi della loro esistenza.
Questo testo non è propriamente un nuovo commento alla Prima lettera di Pietro. Non offre una nuova proposta di struttura della lettera, non contiene erudite note di critica al testo originale, non propone le diverse proposte interpretative della recente esegesi o le discussioni ancora aperte sui punti controversi. Non è neppure un corso di esercizi spirituali che, muovendo dalla Prima lettera di Pietro, articola poi una serie di meditazioni che aiutino a focalizzare alcune tematiche. Lo scritto che Francesco Rossi de Gasperis ci offre è piuttosto uno strumento per aiutare a entrare nell'ascolto di questa epistola petrina col metodo, antichissimo e sempre vivo, della lectio divina. Metodo per "pregare la Parola" che egli scoprì in un corso di esercizi spirituali che fece nel lontano 1966 con Giuseppe Dossetti e Umberto Neri: «Da allora mi immersi con immensa gioia nel mare della lectio divina fatta con l'aiuto dei passi paralleli, e l'ho fatto per tutta la vita». Il pregio del presente lavoro è quello di essere uno scrigno, dal quale trarre perle "evangeliche" dotate di straordinaria bellezza. Una vera miniera per entrare nel "mondo della Bibbia" e ricomprendere e purificare i nostri vissuti come discepoli di Gesù Messia, liberandoci da atteggiamenti mondani o da schemi clericali.
Il presente volume è un contributo alla migliore comprensione del modo in cui Sant'Ignazio di Loyola applicava le regole che egli scrisse negli Esercizi Spirituali. Il migliore riferimento si trova in un adagio che Gabriel Hevenesi, S.J. attribuì nel 1705 a Sant'Ignazio: «È dannoso far andare avanti tutti sulla stessa strada; e ancor peggio, misurare gli altri su se stesso». Gli autori di questo libro mostrano quanto possiamo imparare da altri e dalla loro esperienza, senza seguire pedissequamente il loro esempio e consiglio. Solidalmente con coloro che ci hanno preceduto, possiamo agire responsabilmente nei nostri propri modi unici e irripetibili. Perciò possiamo concludere che le regole che Ignazio ci ha lasciato devono aiutarci a misurare la nostra libertà e trovare misure per abbracciare quella libertà in modo più pieno, secondo quello che leggiamo nella lettera ai Galati 5,1: «Cristo ci ha liberati per la libertà».
L’opuscolo di padre Pietro Schiavone S.I., “Discernere per ‘vivere’ ad maiorem Dei gloriam” accompagna il DVD “Un cavaliere diventato pellegrino. Imparare a scegliere alla Scuola di Ignazio di Loyola”.
Il Card. Salvatore De Giorgi ha fatto notare che “alla scuola di S. Ignazio possiamo imparare a scegliere le vere vie della felicità che tutti desideriamo e che consiste nella santità alla quale tutti siamo chiamati”.
All’uomo di oggi sempre più lontano da Dio, frastornato dal chiasso, disorientato dal secolarismo, sedotto dal materialismo, travolto dal consumismo compulsivo e perciò incapace di percepire i valori del silenzio, della contemplazione, della conoscenza di se stessi, della conversione e del rinnovamento della vita, gli Esercizi li ripropongono con vigore, riaccendendo la fede, motivando la speranza e stimolando la carità operosa, quell’amore vero aperto a tutti, che Gesù ci ha donato per donarlo.
Il DVD di Antonella Luberti ci aiuta a cogliere questo messaggio.
Stadera: bilancia. È quanto Ignazio chiede a chi dà gli Esercizi spirituali «stando nel mezzo» (15esima Annotazione) e a chi accompagna in un percorso ordinario. La guida sta in mezzo, tra la creatura e il Creatore. Il taglio proposto in questo testo è secondo la pedagogia e la spiritualità di Sant'Ignazio di Loyola che, a distanza di 500 anni, la Compagnia di Gesù cerca di incarnare e di declinare in diversi apostolati nel tempo attuale. Uno di essi ha la sua fonte nel libretto degli Esercizi spirituali. Questo libro è pensato come ponte tra il testo scritto da Ignazio, che ovviamente costituisce il punto di riferimento ultimo ed ineliminabile, e le condizioni e le questioni che oggi una guida deve considerare se è chiamata ad accompagnare un gruppo o un singolo.
Un'originale introduzione al metodo di preghiera tipico degli Esercizi Spirituali, che accompagna passo dopo passo il lettore fornendo preziose indicazioni teoriche e pratiche su come imparare a pregare alla scuola di sant'Ignazio di Loyola. Grande rilievo è dato all'immaginazione quale strumento privilegiato per l'incontro con Dio. Liberata dal sospetto di tradire la verità della Parola, l'immaginazione è invitata a "entrare" nel racconto evangelico, a ricostruirne la scena e a interagire da protagonista con i personaggi che lo abitano. Emozioni e sentimenti che emergono nella contemplazione immaginativa diventano veicoli di una conoscenza di Gesù personale, intima e profonda.
Il libro si propone tre obiettivi. Il primo è quello di introdurre agli Esercizi Spirituali di sant'Ignazio chi non ne ha mai sentito parlare, oppure ne ha avuto informazioni frammentarie e insufficienti. Il secondo è fornire uno strumento teologico-pratico a chi - conoscendoli e apprezzandoli - vorrebbe diventarne a sua volta guida. Il terzo è costituire - sempre per chi li ha già fatti - un mezzo pratico per approfondirne i contenuti e continuarne il percorso nella propria vita.
Dal dialogo e dal confronto tra un vescovo e una coppia di sposi, accomunati da anni di amicizia e di fede condivisa, nasce questa catechesi cristiana per gli uomini e le donne di oggi. È un percorso che risponde alla moderna sensibilità laicale e si ispira alla Bibbia e agli Esercizi di sant'Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù. Evitando sia soluzioni indiscutibili e preconfezionate, sia lo spontaneismo del «fai da te», la spiritualità viene qui presentata non come il regno dei devoti, ma come la dimensione che offre un senso all'uomo di oggi. Il discernimento dei propri desideri, l'ascolto contemplativo della parola di Dio nelle circostanze della nostra vita, la partecipazione alla vita della Chiesa, sono la via per cercare e vivere la propria vocazione di uomini e donne capaci di amare.
L'Autobiografia di s. Ignazio di Loyola, nota anche come Il racconto del pellegrino, è un testo fondamentale della spiritualità ignaziana, e una risorsa indispensabile per conoscere la personalità del fondatore della Compagnia di Gesù. S. Ignazio era un uomo umile e riservato, che non amava parlare di se stesso. Se raccontò la storia della sua esperienza personale, fu solo perché la richiesta insistente di alcuni giovani confratelli gli fece comprendere che gli ascoltatori e i futuri lettori, intuendo il significato universale di quanto era a lui accaduto, avrebbero potuto trovare aiuto e orientamento per il loro cammino umano e spirituale.