
Descrizione
L’azione pastorale e civile di don Lorenzo Milani può ispirare la formazione delle coscienze delle genti del sud d’Italia aiutandole a superare la rassegnazione e il giogo delle associazioni criminali e della politica ridotta a clientela e a dominio? Rispondono a questa domanda alcuni studiosi meridionali: Anna Carfora, Rocco D’Ambrosio, Luigi Di Santo, Giorgio Marcello, Antonio Mastantuono, Umberto Santino, Cosimo Scordato, Fabrizio Valletti.
I curatori
SERGIO TANZARELLA insegna Storia della Chiesa e Introduzione alla storiografia presso l’Università Gregoriana di Roma e presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli dove dirige l’Istituto di storia del cristianesimo. Tra le sue pubblicazioni Chiesa e società nel secolo XX (Roma 1993); La purificazione della memoria: il compito della sto- ria tra oblio e revisionismi (Bologna 2001). Ha curato l’edizione italiana di A. Harnack, Militia Christi (Trapani 2016) e i volumi: Tra Cristo e Gandhi.
LUIGI DI SANTO Insegna Filosofia del Diritto presso l’Università di Cassino ed è vicedirettore della rivista “Persona”. Tra le sue pubblicazioni: Teoria e pratica dei Diritti dell’Uo- mo (Napoli, 2002); Nomos e Chromos Il tempo nel diritto e il diritto nel tempo (Napoli, 2004); Tempo della coscienza ed esperienza giuridica (Napoli, 2008).
Nel 1992 la giornalista del "Manifesto" Lidia Menapace e la teologa Adriana Zarri diedero vita a una polemica - cui non fu estraneo lo scrittore Sebastiano Vassalli - circa l'accusa di misoginismo rivolta a don Lorenzo Milani. Nel libro si traccia un nuovo e suggestivo percorso d'indagine, teso a ribaltare quell'accusa, anzi, a dimostrare la validità del prezioso contributo offerto dal religioso fiorentino nello scandagliare la condizione sociale di retroguardia della donna negli anni Cinquanta e a preconizzare la sua emancipazione fino a prevederne l'impegno politico e sindacale. Nel saggio emergono dieci profili di donne del passato ma straordinariamente attuali, pedine fondamentali nella vita del priore.
29 lezioni, secondo uno schema storico con illustrazioni dalla Carta della Palestina, scritte con e per i ragazzi della scuola elementare di Calenzano per ritrovare l'umanità di Gesù così come Lui la incarnò.
Il cammino interiore e il percorso di vita di un sacerdote che ha lasciato una traccia indelebile nella nostra vita e nella cultura europea.
Gli ex ragazzi della scuola popolare di Calenzano rivisitano il loro popolo mezzo secolo dopo la magistrale inchiesta sociologica di don Milani alla scoperta dell'attualità e della profezia del loro cappellano di allora. Aggiornano alcune statistiche e rifanno i conti in una società dove hanno trionfato i miti borghesi. In appendice l'avvio delle esperienze pastorali nello sconosciuto epistolario spirituale tra don Lorenzo Milani e Cesare Locatelli.
In questo libro, l'autore individua ed espone in tutte le sue espressioni lo "spirito" animatore dell'intera opera milaniana, e lo fa da un punto di vista critico e rigoroso sul piano della ricerca scientifica. Dopo un'ambientazione storica e biografica di don Milani, vengono infatti studiate l'ispirazione ideale e la formazione spirituale, che hanno caratterizzato gli scritti e l'azione di Lorenzo Milani. Il cuore dell'indagine è dedicato all'esplorazione della dimensione spirituale del pensiero e dell'opera del priore di Barbiana, con le risorse della fenomenologia delle religioni e della ricerca teologica. L'eredità pedagogica di Lorenzo Milani, in particolare, viene colta nella dimensione sociale e religiosa, e nell'opzione per i poveri, che tanto dibattito suscitò all'epoca e provocò incomprensione e contestazioni al parroco di Barbiana. Le conclusioni mettono in evidenza quella che viene ritenuta dall'autore la migliore e più significativa eredità milaniana, ossia la secolarità e aconfessionalità della scuola, nate dalla radice della sua fede, e il "metodo collettivo" del lavoro didattico nel possedere la parola.
Un testo su Don Milani, il profeta del rinnovamento. Con prefazione di Erio Castellucci.
Nel Novecento italiano la voce di don Milani è paragonabile solo a quella di Pier Paolo Pasolini. Due menti libere non solo perché avevano il coraggio di dire l'indicibile, ma per la loro capacità di irrompere nelle coscienze con verità che smuovono i cervelli e i cuori. Questo "Ideario", composto di 230 voci, è un modo nuovo e diverso per avvicinarsi ai testi milaniani. Un modo semplice e diretto per capire la potente parola del priore di Barbiana.
Don Lorenzo Milani (1923-1967), sacerdote ed educatore, è stato il fondatore della scuola di Sant'Andrea di Barbiana, il primo tentativo di istruzione a tempo pieno espressamente rivolta alle classi popolari. A lungo frainteso e ostacolato dalle autorità scolastiche e religiose, don Milani è stato una delle personalità più significative del dibattito culturale del dopoguerra e la sua vita rappresenta per molti una testimonianza di scelta radicale in favore degli ultimi. I progetti di riforma scolastica e il tema della libertà di coscienza, anche nei confronti del servizio militare, compaiono in molte sue opere. Sulla base di documenti editi e inediti, di testimonianze e interviste ai suoi allievi ancora oggi viventi, viene ricostruita la parabola umana e spirituale di un grande protagonista del Novecento.
Questa raccolta di lettere – ad amici, collaboratori ed avversari – rappresenta uno straordinario documento di accesso al don Lorenzo privato.
In occasione dei quarant´anni dalla morte di don Lorenzo Milani il volume rievoca, nel difficile biennio 1958-1959, i contenuti e le reazioni al libro di Milani Esperienze Pastorali offrendone anche - per la prima volta assoluta - alcune pagine originali con le varianti, le correzioni proposte dal censore e le scelte definitive di Milani. Del tutto inedito e poi il carteggio tra Milani ed una eminente personalità del mondo della cultura meridionale, carteggio dedicato interamente alle Esperienze Pastorali e dimostrazione della possibilità di dialogo tra uomini capaci di valicare le frontiere in nome della comune causa della giustizia sociale.
Questo estratto da Esperienze pastorali" demolisce la ricreazione come strumento pastorale in quanto incompatibile con la missione di parroco, al suo posto elabora una nuova strategia civile rivolta a tutti, cristiani e non: la scuola. "