"La forza trasforma chiunque da essa venga toccato". Questa è per Simone Weil l'essenza del contenuto dell'Iliade. Nel poema omerico non si narra tanto l'eroismo nella battaglia o le fantastiche ingerenze degli dei nei casi umani. L'Iliade è piuttosto il poema della Forza e del potere che essa ha da una parte di portare alla rovina chi la esercita e dall'altra di pietrificare e ridurre a cosa chi la subisce. Allo stesso tempo, nel dispiegarsi tragico della forza e nella dismisura della volontà che l'accompagna, la violenza e la sopraffazione trovano il loro pareggio nella pietà e nell'amore, ma non nel perdono: il greco non conosce infatti questa ambigua categoria propria della cristianità. Ed è grazie a questa cruda verità, in cui l'uomo viene riportato alla sua finitezza, che la grande narrazione fondativa dell'occidente, si mantiene nella luce del mito. L'occhio di Omero guarda e narra con imparzialità quasi divina le violenze e le alterne sventure tanto degli Achei quanto dei Troiani. Lo stesso occhio, attraverso lo sguardo di Simone Weil, osserva, in un processo di attualizzazione del mito, tanto lucido quanto partecipe, l'avvicinarsi della tempesta europea.
Il giusto giudizio richiede l’assimilazione al Dio kenotico. Ciò che permette l’assimilazione è il rapporto. Il termine medio del rapporto henologico Dio/uomo è Gesù Cristo, bilancia che commensura grandezze eterogenee. Cristo è il Mediatore (Metaxy). Poichè la giustizia è il rapporto henologico, Cristo è la ragione della giustizia. L’uomo giusto, alter Christus, diventa bilancia del mondo, “misura d’ogni cosa”. Spoglio delle passioni, passato per la Passione di Cristo, è puro e perciò capace di contemplazione. Cristo è l’intermezzo della vita cosmica, il punto d’equilibrio delle opposte forze, Logos alogos. È il fulcro tra le braccia della bilancia, ove si dà sospensione della gravità. L’uomo giusto è colui nella cui anima l’operazione della forza è bilanciata da quella della grazia.
L’estrema attenzione che Simone Weil (1909-1943) nutriva per l’altro e il suo profondo desiderio di verità fanno della sua vita non solo una grande avventura umana, ma anche un autentico itinerario spirituale. La preghiera viene vissuta da Simone Weil come un mezzo per diventare, attraverso le sofferenze umane, un semplice strumento di Dio: l’eco del Suo amore.
Attraverso queste pagine potremo meditare con Simone Weil grazie ai brani tratti dai suoi scritti più intensi e imparare quanto l’amore di Dio vi sia presente.
"L'occcasione del centenario della nascita di Simone Weil ha visto numerose iniziative, anche in Italia, tese a rendere il giusto onore a questa figura di donna che, senza ombra di dubbio, possiamo considerare una grande personalità religiosa del secolo scorso. Omaggio, nel più puro senso etimologico medievale, a Simone Weil vogliono essere anche le pagine che seguono." Dalla presentazione di Marco Vannini.
Un libro-notes raccoglie alcuni pensieri della mistica e filosofa Simone Weil che ha affascinato il mondo per la sua straordinaria vicenda esistenziale e per i suoi ideali di giustizia sociale.
Una riflessione originale sulla storia e lo sviluppo della scienza moderna, alla ricerca di una vera conoscenza dell’anima.
Educata nella Francia ancora positivista della prima metà del Novecento, figlia di un medico, sorella di uno dei maggiori matematici contemporanei, Simone Weil condivise in pieno quel primato che il nostro tempo accorda alla scienza. La sua riflessione critica si esercitò su quegli aspetti della scienza stessa che la deformano, facendone una mitologia e quasi una religione «laica», che s’impone socialmente intimidendo l’intelligenza, ma senza avere quasi più amore per la verità. In particolare, lo scientismo oggi predominante divide in modo ideologico naturale da soprannaturale, escludendo quest’ultimo dal sapere scientifico e impedendo così una vera conoscenza dell’anima. Simone Weil si dedicò a tracciare il progetto di una «fisica soprannaturale», ossia di un autentico sapere dell’anima che, come la geometria greca, unisse rigore assoluto e profondità religiosa, scienza e saggezza, conducendo così, insieme, alla salute e alla salvezza.
Destinatari
Un libro destinato a un ampio pubblico.
L’autrice
Sabina Moser insegna Religione Cattolica al Liceo-Ginnasio «Michelangiolo» di Firenze. Ha pubblicato: I Proverbi della Bibbia (Newton Compton, 1995); Sigmund Freud. Il problema della felicità (Loffredo, 1997); Edith Stein. La sapienza della croce (in Cristo nella filosofia contemporanea, a cura di S. Zucal, San Paolo, 2002); Simone Weil: Lezioni di filosofia (in: Simone Weil. Scendere verso l’alto, a cura di G.M. Reale, Campanotto ed, 2008) e, insieme a Beatrice Iacopini, Uno sguardo nuovo. Il problema del male in Etty Hillesum e Simone Weil (San Paolo, 2009).
Argomenti di vendita
Il tema, oggi più che mai attuale, del rapporto fra scienza e fede, esposto in forma di riflessione originale sulla storia e lo sviluppo della scienza moderna.
«La Weil fu un personaggio singolare non solo nelle idee, fuori dai conformismi lo fu anche nella vita, o meglio nella rigorosa tensione a far coincidere vita e pensiero, a confrontare e legare il pensiero e l'esperienza. Dice la sua biografia: "Aveva il dono di irritare molti e a volte fino al furore, e ... continua a irritare ancora". Simone Pétrement fu sua amica, e ha pagato il debito all'amicizia, al "miracolo dell'amicizia" così caro all'altra Simone, scrivendone una biografia bellissima, esemplare per onestà e precisione, per partecipe interrogazione sul senso e il mistero di una esperienza eccezionale» (Goffredo Fofi).
La riflessione di Simone Weil sul male nella ricerca di un segno nascosto della misericordia di Dio.
Simone Weil (1909-1943) è una figura unica nel panorama del pensiero europeo. L’apertura della sua scrittura, lampeggiante sui molteplici piani dell’esistenza e della conoscenza, vanifica i tentativi che vorrebbero coglierla là dove è attesa per compensare il vuoto che è in noi. Avida di coerenza, nella vita come nell’opera, si espone volontariamente alla violenza delle contraddizioni del suo tempo: in fabbrica, nella guerra civile spagnola, nella resistenza, nella personale visione spirituale, nell’invenzione della poesia. A cent’anni dalla nascita, la vasta scelta dei suoi scritti, presentati e argomentati in questo volume, ritma cronologicamente i momenti di svolta della sua esperienza esistenziale e delle sue analisi della cultura occidentale, restituendo tratti essenziali di un’originale poetica della necessità e dell’attenzione che Simone Weil esprime in parole pure. A noi, lettori postumi e ammirati, non resta che riconoscerne il genio vivente.
Gli scritti di Simone Weil sul colonialismo (quasi tutti inediti in italiano), sollevano impetosamente il velo sulla miope gestione politica di un problema la cui soluzione la Weil avvertiva come fondamentale affinchè i paesi che, come la Francia, si ispiravano a principi di libertà ed uguaglianza, potessero affrontare in modo credibile il montante totalitarismo. Le sembrava particolarmente tragico che, proprio negli anni del Fronte popolare e delle sinistre al potere, la politica coloniale della Francia non fosse cambiata, perseverando nell'opprimere popoli di altra storia e cultura in spregio delle loro identità e dignità, così come la Germania nazista aveva iniziato a fare nei confronti degli stessi popoli europei.
Nell'anniversario della sua nascita, un omaggio appassionante alla vita e all'opera di Simone Wail
Lo straordinario accoglimento in Francia di questa opera non può essere solo ascritto all’interesse per Simone Weil, ma anche alla forza drammatica del ritratto che ne emerge. Non potremo, infatti, più guardare a Simone Weil prescindendo dal volume di Laure Adler. L’avventura umana di Simone Weil è difficile da inquadrare con categorie univoche o da imbrigliare in facili schemi di lettura. Simone fu senz’altro ciò che oggi definiremmo un’intellettuale impegnata, elaborò una filosofia che manuali e voci enciclopediche, in mancanza di migliori espressioni, definiscono invariabilmente «non sistematica», vale a dire non chiaramente riconducibile a uno sforzo esclusivamente speculativo di lettura della realtà. Questo libro è insieme un racconto e un saggio critico e dimostra come l’unico approccio possibile al pensiero di Simone Weil sia un approccio alla sua esistenza. Ciò avviene attraverso una narrazione mirabile che ripercorre gli anni decisivi dell’avventura di Simone, soprattutto gli ultimi, quelli in cui la sua passione politica si consuma e, letteralmente, la consuma fino a farla morire. Una narrazione che, mescolando i piani cronologici della vita di Simone, fa ruotare episodi e passioni attorno all’unico vero perno di tutta la sua vicenda umana: il dono di sé. Solo alla luce di questa unitaria tensione vitale si possono comprendere i molti episodi di una vita breve ma intensissima: gli anni di appassionato insegnamento in licei della provincia francese, la scelta di condividere la sorte del proletariato operaio andando a lavorare in fabbrica, la partecipazione alla guerra di Spagna, l’esilio in America dopo l’occupazione tedesca della Francia, un esilio però tutto teso a costruire un movimento di resistenza e soprattutto a ritornare in Europa, come farà di lì a pochi mesi per raggiungere a Londra il generale de Gaulle; e lo studio fervente, durante tutte queste traversie, non solo della filosofia ma anche della storia, del folklore, dell’ economia, della letteratura, e insieme allo studio la scrittura, lucida e febbrile, che la porterà a lasciare alcuni capolavori del pensiero del XX secolo.
A quasi settant’anni dalla morte di Simone Weil e dalla tragedia bellica si è perduto il significato epocale degli eventi e delle scelte che allora si consumarono. Al punto che per le nuove generazioni essi non hanno rilevanza maggiore di fatti ben più remoti, il che rende loro difficilissima ogni comprensione critica del presente. Simone Weil, di cui ricorre nel 2009 il centenario dalla nascita, ha rappresentato uno dei punti più alti della coscienza critica tra le due guerre per il rigore della sua analisi della storia e della cultura occidentale, e per l'acutezza di un pensiero applicato ad investigare le questioni cruciali di un'epoca che è ancora per l'essenziale la nostra. Il saggio di Giancarlo Gaeta, e la scelta dei testi che l’accompagnano ripercorrono le tappe della sua vicenda esitenziale tra militanza politica e l’impegno intellettuale nel ripensare i fondamenti di una rinnovata vita sociale e spirituale sul fondamento di una originale visione religiosa.