
Giuseppe Dossetti trascorse gli ultimi anni della sua vita a Monte Sole, luogo degli eccidi nazisti dell'autunno 1944, e proprio al cospetto di tali eventi si interrogò profondamente sulla Shoah, sul silenzio di Dio ad Auschwitz, sulla presenza del Cristo crocifisso nella storia. Parte da qui l'analisi dell'autore, che approfondisce da un lato il rapporto di Dossetti con l'ebraismo e con il "mistero di Israele" (anche nelle sue espressioni politiche), dall'altro i ricorrenti richiami alla kenosi di Cristo "fino alla morte di croce": una "immolazione nell'amore" che costituisce per Dossetti l'orizzonte non solo per il discepolo, ma anche per la Chiesa e il Cattolicesimo, chiamati a seguire Cristo sulla via della povertà e a superare, come scriveva già nel 1953, la tendenza ad "attrihure all'iniziativa degli uomini rispetto alla Grazia un valore di nove decimi". Prefazione di don Athos Righi.
Nel trentennale della nascita del Centro di Solidarietà di Reggio Emilia (Ceis), don Giuseppe Dossetti, che ne è il fondatore e l'anima, in dialogo con Sara Di Antonio ci offre una riflessione intensa e a tutto tondo sui temi che hanno segnato la sua vita e la sua opera: dalle dipendenze all'emarginazione sociale, alla discriminazione etnica, all'esclusione in tute le sue forme. Centrale nella riflessione di don Dossetti si rivela l'idea di "mondo vitale".
Gli autori
Don Giuseppe Dossetti jr. ha fondato e dirige il Centro di Solidarietà di Reggio Emilia che opera nella campo delle dipendenze e del disagio sociale, in particolare immigrati e minori. E' sacerdote della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla.
Sara Di Antonio (1976) si è laureata in Storia Contemporanea all'Università di Bologna. Ha conseguito il Master Burson Marsteller in Comunicazione Pubblica e d'Impresa. Giornalista, svolge attività di comunicazione, ufficio stampa, pubbliche relazioni per enti pubblici e partiti politivi.
Presunta morte naturale" è l'epitaffio di Stefano Cucchi, morto a Roma il 22 ottobre 2009 all'ospedale-carcere "Sandro Pertini". Una settimana prima era stato arrestato per spaccio: sette giorni nelle mani dello Stato, dai carabinieri alla polizia penitenziaria, dai magistrati ai medici di carcere e ospedale. La famiglia lo rivedrà dietro una teca di vetro: sul suo corpo, inequivocabili segni di percosse. Ma lo Stato, dopo averla alzata, nasconde la mano, negando la propria responsabilità. Ne è prova la sentenza di primo grado del processo, che commina pene lievi ai medici, assolvendo i tre agenti di polizia penitenziaria imputati solo per lesioni. Il pestaggio, infatti, è riconosciuto ma resta "orfano". Un'inchiesta dalla parte dei "vinti" che minuto per minuto, attore per attore - recupera le testimonianze accantonate, le ragioni delle parti civili e depura i fatti da ogni omissione. Ma non solo: affronta temi quali l'"esercizio esclusivo della forza" da parte dello Stato, il reato di tortura, la legge Fini-Giovanardi sulle droghe. Prefazione di Luigi Manconi e Valentina Calderone. Testi di Ilaria e Giovanni Cucchi, Patrizio Gonnella (Antigone), Mauro Palma (giurista) e Lorenzo Guadagnucci (giornalista).
A dieci anni dalla morte del cardinale Pappalardo, avvenuta nel dicembre del 2006, le Edizioni Amen ripropongono un testo che ricorda il presule siciliano, curato da Don Vincenzo Noto e pubblicato nel 2011.
Nella mia vita ho conosciuto moltissimi vescovi e sacerdoti, ne ho frequentato tanti ma il ricordo che mantengo e la devozione che nutro per il Cardinale Pappalardo non è superabile; e non soltanto perché era il mio Vescovo ed ero orgoglioso che lo fosse quando, recandomi in tante parti d’Italia, registravo l’ammirazione di cui era destinatario. Ma ciò che soprattutto vorrei esprimere è il ricordo che conservo del suo rapporto, paterno e intenso, con Piersanti Mattarella. Un rapporto tra due persone che non sono più tra noi tra cui è intercorso un sentimento di stima e di affetto.
Dal ricordo di Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica
“Abbiamo bisogno di uomini di Dio che siano forti non per la gloria o per i titoli onorifici o accademici, che possono anche riempire la nostra esistenza sacerdotale, ma di fumo, di vanità, di cose inutili. Abbiamo bisogno di uomini di Dio che si riempiono della Parola di Dio, della volontà di Dio, che obbediscono a Dio, che non reagiscono anche quando si sentono calunniati, offesi, denigrati o addirittura puniti, ma che stanno in quel posto nell’obbedienza, affidandosi totalmente e completamente a Lui, lasciando che sia Dio ad operare i miracoli. È quello che è stato Padre Pietro Santoro, nell’obbedienza alla Chiesa, ai suoi superiori, nel silenzio, anche quando ha attraversato, direi, notti oscure”.
(dalla Omelia del trigesimo della morte)
Questo libro ci presenta i suoi scritti indirizzati alle figlie spirituali. Una immersione profonda nel mistero eucaristico ma anche una guida nello Spirito per chi vuole approfondire l’esperienza di adorazione eucaristica e per chi vuole abbracciare uno stile di vita dedicato al “Santissimo Sacramento”
“La santità è il volto più bello della Chiesa”, così scrive Papa Francesco nella Gaudete et exsultate, che ci invita a riscoprire la chiamata alla santità, guardando a Colui che è Santo. La santità non può che essere una irradiazione della stessa santità di Dio, un riflesso della sua bellezza infinita. E chi si lascia raggiungere da questa luce d’amore ne esce trasfi-gurato. I Santi sono la manifestazione più evidente dell’amore folle di Dio, che ancora oggi vuole parla-re all’umanità ferita e smarrita, servendosi sempre di qualcuno e amando sempre tramite qualcuno. In questa ricca tradizione di santità troviamo Santa Ve-ronica Giuliani, la cui vicenda spirituale inizia in un piccolo convento a Città di Castello all’età di 17 an-ni. Una piccola donna chiamata a diventare un gi-gante della fede, una testimone infuocata delle me-raviglie di un Dio che non si accontenta di poco, ma che esige tutto per amore (S.E. C. Lorefice, Vescovo di Palermo).
Il Signore Gesù ha rivelato alla sua serva Luisa Piccarreta il meraviglioso valore del vivere nel Volere Divino. Vivere nella Volontà Divina è imitare l'operato eterno di Dio nelle nostre preghiere e opere, azione che conferisce loro una qualità eterna, per cui le preghiere e le opere buone a favore degli altri esercitano un forte influsso su tutte le anime del passato, del presente e del futuro contemporaneamente. Il pregare per gli altri assume così un valore e ottiene un beneficio che va oltre lo spazio e il tempo. Come non lasciarsi conquistare dalla grandezza di questo dono che ci permette di fare del bene a tante anime? Oltre alle rivelazioni di Gesù a Luisa Piccarreta, questo libro ci presenta l'esperienza di altri mistici contemporanei all'apostola del Divin Volere che, come lei, avevano una particolare sensibilità verso le anime in Purgatorio: Beata Maria della Passione, Beata Edvige Carboni, Suor Josefa Menendez, Venerabile Lucia Mangano, Beata Alexandrina Maria da Costa, Suor Erminia Brunetti, Beata Maria Bolognesi, Fra Modestino, Teresa Musco. In appendice del libro, alcune delle più belle preghiere a favore delle anime in Purgatorio.
Una lampada sempre accesa nel salotto di casa davanti all'immagine del Santo Volto di Cristo, la fede di un uomo eccezionale che con la Sua preghiera di riparazione e di intercessione ha ottenuto miracoli. E' il venerabile Léon Dupont (1797-18776), "il sant'uomo di Tours", come era chiamato in tutta la Francia e fin oltre oceano.
L'abate Janvier, suo grande amico e prosecutore della sua opera, ha scritto questo libro, che ha avuto moltissime ristampe, e in esso ci racconta Dupont, gli aneddoti che lo riguardano e che solo chi era in confidenza con lui può conoscere.
Ma questo testo non è unicamente una biografia, è anche il manuale di preghiere utilizzato dalla Confraternita del Volto Santo fondata da Léon Dupont e tuttora esistente.
Molte delle preghiere presenti sono state composte da colui che resterà sempre nella storia come "il sant'uomo di Tours".
Nove vite di santi, nove vite di persone che hanno condiviso con noi la quotidianità facendola risplendere di amore per il Sole Eucaristico e il prossimo.
Dal diario di Amelia Deluil-Martiny:
O Gesù, ecco la mia anima, fanne ciò che vuoi, immola, falla a pezzi, ma che i sacerdoti Ti rendano la maggior gloria possibile. Il tuo Cuore ha in Cielo una corte di Serafini che non cessano di adorarti e di amarti. Fa’ Tu, sulla terra, una corte di Serafini capaci di soffrire e altresì di amarti”...
“Io sono davanti al Cuore del mio Gesù, come una persona assetata davanti a una sorgente che nell’ardore della sete vorrebbe berla tutta...
O Gesù, ho sete della tua più grande gloria nei tuoi sacerdoti, della perfezione serafica delle loro anime in questi tempi infelici. Ho sete per loro dei tuoi privilegi, dei tuoi favori, delle tue tenerezze, delle più preziose grazie del tuo Cuore”…