
Padre Lombardi era un uomo «appassionato al Vangelo e alla Chiesa, che ha lasciato un segno nel Novecento forse più profondo di quanto si sappia ancora» (dalla Prefazione di Andrea Riccardi). Concepito per il centenario della nascita, il volume arriva in libreria un anno dopo, nel trentennale della morte di Riccardo Lombardi, che cade il 14 dicembre 2009. Ne risulta così arricchito da alcune importanti testimonianze, emerse proprio in occasione della celebrazione del centenario o a margine di essa. Questa agile biografia ripercorre la vita e la missione del gesuita, le cui intuizioni si prolungano oggi nell’impegno del Gruppo apostolico da lui fondato. Egli lo creò dapprima intorno a sé, poi lo accompagnò fino alla sua completa autonomia, anche quando il declino delle forze
fisiche lo aveva ormai da tempo escluso dalla scena pubblica italiana e mondiale, che aveva occupato da protagonista per oltre vent’anni.
La Congregazione delle Scuole di Carità, comunemente nota come “Istituto Cavanis”, nasce dall'intuizione e dal cuore di due fratelli veneziani, Marco e Antonio Cavanis, all'inizio dell'800. Nel 1803 danno inizio alla prima scuola gratuita per il popolo e da allora in poi la loro vita sarà caratterizzata da una lunga, faticosa azione di promozione cristiana e culturale dei giovani. La Congregazione da circa trent'anni è presente anche in Brasile, Ecuador, Colombia, Bolivia, Filippine, Romania e Congo con attività apostoliche parrocchiali e di assistenza ai ceti più poveri.
Nel 150° anniversario della morte di Antonio Cavanis, e in vista della “fase romana” del processo di canonizzazione, viene stampato questo agile profilo sulla vita e l’opera dei due fratelli, corredato da un inserto con immagini in bianco/nero. È un testo agiografico semplice, con una finalità vocazionale.
Chi era Giuseppe Coletta? Un uomo amante dei bambini, marito, padre, carabiniere… Uno dei 19 morti di Nasiriyah. Un eroe? E Margherita Coletta? Una donna di fede, moglie, madre, compagna di una vittima di Nasiriyah. Una santa? «Eppure, così come Giuseppe non è un eroe, lei non è una santa. Entrambi, Giuseppe e Margherita, hanno trovato una risposta alla guerra che non è mai subordinata ad essa. Entrambi riescono in un’opera straordinaria: dalla guerra e dalla morte traggono motivo di pace e di nuova solidarietà. Dalla
guerra – ci dicono – si può uscire migliori, si può trovare la ragione per fare del bene. Ecco questo non lo sapevo e neppure lo immaginavo. E questo mi sembra davvero un miracolo» (Ritanna Armeni). Nasiriyah è abisso, Nasiriyah è inferno, Nasiriyah è letame. Ma dallo strazio di Nasiriyah, incredibilmente, sono nati dei fiori. Le pagine di questo libro ne conservano intatto il profumo.
Nel testamento di don Primo Mazzolari si trova una dichiarazione: «Ho inteso rimanere in ogni circostanza sacerdote». Il sentirsi prete in tutte le evenienze di vita fu una connotazione essenziale della sua personalità. Fu anche scrittore, poeta, uomo politico…, ma prima di tutto sacerdote. Era il parroco, autentico punto di riferimento per i suoi parrocchiani e per tutti i parrocchiani d’elezione che, in ogni parte d’Italia, a lui si ispiravano. Nel presente libro si è voluto centrare l’attenzione su Mazzolari sacerdote, dalla personalità ricca e complessa, poliedrica. Affascinato dal mistero di Dio e carico di amore per i fratelli, egli prodigò le sue attenzioni pastorali per i vicini e per i «lontani», categoria di persone, questa, che divenne il cuore del suo apostolato: tutti, comunque, abbracciava nel cuore sacerdotale e guidava con fiducia all’incontro con il Cristo amico, fratello, compagno di viaggio.
«Non deve essere facile scrivere la vita di Leletta d’Isola. Mancano infatti nella sua vita grandi eventi sociali o ecclesiali a cui lei abbia preso parte con una funzione di leadership. Tutta la ricchezza di questa meravigliosa creatura sta nel suo intimo, nel suo donarsi a Dio sempre più profondamente, nella sua capacità di ascoltare gli altri, i loro problemi e le loro sofferenze e di dare a tutti una risposta giusta, ben calibrata, tale da poter essere percepita» (dalla Prefazione del card. Martini). Con questo volume l’autrice riesce nel compito di tracciare la biografia di Leletta, «un’anima di fuoco», una contemplativa nel mondo, una guida spirituale al femminile. La portinaia del Buon Dio, come si definiva.
Prefazione del card. Carlo Maria Martini
Si chiamava Padre Angelo Paoli, ma era conosciuto dalla gente come «Padre Carità». Un uomo che ha tradotto la propria consacrazione religiosa nel Carmelo e la propria vocazione al presbiterato nel servizio ai più poveri, agli ammalati, ai carcerati. Un uomo che ha fatto della propria esistenza un dono, fi no anche a togliersi la camicia per rivestire un fratello senza abiti, che non temeva di compiere gesti di penitenza, oggi per noi inconsueti e lontani, ma non faceva mancare nulla a chi era malato nel corpo e nello spirito. Un uomo capace di sollecitare i ricchi e i potenti a donare non solo denaro e beni materiali, ma anche tempo e disponibilità personale per nutrire e assistere chi ne aveva bisogno.
Il libro presenta la biografia di Germana Sommaruga (1914-1945), fondatrice dell’Istituto secolare Missionarie degli Infermi “Cristo Speranza”. Il grande ispiratore di Germana Sommaruga è stato S. Camillo de Lellis: la Sommaruga opera perché lo stile camilliano di approccio alla sofferenza non si limiti ai bisogni fisici, ma si allarghi fino a comprendere l’animo umano, spesso più malato del corpo.
Onorare la memoria di don Giovanni Moioli, un teologo, un maestro, un prete che nell’esercizio rigoroso e appassionato della «fede che pensa» ha aiutato a vivere meglio la fede, è sicuramente una cosa nobile e doverosa, soprattutto se si evita di farne una celebrazione enfatica e nostalgica. Alcuni docenti del Seminario di Milano, che hanno dato vita a questo volume, non hanno fatto una semplice commemorazione, ma hanno voluto esprimere il riconoscimento di un debito e l’impegno a dare continuità a un lavoro prematuramente interrotto e non terminato.
"Fin dalla nascita Paola soffre di una tetraparesi spastica che le impedisce di usare le gambe: il suo corpo, segnato da 14 operazioni, è rigido come uno scafandro, ma col pensiero riesce a volare alto. È una lottatrice, Paola. Non si commisera, non sciupa lacrime, abbraccia la Croce e va avanti con coraggio. Talvolta si arrabbia con Dio, si pone tante domande e si dà poche risposte, ma non cede. Con la carica evangelica di tanti cristiani semplici, che tanto più è forte, quanto è più umile. Questo libro di appunti quotidiani scopre e valorizza la nascosta fatica di una donna trentina che "coltiva con il suo piccolo corpo e con il suo grande cuore quel "pezzettino di cielo" che sente di aver avuto in dono." (dalla Prefazione di Luigi Accattoli)
“Ho partorito! Domani vi voglio in Cile!”. Così si esprime padre Alceste Piergiovanni quando sceglie una famiglia cui affidare i suoi orfani e bambini abbandonati. Personalità di spicco, burbero, saccente, provocatore, ma anche uomo ricco d’amore, il sacerdote italiano salpa da Genova nel 1956 per il Cile, dove resterà fino alla morte avvenuta nel 2003. Per mezzo secolo viaggerà instancabile tra i due Paesi, cercando in Italia la famiglia giusta per ognuno dei suoi mille e duecento piccoli cileni, sviluppando un sistema d’adozione originale e gratuito. Così oggi in tutta Italia vive una popolazione italo-cilena di ragazzi e genitori adottivi, tutti uniti nel nome di padre Pier e impegnati a continuarne l’opera. Qui ci raccontano il “loro” padre Alceste.
«Donna dalla personalità ricca e brillante, percorre con slancio la via della fiducia e dell’abbandono, sulla scia di santa Teresa di Gesù Bambino. Madre Maria Angelica sa scorgere la volontà di Dio nelle difficoltà dell’esistenza, nei doveri del proprio stato e della vita comunitaria, nella malattia e nelle sofferenze. Se il tratto di nobiltà e di finezza che la sua persona lascia trapelare può, per certi versi, apparire di ostacolo, si rivolge alle “sue figlie” e alle persone che si accostano alle grate del monastero con innata maternità ed estrema dolcezza» (dall’Introduzione).
Suor Maria Sabina dell’Eucaristia (Sabina Berneschi) è nata a Roma nel 1974. In possesso della maturità linguistica, ha conseguito il diploma di violino presso il Conservatorio «G. Rossini» di Pesaro e intrapreso la carriera concertistica nell’Orchestra Giovanile Italiana.
Nel 2000 è entrata nel Carmelo di Vetralla, dove, nel 2006, ha emesso la professione solenne. Attualmente svolge i servizi di maestra delle novizie e archivista; ha già pubblicato per le Edizioni Carmelitane una biografia documentata di M. Maria Angelica, Il canto della Speranza (Roma 2010).
Dalla Spagna alla Svezia, dal Sud America alla Svizzera, da Medjugorje all'Italia, il volume ripercorre gli itinerari del sacerdote tramite cui lo Spirito Santo ha operato guarigioni ed altre azioni straordinarie.